martedì 7 aprile 2009

Il modo giusto di fare le cose



Spesso mi chiedo se esista un modo giusto di fare le cose...

qualsiasi cosa.

Poi penso al fatto che ci sono tante tecniche per questo.

Tecniche per persuadere, per convicere, per motivarsi, per contrattare, per gestire lo stress...

Ma quando mi chiedo "A che serve?" resto senza parole.

Mi rendo conto che la domanda finale resta sempre elusa, il confine viene spostato in avanti, la fine delle cose è solo rimandata.

Alla fine faremo sempre errori, ci chiederemo sempre "E se... ", avremo sempre dei rimpianti pagheremo per i nostri fallimenti. Avremo sempre una colpa.

La domanda forse che viene prima del "Come faccio a..." è "Posso reggere alla colpa di non farcela?".

Posso volermi bene anche se sono così come sono?

Anche se non dovessi cambiare mai?

Allora non avremmo così bisogno delle tecniche: probabilmente ci giocheremmo, faremmo più a modo nostro, ci daremmo il permesso di sbagliare, come c'è scritto in questa poesia ( di cui non sono riuscito a individuare l'autore in maniera univoca):

Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igenico.

Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.

Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali, e meno problemi immaginari.

Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
della loro vita sensati e con profitto;
certo che mi sono preso qualche momento di allegria.

Ma se potessi tornare indietro, cercherei
di avere soltanto momenti buoni.
Chè, se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
di momenti: non perdere l'adesso.

Io ero uno di quelli che mai
andavano da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell'acqua calda,
un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.

Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all'inizio
della primavera
e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.

Farei più giri in calesse,
guarderei più albe,
e giocherei con più bambini,
se mi trovassi di nuovo la vita davanti.
Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.

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