venerdì 7 ottobre 2011

Ciò che guarisce i genitori, e i figli

Vedere la propria vita davanti a sè con quello che resta da fare, con i suoi limiti e le sue ricchezze,
prenderla fino in fondo - nel bene e nel male,
accettando tutti i fallimenti e i successi come conseguenza delle proprie azioni,

lasciare finalmente i genitori liberi di essere ciò che sono,
o che non sono stati,

e nello stesso tempo dedicare ciò che si conquista a loro,
andando là dove non sono arrivati per onorare il punto in cui sono arrivati
prendendo ciò che da lì potevano darci di buono,
e rinunciando a ciò che non hanno visto, o fatto, o detto, o capito,
o al male che ci hanno fatto.

Dare a noi stessi e agli altri ciò che non abbiamo ricevuto allora,
e dedicare la felicità che ci arriva da questo ai nostri genitori,
come se quella felicità potesse tornare indietro e guarire la loro infelicità.

L'infelicità è sempre inutile.
Anche quella dei genitori,
come la nostra.

Così quando arriva la felicità la durezza si scioglie in un pianto di commozione.

E non solo noi possiamo piangere.
Ma possono farlo anche i nostri genitori.
Nella nostra immagine.

E forse l'hanno già fatto.
Solo che non abbiamo visto,
o ce ne siamo dimenticati.

Onorare questo pianto con la conquista di altra felicità ancora.

Questo è il regalo più grande per loro,
e attraverso di loro,

per noi, di nuovo.


Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...