I pazienti cercano di stare bene.
Chi fa i corsi spera di stare bene.
Ma cercare di stare bene significa spesso voler solo continuare a fare la vita di prima. Con gli stessi meccanismi, gli stessi errori, gli stessi meccanismi egoici.
I santi invece pregano per stare male: cercano solitudine, prove, disciplina, rigore, ascolto e raccoglimento. E affrontano l'angoscia di essere sè stessi, di essere così come sono, peccatori nel senso religioso del termine, limitati, finiti, un nulla nell'eternità. Lo affrontano così, da soli. O con fratelli di cammino. Con la Fede.
Ma sempre nell'angoscia.
Reggere all'angoscia, senza colpa di non essere felici, senza compiacimento, senza volerla evitare, significa accedere a spazi sconosciuti.
L'angoscia può anche portare con sè la sensazione di sprecare la propria vita, con il tempo che passa, e che non aspetta.
Ma l'angoscia accellera anche la propria maturazione interiore.
Si può vivere come si vuole non crescendo, o si può vivere un anno come non si vuole, crescendo. Non nel senso capitalistico del termine (l'accumulazione e l'esperienza di per sè non ha senso - è quello che si chiama egotismo), ma con la sensazione che nella propria vita c'è più ordine, un ordine superiore. Un ordine a cui ci si può affidare.
A ognuno ciò che preferisce.
Alessandro
Nessun commento:
Posta un commento