lunedì 31 gennaio 2011

Si impara sempre

Si impara nel lasciare
si impara nel venire lasciati

si impara nel creare
si impara nel distruggere

si impara nella disperazione
si impara nella ispirazione

si impara nella gratitudine
si impara nella freddezza

si impara amando
si impara nell'indifferenza

Alle volte le lezioni sono facili
Altre meno

Alle volte costano poco
Altre molto

Alcune richiedono tutta la vita
Altre un istante

E la cosa meravigliosa è che non finiscono mai

Buona lezione
Ad ogni istante

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venerdì 28 gennaio 2011

La vita che ci attraversa

La vita è vissuta da ognuno a suo modo,
e a prescindere dal modo la vita attraversa tutti alla stessa maniera.

Dal terapeuta che cerca di capirla,
dallo sbandato che cerca di non capirla,

dall'ingegnere che cerca di metterla in ordine,
dal poeta che la contempla,

dal contadino che semina e raccoglie,
da chi la vuole sperimentare al 100%,

Da chi non la vuole sperimentare per nulla.
Da chi non la sente più.
Da chi vive per tirare su figli.
Da chi figli non ne ha.

Da chi ha qualcuno che gli vuole bene,
da chi non è ricordato da nessuno.

La vita è sempre oltre.
Nessuno può dire di viverla di più.
Nessuno di meno.

Davanti all'infinito non siamo nulla e le nostre piccole conquiste
con la fede o la ragione,
con lo studio o l'esperienza,
non sono comunque nulla.

Siamo tutti uguali.
Tutti allo stesso livello.
Tutti vivi, alla stessa maniera.

giovedì 27 gennaio 2011

La gioia di avere bisogno

Quando ami qualcuno hai bisogno di lei.
Molte persone davanti a questo bisogno prendono paura e scappano.

Così scelgono persone che non suscitano così tanto amore e così tanto bisogno.

Sentire questo bisogno, ed essere felici di questo bisogno, e guardare a questo bisogno con benevolenza...
Lasciare che cresca sempre di più nella relazione con l'altro...
Sentire con gioia il bisogno dell'altro crescere nei propri confronti e sentirsene non soffocare, ma liberare... liberare dai limiti della propria piccola vita...

Sentire il bisogno che arriva e quello che mandiamo all'altro come una liberazione.
E come un qualcosa di definitivo e infinitamente pesante, come qualcosa di molto, molto concreto e presente.
Come una nave,
o una montagna.

E come una gioia.
La gioia che dà una nave quando salpa il mare.
O la montagna quando la guardi.

Sapendo che quando la montagna crolla,
o la nave affonda
anche tu puoi crollare o affondare.

Ma la gioia di viaggiare, o camminare è più grande della morte.

Una gioia da tenere con amore.

Questo è amore tra due persone.

Vuoi meno di questo?
Sei all'altezza di reggere questo bisogno, la paura del bisogno, e la paura di soffocare?

O preferisci una piscina al mare?
Una collina alla montagna?

Brecht diceva:
quello che in te era altura
lo hanno spianato
e la tua valle
l'hanno interrata.
Sopra di te ora passa
una strada comoda...

lunedì 24 gennaio 2011

Le guerre di chi non sa piangere

La violenza,
la rabbia,
l'odio,
la vendetta

nascono dal non saper piangere,
dal non sapere sentire il proprio dolore.

Sentire il proprio dolore fino in fondo,
prendersene carico,
e andare avanti per la propria strada,

questo permette di uscire dal mondo di chi vive di rabbia, odio, violenza.

Il Male chiede solo di essere replicato. Usa chi lo propaga, e poi lo mette da parte.
Il Bene fa lo stesso.

Solo che stare dalla parte del Bene è un regalo per cui essere grati alla vita.

Siamo usati e messi da parte.

Con amore dal Bene.
Con indifferenza e dolore dal Male.

AD

sabato 15 gennaio 2011

La vita fuori mercato

Oramai i servizi che ci scambiamo non sono più proporzionati al prezzo che costano.

Forse non lo sono nemmeno mai stati.

La vita che ci mettiamo per lavorare non rende più...

Forse questo disagio che ci porta a non fare figli, a non costruire una famiglia o a temere il prossimo mese di non riuscire a pagare il mutuo, ci porterà anche a riconsiderare le nostre scelte esistenziali.

"Un uomo che lavora solo per denaro è truffato e truffa sè stesso", diceva qualcuno.
Dal punto della psicologia umanistica è profondamente vero.

Psicologicamente non crolla solo la nostra identità come professionisti, dipendenti, esseri umani: crolla con essa anche l'idea che abbiamo di questo mondo disumano che abbiamo costruito tutti assieme.

Ci guarderemo più negli occhi la prossima volta che ci incontreremo per strada perchè non abbiamo più nessun posto preciso da raggiungere?

Ci sorrideremo di più perchè non abbiamo più nulla da perdere?

Smetteremo di guardare al denaro come importante perchè non troviamo tutta la ricchezza che cerchiamo?

Forse...

Ma quanto dolore ci vorrà per arrivare laggiù?
E' possibile reggerlo restando umani?
O piuttosto non diventeremo più cattivi?

Credo che l'abbondanza sia possibile a ogni livello e anche che le forze che ostacolano lo sviluppo dell'essere umano sono estremamente potenti in questo momento...

Abbiamo tutti bisogno di protezione.

Nelle nostre meditazioni e nelle nostre preghiere dovremmo chiederla..

Alessandro D'Orlando

giovedì 13 gennaio 2011

Quando papà se ne è andato

Ci sono persone che non hanno mai conosciuto l'amore di un padre.

Perchè è scappato, perchè si è ritirato dal suo ruolo, perchè non ce l'ha fatta...

Possono passare anni per capire quanto quell'assenza è stata assordante.

Le assenze sono insidiose: non le puoi avvertire, è un vuoto dentro ma non sai dove trovarlo - il vuoto non si può toccare.

Lo avverti quando gli altri parlano del padre che non hai, quando cerchi un sostegno che non trovi in famiglia, quando sei donna e incontri uomini che non ci sono e inizi a chiederti il perchè, quando vedi una bambina o un bambino con il padre e piangi e non sai perchè...

A quell'uomo, a quella donna vorrei dire che quel pianto è la porta verso la guarigione.

E guarisce anche il pensare che il dolore del bambino, della bambina abbandonata è il dolore dell'innocente; il dolore peggiore è quello del carnefice, di chi porta la colpa.

Davanti a quel dolore non ci sono parole che reggano, giustificazioni, spiegazioni... C'è solo un muro nel cuore che non sai come togliere e da dove viene.

Guardare a quel muro nel cuore del padre, al peso che porta e alle sue conseguenze aiuta a provare finalmente rispetto anche per il suo destino e per il suo dolore.

Anche questo guarisce.

Guardare a quel padre che forse non riesce più a guardarsi allo specchio.

Guardandolo con amore.

Alessandro D'Orlando

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...