L'automatismo che abbiamo è quello di modificare le situazioni da fuori.
Fare o non fare una certa azione, andare o non andare da qualche parte, ecc.
Il risultato spesso è che ci troviamo impigliati nella stessa situazione di prima: cambiano nomi e situazioni ma il copione resta lo stesso.
A quel punto l'unica soluzione è guardare dentro di sè e trovare in sè la felicità che si cerca fuori.
Esistono due tipi di felicità: quella incondizionata della meditazione, che guarisce progressivamente i lati oscuri in noi, ed esiste la felicità del sapere che ciò che desideriamo - salute, felicità, una famiglia, un lavoro - è già nostro.
Non importa se in questa vita o meno, ma è già nostro e ne possiamo anticipare un pò le buone sensazioni e il piacere nell'anima.
Ancorato questo stato, possiamo tornare nella vita di ogni giorno e fare ciò che riteniamo opportuno.
Le azioni che nascono dalla gioia portano alla gioia.
Quelle che nascono dalla disperazione portano alla disperazione.
Per questo credo che nel vangelo sia scritto: "A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".
La vita ci toglie le cose - lessi una volta su un libro di Paramhansa Yogananda - perchè noi le cerchiamo dove le abbiamo sempre avute: dentro di noi.
Meditando, respirando.
A.
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
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lunedì 8 novembre 2010
giovedì 4 novembre 2010
La vita, quando entra
Ci sono momenti nella vita in cui aumenta l'energia vitale senza poterci fare nulla per domarla.
Irrompe nel sonno, nelle relazioni, nell'ordine costituito.
Porta scompiglio nel presente e nei piani futuri e non c'è modo per rimettere le cose a posto: è come se tutto crollasse improvvisamente.
In quei momenti di solito si cerca qualcosa che riporti allo status quo... Alcol, passatempi, chiaccherate...
Credo invece che in quei momenti le porte dell'anima siano più aperte che mai: è da quella porta che soffia un vento foriero di caos e disordine. E' verso quella porta che bisogna volgersi, tenendosi una mano sugli occhi per continuare a vedere controcorrente.
In quei momenti la meditazione è più intensa e la vita stessa diventa meditazione (come sempre lo è, solo più in profondità di solito). Tutto, ogni istante, è vissuto con consapevolezza estrema: alzarsi, fare colazione, vivere la vita di ogni giorno... Tutto va rivisto, forse riprogettato, dentro e fuori... Tutto diventa oggetto di una rinnovata intenzionalità.
Fiducia nella vita, atteggiamento positivo, pazienza, ascolto, solitudine: per chi ce la fa, è come aumentare l'energia interiore... Quello che succede dopo di solito è inaspettato, è nuovo, è la vita stessa che torna tra le cose senza più vita del passato.
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Irrompe nel sonno, nelle relazioni, nell'ordine costituito.
Porta scompiglio nel presente e nei piani futuri e non c'è modo per rimettere le cose a posto: è come se tutto crollasse improvvisamente.
In quei momenti di solito si cerca qualcosa che riporti allo status quo... Alcol, passatempi, chiaccherate...
Credo invece che in quei momenti le porte dell'anima siano più aperte che mai: è da quella porta che soffia un vento foriero di caos e disordine. E' verso quella porta che bisogna volgersi, tenendosi una mano sugli occhi per continuare a vedere controcorrente.
In quei momenti la meditazione è più intensa e la vita stessa diventa meditazione (come sempre lo è, solo più in profondità di solito). Tutto, ogni istante, è vissuto con consapevolezza estrema: alzarsi, fare colazione, vivere la vita di ogni giorno... Tutto va rivisto, forse riprogettato, dentro e fuori... Tutto diventa oggetto di una rinnovata intenzionalità.
Fiducia nella vita, atteggiamento positivo, pazienza, ascolto, solitudine: per chi ce la fa, è come aumentare l'energia interiore... Quello che succede dopo di solito è inaspettato, è nuovo, è la vita stessa che torna tra le cose senza più vita del passato.
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sabato 23 ottobre 2010
Quando le sciocchezze passano...
... resta solo il vuoto e la solitudine di aver creduto per anni a tali sciocchezze.
Magari anche il senso di colpa, il pentimento o semplicemente la sensazione di avere tra le mani un pugno di sabbia, per sempre.
Di solito le sciocchezze passano quando non ci sono più alternative, quando tornare sui propri passi è difficile, quando resta solo un Nulla da guardare.
Da questo punto di vista, le sciocchezze che ci frullano in testa sono come dei parassiti di vita, che mangiano fino a quando non c'è vita da mangiare, poi se ne vanno, cercando altre vite da consumare.
In alcuni casi, si mangiano tutto, anche la consapevolezza di essere stati il pasto di sciocche illusioni.
Credo che questo sia il motivo per cui con l'avanzare degli anni la tv sia il pasto principale, assieme ad ansiolitici, inutili relazioni, attività vuote, ecc ecc.
Sarebbe meglio forse anticipare i tempi e vedere dove ci portano i nostri pensieri prima di finire le alternative.
Si vivrebbe tutti più felici.
Sarebbe bello insegnarlo anche ai bambini, a immaginare il futuro prima di averlo terminato, guardando a dove ci portano certe idee.
Siamo tutti come il ricco avaro della favola di Dickens: per noi e per le persone a noi vicine, avari di amore.
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Magari anche il senso di colpa, il pentimento o semplicemente la sensazione di avere tra le mani un pugno di sabbia, per sempre.
Di solito le sciocchezze passano quando non ci sono più alternative, quando tornare sui propri passi è difficile, quando resta solo un Nulla da guardare.
Da questo punto di vista, le sciocchezze che ci frullano in testa sono come dei parassiti di vita, che mangiano fino a quando non c'è vita da mangiare, poi se ne vanno, cercando altre vite da consumare.
In alcuni casi, si mangiano tutto, anche la consapevolezza di essere stati il pasto di sciocche illusioni.
Credo che questo sia il motivo per cui con l'avanzare degli anni la tv sia il pasto principale, assieme ad ansiolitici, inutili relazioni, attività vuote, ecc ecc.
Sarebbe meglio forse anticipare i tempi e vedere dove ci portano i nostri pensieri prima di finire le alternative.
Si vivrebbe tutti più felici.
Sarebbe bello insegnarlo anche ai bambini, a immaginare il futuro prima di averlo terminato, guardando a dove ci portano certe idee.
Siamo tutti come il ricco avaro della favola di Dickens: per noi e per le persone a noi vicine, avari di amore.
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martedì 19 ottobre 2010
Tra milioni di anni cambieremo
Un mio insegnante diceva che le galassie evolvono in milioni di anni, quindi perchè non dovremmo lasciare almeno lo stesso tempo alle anime umane?
Non ci avevo mai pensato, ma in effetti non fa una grinza.
Spesso mi sono scoperto a fare progressi piccolissimi in tempi enormi: anni per ricordarmi di qualcosa che avevo letto in passato per poi scordarmene subito, anni dopo me lo sono ricordato di nuovo e ho sentito la verità di questo pensiero, per smarrirla ancora.
Anni dopo quel pensiero è diventato azione,debolmente. Poi è tornata la nebbia.
Secoli dopo ho capito che avevo fatto la cosa giusta e che tornare indietro era non solo impossibile, ma anche non buono per me.
Secoli dopo quel pensiero è diventato un abitudine di vita per me.
Ma quanta fatica!
Ogni tanto mi scopro a pensare che costa così tanta fatica cambiare che si può fare solo se se ne sente l'urgenza o la chiamata, solo se restare fermi costa dolore.
Viceversa, meglio stare dove si sta.
La strada del cambiamento è una strada a volte fredda, buia e incerta, e in certi tratti, scivolosa...
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Non ci avevo mai pensato, ma in effetti non fa una grinza.
Spesso mi sono scoperto a fare progressi piccolissimi in tempi enormi: anni per ricordarmi di qualcosa che avevo letto in passato per poi scordarmene subito, anni dopo me lo sono ricordato di nuovo e ho sentito la verità di questo pensiero, per smarrirla ancora.
Anni dopo quel pensiero è diventato azione,debolmente. Poi è tornata la nebbia.
Secoli dopo ho capito che avevo fatto la cosa giusta e che tornare indietro era non solo impossibile, ma anche non buono per me.
Secoli dopo quel pensiero è diventato un abitudine di vita per me.
Ma quanta fatica!
Ogni tanto mi scopro a pensare che costa così tanta fatica cambiare che si può fare solo se se ne sente l'urgenza o la chiamata, solo se restare fermi costa dolore.
Viceversa, meglio stare dove si sta.
La strada del cambiamento è una strada a volte fredda, buia e incerta, e in certi tratti, scivolosa...
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lunedì 4 gennaio 2010
L'importanza della preghiera
Credo che ci siano delle cose davanti a cui non si può che arrendersi.
Una delle più importanti è che non possiamo pensare ad una vita diversa, radicalmente diversa da quella che abbiamo sempre vissuta.
Possiamo procedere solo con verità parziali, che ci danno una direzione, giorno dopo giorno.
E anche quelle verità comportano piccoli passi nella direzione tracciata da quelli precedenti.
Anni, decine di anni, millenni ci possono volere per capire di avere sbagliato strada.
Mi chiedo se alla fin fine l'idea più saggia non sia quella di fermarsi e ascoltare come siamo.
Così come siamo, con i limiti che vediamo, e soprattutto con quelli che non vedremo mai nella nostra mente. Con quelli che non vedremo mai nella nostra vita. Con quelli che non vedremo mai delle persone che ci circondano.
Fermarsi e ascoltare solamente.
E pregare di poter avere una ispirazione.
Di qualsiasi tipo.
In qualsiasi direzione.
E accettare anche il silenzio.
Con fede.
Nel silenzio.
Forse si risparmia molto tempo, molta fatica, molto dolore.
Forse c'è un modo di vivere che non implica sempre questo continuo spostarsi avanti nel tempo, sempre in attesa, sempre sospesi.
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Una delle più importanti è che non possiamo pensare ad una vita diversa, radicalmente diversa da quella che abbiamo sempre vissuta.
Possiamo procedere solo con verità parziali, che ci danno una direzione, giorno dopo giorno.
E anche quelle verità comportano piccoli passi nella direzione tracciata da quelli precedenti.
Anni, decine di anni, millenni ci possono volere per capire di avere sbagliato strada.
Mi chiedo se alla fin fine l'idea più saggia non sia quella di fermarsi e ascoltare come siamo.
Così come siamo, con i limiti che vediamo, e soprattutto con quelli che non vedremo mai nella nostra mente. Con quelli che non vedremo mai nella nostra vita. Con quelli che non vedremo mai delle persone che ci circondano.
Fermarsi e ascoltare solamente.
E pregare di poter avere una ispirazione.
Di qualsiasi tipo.
In qualsiasi direzione.
E accettare anche il silenzio.
Con fede.
Nel silenzio.
Forse si risparmia molto tempo, molta fatica, molto dolore.
Forse c'è un modo di vivere che non implica sempre questo continuo spostarsi avanti nel tempo, sempre in attesa, sempre sospesi.
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