Alle volte capita di meditare
ma la mente non vuole stare centrata.
Ma se la forza di stare nel qui ed ora venisse semplicemente dall'osservare la vita così com'è,
con le nostre limitazioni,
la nostra banalità,
le nostre ossessioni?
La paura della solitudine,
la paura di morire,
di impazzire,
di invecchiare,
di essere cacciati dal branco,
di essere abbandonati,
queste stesse paure sono anche la fonte dell'energia per stare attenti al respiro,
per alzarsi la mattina a praticare,
per ascoltare il corpo nei diversi momenti della giornata.
Ascoltare il nostro respiro come se fosse l'ultimo,
quando la vita ci toglie il respiro
(per qualcosa di bello o di brutto)
può donare intensità all'esistenza,
e alla pratica meditativa.
Ogni respiro può essere l'ultimo,
i secondi non passano mai,
ogni istante è eterno,
non c'è un posto dove andare perchè non vuoi o perchè non hai alternative...
Quello è il momento in cui l'energia si incanala e permette la meditazione.
Forse la vita ci offre tutto quello che serve per meditare
e se sapessimo osservare la vita com'è avremmo energia a sufficienza per essere presenti.
La vita non è un disturbo alla meditazione,
la vita è il combustibile della meditazione.
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
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lunedì 28 novembre 2016
domenica 18 settembre 2016
Vita da cacciatori
Alle volte sembra ma non è
stanchezza,
fame,
tristezza,
rabbia,
fastidio,
o noia,
o altro.
Alle volte le soluzioni che mettiamo in atto non bastano a sfuggirgli, ed è frustrante.
Invece è molto più premiante stare ad osservarlo,
cercarlo senza tregua,
di giorno e di notte,
nella meditazione e nelle passeggiate,
in mezzo alla gente e da soli,
respirando con consapevolezza,
aspettando il momento in cui si rivelerà.
Potrebbe essere questa l'arte della caccia
a ciò che c'è,
con il suo carico mai digerito totalmente
di aspetti non capiti, non voluti, non accolti.
Il premio è la completezza - fino alla prossima, imminente caccia.
stanchezza,
fame,
tristezza,
rabbia,
fastidio,
o noia,
o altro.
Alle volte le soluzioni che mettiamo in atto non bastano a sfuggirgli, ed è frustrante.
Invece è molto più premiante stare ad osservarlo,
cercarlo senza tregua,
di giorno e di notte,
nella meditazione e nelle passeggiate,
in mezzo alla gente e da soli,
respirando con consapevolezza,
aspettando il momento in cui si rivelerà.
Potrebbe essere questa l'arte della caccia
a ciò che c'è,
con il suo carico mai digerito totalmente
di aspetti non capiti, non voluti, non accolti.
Il premio è la completezza - fino alla prossima, imminente caccia.
martedì 26 aprile 2016
Estratto conferenza Unesco 2016
Ringrazio il Club Unesco di Udine che mi ha dato l'occasione di presentare il mio libro "Intelligenza Emotiva e Respiro" e gli argomenti che mi stanno a cuore come la meditazione, il respiro consapevole, l'evoluzione della coscienza come filosofia di vita.
https://www.youtube.com/watch?v=J1BHQfqpqCg
Buona visione!
Alessandro
https://www.youtube.com/watch?v=J1BHQfqpqCg
Buona visione!
Alessandro
mercoledì 10 giugno 2015
Verso la libertà dalla manipolazione nell’amore di coppia
![]() |
Le Printemps by Pierre Auguste Cot (1873). |
Alle volte ci viene da pensare sul perché sia così facile considerare l’altro un oggetto per nostra felicità (oggetto che ci deve gratificare, ammirare, amare incondizionatamente o altro) o perché sia così difficile lasciare all’altro la libertà di vivere anche quando quella stessa vita lo porta lontano da noi.
In merito al primo punto, Alice Miller individuerebbe l’origine di questa superficialità del vivere l’amore (l’amore come possesso dell’altro, l’altro come strumento del nostro appagamento ecc) nel rapporto genitore-figlio: sono generazioni che i genitori divorano i figli, ossia li usano per i propri bisogni di ammirazione, compagnia, potere e nei casi peggiori, sessuali.
Questi bambini così crescono e mettono in atto nelle relazioni interpersonali ciò che hanno vissuto nel rapporto con i propri genitori e familiari.
La soluzione sarebbe quindi quella di rivivere la sofferenza di quel bambino (il proprio bambino) e provare empatia per lui e liberarlo dalle illusioni, come quella - velenosa assai - che la mamma o il papà gli vogliono solo bene, e dalle paure che lo imprigionavano allora.
Da questo punto di vista, la società non sarebbe altro che il prodotto di bambini traumatizzati che perpetuano il trauma con la propria cultura, i propri ideali, i propri incubi spacciati per sogni, i propri inferni spacciati per mete desiderabili.
L’amore così diventa la cosa più difficile che esista e in maniera socratica, in accordo anche con il metodo di indagine di tante altre guide spirituali come J. Krishnamurti stesso, dovremo quindi partire dall’assunzione che noi possiamo solo sapere che non sappiamo cos’è l’amore; pur non sapendolo tuttavia, possiamo avvicinarci ad esso liberandoci delle idee false che nutriamo su di esso semplicemente rivivendo i traumi della nostra infanzia con l’aiuto di qualcuno che ha già intrapreso questo percorso di conoscenza.
Si tratta di liberare il bambino dell’influenza negativa dei suoi genitori, fatta dei loro dolori, delle loro angosce, delle loro richieste di amore e assistenza più o meno dirette ed esplicite. In questo viaggio così complesso nessuno può dirsi fuori dalla distorsione di pensiero e di percezione che ogni infanzia comporta per il falso amore ricevuto: la manipolazione è iniziata prestissimo, dalla gestazione in poi, con le prime percezioni da parte del feto delle atmosfere circostanti, degli umori della mamma e delle persone a lei vicine.
I condizionamenti sono così profondi che solo momenti eccezionali come l’innamoramento o le ferite da abbandono e tradimento possono darci l’occasione di andare così dentro di noi da scoprire l’origine delle nostre sofferenze: i dolori che proviamo nel rapporto di coppia, l’ansia di essere feriti o abbandonati o traditi, la paura di trovare una persona o di non trovarla, i tira e molla e le paure e le rabbie sono da questo punto di vista il semplice eco di eventi lontani nel passato. Considerarli come tali e privarli della illusoria solidità che si manifesta a noi, che crediamo di provare simili sentimenti per causa di quella persona o di quella relazione, offre anche ai momenti difficili la possibilità di diventare un importante trampolino di lancio verso livelli di evoluzione, o liberazione, ancora più elevati.
Riguardo l’altro tema fondamentale dell’amore, quello della libertà, nella coppia è utile considerare l’altro nella sua libertà di percorrere strade che possono essere anche per noi incondivisibili o terribili, tenendo per noi la stessa libertà con aggiunta la considerazione che - come ci ricorda Bert Hellinger -, siamo liberi di fare ciò che desideriamo, ma non siamo mai liberi dalle scelte che facciamo. L’amore implica legame e questo legame manifesta tutta la sua forza proprio nei confronti di chi vuole negarlo: chi crede di poter chiudere una storia ed iniziarne un’altra senza pesantezze, dovrà fare i conti con tutto l’ingombro di un passato che non vuole passare e con delle sensazioni che non si spiega ma provengono dallo stato d’animo della persona a cui si è ancora legati nonostante la volontà di andare avanti senza ripensamenti.
Oltre a queste conseguenze psicologiche e spirituali ci sono anche, secondo la medicina del dott. Hamer, i danni biologici più o meno gravi che si accompagnano a ogni conflitto psicologico: secondo queste conoscenze, anche sul piano concreto del corpo i legami lasciano un segno che a volte può essere anche fatale.
In definitiva, meglio pensarci prima ai legami, perché una volta legati i prezzi per sciogliersi sono sempre importanti tanto che davanti ad essi sarebbe sempre la pena chiedersi se ne vale davvero la pena.
Certo l’essere umano si conosce nell’avventura concreta di questa esistenza e alla fine gioie e dolori, successi ed errori hanno l’unico scopo di portarci verso livelli ancora più elevati di amore e saggezza.
Che quindi la propria esperienza di coppia sia felice o meno e le scelte davanti a questa felicità siano buone o deleterie per chi le compie prima di tutto, l’importante è saper usare tutte le situazioni come forma di apprendimento per continuare ad evolvere.
Buon cammino a tutti noi.
Alessandro D’Orlando
lunedì 2 aprile 2012
La libertà di fermarsi
Di scendere dal treno e dire "sono stanco"
di tornare a guardare il cielo e la terra
di buttare l'agenda

di godersi il tempo
e la compagnia delle persone
dei grandi e piccini
di rinunciare ai propri sogni
senza per questo diventare acidi
ai soldi
senza per questo sentirsi poveri
di rinunciare alle proprie paure
senza per questo sentirsi incoscienti
di vivere bene nel qui ed ora
senza movimento
senza obiettivi
senza direzione
senza chiarezza
senza idee
Almeno per un istante
anche solo con l'attenzione al respiro.
Forse sarà il momento più bello della giornata
o della vita.
di tornare a guardare il cielo e la terra
di buttare l'agenda

di godersi il tempo
e la compagnia delle persone
dei grandi e piccini
di rinunciare ai propri sogni
senza per questo diventare acidi
ai soldi
senza per questo sentirsi poveri
di rinunciare alle proprie paure
senza per questo sentirsi incoscienti
di vivere bene nel qui ed ora
senza movimento
senza obiettivi
senza direzione
senza chiarezza
senza idee
Almeno per un istante
anche solo con l'attenzione al respiro.
Forse sarà il momento più bello della giornata
o della vita.
venerdì 23 marzo 2012
Oltre la fatica di scegliere tra la vita e la morte
Da una parte crescere dall'altra regredire,
da una parte conquistare, dall'altra rinunciare,
da una parte sentirsi morti dentro, dall'altra sentirsi vivi.
Da una parte aiutare dall'altra colpire,
da una parte soffrire dall'altra essere felici.
Ma scegliere è sempre fonte di confusione e dolore.
L'amore è l'unica forza che mette insieme questi opposti.
In quei momenti in cui,
per esempio durante le costellazioni familiari, o una meditazione profonda,
tutto acquista un senso, anche quando è stata dura uscirne,
quando resta un senso di pienezza accogliendo ciò che restava come detrito inerte sul cuore,
in quei momenti la vita e la morte si fondono insieme e scegliere non ha più senso,
la fatica di crescere o la tentazione del riposo fermandosi non hanno più senso.
mercoledì 21 marzo 2012
Istanti di piccola liberazione
Accettare non significa ristagnare
Quando diciamo sì al momento presente, quello finalmente può cambiare.
Come vuole lui, non come vogliamo noi.
Con i suoi tempi, non con i nostri.
Questa è la differenza tra un cambiamento profondo - naturale
e uno superficiale - frutto dello sforzo e della volontà.
Abbracciare la vita per quello che è ci trasforma e trasforma la vita stessa.
Cercare di migliorarla in nome del progresso personale o sociale la distrugge.
Basta guardarsi in giro - o dentro che è la stessa cosa.
Perciò la prossima volta respiriamo con ancora più attenzione, dicendo sì a quello che viviamo.
E stiamo poi ad osservare cosa succede.
La prima e più importante cosa è che dicendo sì capiamo ancora di più che non siamo la cosa a cui diciamo sì.
Siamo lo spazio che dice di sì a quello che contiene.
Istanti di piccola liberazione.
Quando diciamo sì al momento presente, quello finalmente può cambiare.
Come vuole lui, non come vogliamo noi.
Con i suoi tempi, non con i nostri.
Questa è la differenza tra un cambiamento profondo - naturale
e uno superficiale - frutto dello sforzo e della volontà.
Abbracciare la vita per quello che è ci trasforma e trasforma la vita stessa.
Cercare di migliorarla in nome del progresso personale o sociale la distrugge.
Basta guardarsi in giro - o dentro che è la stessa cosa.
Perciò la prossima volta respiriamo con ancora più attenzione, dicendo sì a quello che viviamo.
E stiamo poi ad osservare cosa succede.
La prima e più importante cosa è che dicendo sì capiamo ancora di più che non siamo la cosa a cui diciamo sì.
Siamo lo spazio che dice di sì a quello che contiene.
Istanti di piccola liberazione.
mercoledì 14 marzo 2012
L'esperienza rende stupidi
Pensiamo che vivendo situazioni su situazioni ci renda migliori.
Ci buttiamo in lavori e relazioni e avventure nel mondo credendo che ci portino conoscenza.
E finiamo poi per passare a pagare ogni minuto vissuto avventurosamente
scoprendo che non abbiamo i soldi per pagare.
L'esperienza sembra una mercedes che guidiamo gaudenti aspettando la prima rata -
che poi è complicato pagare.
Innamoramenti, imprese che partono, sogni che crescono....
L'esperienza è un feticcio della sensibilità.
Per la foglia che dondola sul ramo, una lieve brezza può essere intensa quanto un uragano per la pietra.
E trasmettere le stesse sensazioni.
Solo che non è un uragano, e non sarà strappata dal ramo.
Potrà sopravvivere fino alla prossima brezza.
Ci buttiamo in lavori e relazioni e avventure nel mondo credendo che ci portino conoscenza.
E finiamo poi per passare a pagare ogni minuto vissuto avventurosamente
scoprendo che non abbiamo i soldi per pagare.
L'esperienza sembra una mercedes che guidiamo gaudenti aspettando la prima rata -
che poi è complicato pagare.
Innamoramenti, imprese che partono, sogni che crescono....
L'esperienza è un feticcio della sensibilità.
Per la foglia che dondola sul ramo, una lieve brezza può essere intensa quanto un uragano per la pietra.
E trasmettere le stesse sensazioni.
Solo che non è un uragano, e non sarà strappata dal ramo.
Potrà sopravvivere fino alla prossima brezza.
domenica 18 gennaio 2009
DUE PAROLE DI KRISHNAMURTI
Il malcontento è una fiamma, e uno lo sopprime con atti puerili, con soddisfazioni momentanee; ma il malcontento, quando lo lasciate fiorire, brucia tutto ciò che non è vero...(...) quando la vita non viene sprecata in conflitti e preoccupazioni, si è pieni di energia e di chiarezza. La morte significa la fine di tutto ciò che si conosce, di tutti gli attaccamenti, di tutti i successi, del conto in banca... è una fine completa. La mente, in vita, può affrontare un simile stato? (...) Questo significa che vi è assoluta solitudine, nel senso che non vi è altro se non quello stato della mente che è completamente intero. Solitudine significa "tutto uno".
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Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti
Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...

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Chi ti dice "Mi hai deluso" significa che non ti vedeva che dietro una sua aspettativa completamente idealistica e disumana e lega...
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Alle volte capita di meditare ma la mente non vuole stare centrata. Ma se la forza di stare nel qui ed ora venisse semplicemente dall...
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Mi sono chiesto per lungo tempo se aveva ragione un esponente mondiale della PNL se era vero che guardarsi negli occhi a lungo non era poi c...