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sabato 5 febbraio 2011

Da una mail per un lutto

Una cara persona, con pazienza e dedizione mi ha scritto una mail in cui sono riportate i seguenti due passaggi:

Da "Prima di sparire" di Mauro Covacich: "Penso a tutte le parole che ci siamo detti, si sono mescolate a tutte quelle che avrei voluto che dicessimo, tutto il dialogo si è perso nelle infinite versioni che mi sono riascoltato in testa. Non riesco a ricordare le frasi perfettamente, ricordo solo qualche parola, il resto è guazzabuglio di battute ripensate fino a perdere senso".
...

Judith Butler, una filosofa americana, ha parlato di lavoro di lutto come di disposizione a subire una trasformazione, i cui effetti nessuno può conoscere in anticipo. C'è la perdita, ma anche la trasformazione prodotta dalla perdita che NON PUÒ ESSERE PIANIFICATA.

La si deve solo attraversare.

Ora aggiungo: attraversare un lutto non è facile. Depressione, panico, ansia, angoscia, senso di colpa, rabbia, dolore con inspiegabili e folli momenti di leggerezza e felicità fanno crollare l'immagine che abbiamo di noi stessi e forse della vita o della persona che perdiamo.

Alla fine di tutto, delle lacrime, del mondo che crolla, della solitudine, del tunnel che si sta attraversando c'è l'uscita verso un altro mondo.

Ma quanto lungo sia il tunnel, e dove porti, resta un Mistero.

Hellinger dice che il destino non può essere ricattato. Se siamo buoni non è detto che il Destino sarà buono con noi. Se se siamo cattivi non è detto che avremo necessariamente delle punizioni.

In effetti il lutto arriva e alle volte senza preavviso, indesiderato. E anche i suoi effetti sono imprevedibili.

E questo vale anche per la fine del lutto.

Ho solo fede nel fatto che oltre il tunnel ci sia solo più amore da dare. Anche a chi ci ha lasciato.
E che questo amore può ricominciare a sgorgare solo da chi ha avuto il coraggio di percorrere il tunnel con tutta la lucidità e la consapevolezza possibili.







lunedì 18 gennaio 2010

Ciò che perdi è tuo per sempre

Alle volte capita di amare qualcuno, di sentirsi leggeri per questo e aperti alla vita.

Capita di sentirsi vivi, o di sentirsi elevare nei pensieri e nelle emozioni.

Capita di sentirsi più ottimisti o più coraggiosi sapendo di avere al fianco quella persona.

Capita di ricevere da quella persona attenzioni, amore, sostegno, cura, riconoscimento, delicatezza e tutto quello che una persona che ci ama può dare.

Poi quella persona se ne va e sembra che resti il vuoto.

Ma in quel vuoto ci sarà un amico che darà il riconoscimento.

Aiutando qualcuno potremo sentirci aperti e leggeri: vivi.

Leggendo un libro o meditando ci sentiremo elevare a livello mentale o emozionale.

Ogni tanto vivremo situazioni in cui qualcuno ci manifesta qualcosa di tenero.

Tanti frammenti del passato che ritornano in nuove forme, che insieme rendono il passato una copia sbiadita di un più ricco presente.

Quando ci penso, mi sembra che tutto assuma una luce diversa per l'occhio che dentro di me guarda il mondo.

E' come pulire il vetro di una lampada ad olio...

Alessandro D'Orlando

sabato 14 novembre 2009

NON C'E' MOTIVO DI ESSERE TRISTE

Siamo terrorizzati quando perdiamo ciò che è importante per noi.

Possiamo provare angoscia e disperazione.

Possiamo provare lutto e dolore profondo.

E'umano: poi però dobbiamo capire una cosa. Che alla fine non soffriamo così profondamente per quello che ci è accaduto e ci sta accadendo.

Soffriamo perchè quell'avvenimento sta agganciando dentro di noi stati emotivi e situazioni del passato irrisolte.

Quindi va bene così: nel dolore piu' profondo hai l'occasione di guarire profondamente.

E puoi guardare al presente con un pò più di amore e con meno paura e giudizio.

venerdì 13 novembre 2009

Il senso della perdita

Non sappiamo se l'essenza di una persona morendo diventa ancora più grande,

non sappiamo se chi è prezioso per noi, andandosene non arricchisca ancora di più la vita nostra e di chi ci sta intorno con la sua invisibile presenza,

non sappiamo cosa c'è oltre ciò che perdiamo, e soprattutto se questa perdita ci prepara a un salto esistenziale ulteriore,

non sappiamo se l'insoddisfazione non prepari l'incontro con qualcosa di ancora più grande e profondo,

non sappiamo nemmeno se le perdite, gli abbandoni, le relazioni sospese e i legami che restano e non vogliono andarsene anzichè occupare tutto lo spazio del cuore lo rendano più ricco e capace di amare....

non lo sappiamo,

ma personalmente ci credo.

Alessandro D'Orlando

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...