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giovedì 24 dicembre 2015

Il regalo di Natale che vorrei per te

Happy Christmas 2008 (3106170117).jpg. 

Questa immagine è stata originariamente caricata su Flickr da geishaboy500 
all'indirizzo http://flickr.com/photos/49503154413@N01/3106170117. cc-by-2.0.

Vorrei regalarti il passato,

il tuo passato.

Quello che ti parla attraverso
i tuoi sintomi, le tue malattie
e i tuoi dolori.
Quello che, non ascoltato, ti cerca attraverso il Destino, ciò che non vuoi
e dici di non cercare e ti capita.

Vorrei che tu potessi accogliere
con compassione ciò che sentivi nell'utero materno,
ciò che hai vissuto nascendo in qualche dura e innaturale sala operatoria.

Vorrei che tu potessi ascoltare l'abisso di sconfitta e impotenza quando piangevi ma non c'era nessuno,

perché qualcuno forse (figlio del Trauma anch'esso)  diceva ai tuoi genitori che facevi i capricci e che i bambini non si viziano con il troppo amore.

Vorrei che tu potessi guardare con attenzione e cura all'ansia o il dolore che vivevi sentendo l'ansia o il dolore di chi ti doveva guardare di te.

Vorrei che tu sotto l'albero potessi trovare ogni singolo giorno della tua vita vissuta,
che tu potessi scartare la confezione di ogni singola emozione provata tra le pieghe delle giornate che passano indifferenti.

Il più bel regalo che ti auguro è di riuscire a regalare qualche lacrima per quel bambino: quella compassione potrebbe legarti alla lucidità e alla forza di fare quello che serve per togliere dai guai quella parte piccola di te per regalarle finalmente il Natale che merita.

Un Natale senza più ricatti, freddezza, o precarietà, o insicurezza, o rabbia, o angoscia.
Questo Natale, se accetti di ricordare, potrà essere il primo Natale indimenticabile della tua vita,
punto di appoggio per la tua Liberazione, la tua Illuminazione e quella di tutti gli esseri.











venerdì 11 ottobre 2013

L'infanzia che nessuno vede

Hai cercato la salvezza nell'invisibile,
nella divinità o tra gli angeli - dimenticando il bambino che sei stato.

Hai cercato nelle vite precedenti, passando oltre ciò che avevi davanti,
gli anni delle scuole materne e elementari,

hai cercato nella razionalità e nella psicologia la risposta alla tua confusione
ignorando che era il bambino a essere confuso dalle menzogne che lo circondavano.

Hai cercato la risposta nei soldi e nel lavoro e nella carriera o nel sesso
ignorando che era il desiderio di non ascoltare l'angoscia del bambino a guidarti.

Pensavi di avere ragione a non credere all'amore,
non sapendo che ti stavi identificando con quel bambino ferito.

Hai pensato che chi lo vedeva in sè era un pazzo o un debole,
gente da studio da psicologi.

Hai raggiunto santuari nel mondo intero,
maestri di ogni tipo,
pur di non vedere la sua angoscia,
pur di essere rendento,
redento dall'impegno di vedere quella sporca vergogna,
quello sporco, piccolo, irrazionale dolore.

Da sempre l'infanzia e i bambini vengono sopraffatti da volgarità e ignoranza,

sono secoli che questo accade,

e nello stesso tempo
il tempo e l'umanità e questa sporca storia possono fermarsi ora
con te,
se ti fermi allo specchio
e guardi allo sguardo triste che avevi allora,

A 5, 6, 8 anni.

Sarebbe la fine dell'inferno.

L'inizio del paradiso in terra.

a partire da te.






venerdì 6 luglio 2012

Sentirsi stupidi è normale - anzi vitale

Ci si sente stupidi quando ci si sorprende a fare un errore su cui - teoricamente - sappiamo già tutto.

Il fatto è che lo sa il nostro emisfero sinistro: lui ha i libri, la conoscenza, l'esperienza, la memoria degli eventi.Ma le nostre azioni sono guidate dall'emisfero destro, con le sue memorie, esperienze, traumi, bisogni insoddisfatti...

...DELL'INFANZIA

Siamo stati bambini e ci hanno dimenticato - dimenticanze dopo dimenticanze da infinite generazioni - tempi biblici di dolori che appesantivano gli occhi dei genitori sui figli....

... e poi noi ci siamo dimenticati della nostra infanzia nell'adolescenza...

... e continuiamo come in una commedia di cui abbiamo smarrito il copione le stesse tristi strade, facendo finta di poter vivere senza tornare indietro.

Ma il passato ritorna sempre sotto mentite e nuove spoglie, perchè l'importante non è sapere solamente come fare meglio - nè tanto meno sapere semplicemente che cosa non va fatto.

L'importante è porgere la mano a quel bambino, a quella bambina e ricominciare da quel punto in cui si è fermato, si è fermata.

Piangendo, resta in attesa della nostra mano che forse non è mai arrivata. O non abbastanza.

Non è lui in fondo da biasimare per gli errori, ma l'adulto in noi che quella mano non porge.
Per dimenticanza, distrazione, narcisismo.

Per paura di sentirsi stupido...

A.










Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...