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mercoledì 14 marzo 2012

L'esperienza rende stupidi

Pensiamo che vivendo situazioni su situazioni ci renda migliori.
Ci buttiamo in lavori e relazioni e avventure nel mondo credendo che ci portino conoscenza.

E finiamo poi per passare a pagare ogni minuto vissuto avventurosamente
scoprendo che non abbiamo i soldi per pagare.

L'esperienza sembra una mercedes che guidiamo gaudenti aspettando la prima rata -
che poi è complicato pagare.

Innamoramenti, imprese che partono, sogni che crescono....

L'esperienza è un feticcio della sensibilità.

Per la foglia che dondola sul ramo, una lieve brezza può essere intensa quanto un uragano per la pietra.
E trasmettere le stesse sensazioni.
Solo che non è un uragano, e non sarà strappata dal ramo.
Potrà sopravvivere fino alla prossima brezza.

lunedì 7 dicembre 2009

Il vuoto dentro

Stare soli espone a un vuoto,

Un vuoto che contiene tutti i ricordi,

E peggio dei ricordi le situazioni che non si sono chiuse e che forse non si chiuderanno mai,

e oltre ai ricordi e alle situazioni c'è l'infinito spazio del non senso delle cose

e quel vuoto è amplificato dalle persone che mancano,

e dal non sapere come fare a stargli vicino,

è quel vuoto che tiene svegli di notte,

e che spinge a correre e a vivere esperienze: per non caderci dentro.

Ma sai che prima o poi ti raggiungerà.

Poi girarti e aspettarlo a braccia aperte?

Puoi farlo un pò ogni giorno,

puoi farlo un pò ogni notte?

Puoi dargli un pò di spazio nella tua vita?

Cosa succede se lo fai?

Può essere che alla fine, sia solo un bambino che piange?

Piccolo, molto piccolo, piccolo di poche settimane?
Infinitamente debole ma già infinitamente sensibile?

Riesci a reggere questa debolezza, e questa sensibilità contemporaneamente così come ha fatto lui prima di diventare l'essere duro che sei ora?

Alessandro D'Orlando

domenica 25 ottobre 2009

L'ESPERIENZA RENDE STUPIDI

Vedendo il film "L'ultimo Re di Scozia" si vede come l'ambizione di avere sempre più esperienze di vita porti a mettersi in situazioni difficili e assurde, da cui si può uscire con ossa rotte.

Krishnamurti diceva che a farci crescere non è la conoscenza, di situazioni/persone/informazioni, ma è la sensibilità.

La sensibilità ci fa capire le cose quando ancora sono sul nascere - il cosiddetto "pelo sullo stomaco" ce le fa capire più tardi, alle volte sul punto di morte, alle volte - alcuni dicono - solo nell'aldilà.

Respirazione, meditazione, capacità di concentrazione, di attenzione, di raccoglimento, sono tutte strade che portano alla sensibilità.

Mania, desiderio di libertà e potere, esaltazione, volontà di contare qualcosa nella vita rendono invece ottusi e portano tra i rovi, le spine e in situazioni inestricabili da cui vergogna, rabbia, senso di colpa, odio, disperazione ci rendono sempre più ripieggati su noi stessi e stanchi.

Come diceva Ligabue in una bellissima sua canzone "Tutte le strade portano a te" - ma se potessi scegliere ci andrei per quella meno incasinata.

Ora credo che mediterò ascoltando un video di Eckart Tolle su youtube - per chi ama o non conosce Krishnamurti lo consiglio, sono molto simili.

Alessandro D'Orlando

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...