Non puoi fermarti,
non puoi goderti quello che hai,
non puoi riposarti sui tuoi successi,
né sentirti nutrito dalle congratulazioni.
Ogni posto è un problema perché
quando l'hai raggiunto,
già vorresti essere in un altro.
Poi provi rabbia davanti a questo.
Perché deve essere sempre così?
Allora ti dò un consiglio:
vai a trovare la parte che soffre.
Quella che ascolta le critiche continue,
le lamentele del tarlo.
Tarlo che dice:
"Non dovresti fare questo ma quello,
non basta ancora quello che fai,
come vedi non stai facendo la cosa giusta ecc".
Se ascolti la sofferenza si crea silenzio:
il Tarlo scompare, il rumore delle sue mascelle si attenua,
anche la tua frustrazione al solito teatrino che hai dentro per la cronica insoddisfazione.
Stai nella sofferenza.
E' meglio.
Da lì puoi ricordarti di chi ti brontolava tutto il giorno,
da lì puoi capire come stavi veramente allora.
Da lì inizi a provare compassione per te stesso.
Da lì paradossalmente inizi a goderti la vita. Un passo alla volta.
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
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mercoledì 14 maggio 2014
venerdì 11 ottobre 2013
L'infanzia che nessuno vede

nella divinità o tra gli angeli - dimenticando il bambino che sei stato.
Hai cercato nelle vite precedenti, passando oltre ciò che avevi davanti,
gli anni delle scuole materne e elementari,
hai cercato nella razionalità e nella psicologia la risposta alla tua confusione
ignorando che era il bambino a essere confuso dalle menzogne che lo circondavano.
Hai cercato la risposta nei soldi e nel lavoro e nella carriera o nel sesso
ignorando che era il desiderio di non ascoltare l'angoscia del bambino a guidarti.
Pensavi di avere ragione a non credere all'amore,
non sapendo che ti stavi identificando con quel bambino ferito.
Hai pensato che chi lo vedeva in sè era un pazzo o un debole,
gente da studio da psicologi.
Hai raggiunto santuari nel mondo intero,
maestri di ogni tipo,
pur di non vedere la sua angoscia,
pur di essere rendento,
redento dall'impegno di vedere quella sporca vergogna,
quello sporco, piccolo, irrazionale dolore.
Da sempre l'infanzia e i bambini vengono sopraffatti da volgarità e ignoranza,
sono secoli che questo accade,
e nello stesso tempo
il tempo e l'umanità e questa sporca storia possono fermarsi ora
con te,
se ti fermi allo specchio
e guardi allo sguardo triste che avevi allora,
A 5, 6, 8 anni.
Sarebbe la fine dell'inferno.
L'inizio del paradiso in terra.
a partire da te.
giovedì 28 aprile 2011
L'infanzia che torna sempre
Link ad una canzone cliccando sul titolo...
Leggendo il libro di Alice Miller resto colpito dalla semplicità e dalla potenza del suo approccio, basato sul recupero dell'infanzia a partire dalle emozioni del qui ed ora.
Qui ed ora siamo depressi, o tristi, o impotenti, o impauriti o tutte quelle emozioni che non vorremmo mai provare o che gli altri non vorrebbero mai provare.
Qui ed ora quelle emozioni proibite di cui sopra potrebbero essere di chi ci sta vicino a causa nostra.
Da questo qui ed ora possiamo tornare indietro alla nostra infanzia chiedendoci cosa di tutto ciò era già nostro a quell'età, e da chi l'abbiamo imparato, e chi ci ha trasmesso queste emozioni con le sue azioni od omissioni.
In questa ricerca infinita possiamo progressivamente riguadagnare la libertà, la vitalità e l'amore in un mondo che ha oramai dimenticato completamente i bambini - nelle memorie e nelle azioni.
Anche il nostro bambino, o la nostra bambina.
Da parte nostra...
Da ora, da qui possiamo finalmente rimediare, per noi, per il mondo, per i bambini.
E anche se il punto di partenza è una depressione, o un dolore che non ci dà tregua, che importa, quando la strada è diretta verso spazi così meravigliosi?
Leggendo il libro di Alice Miller resto colpito dalla semplicità e dalla potenza del suo approccio, basato sul recupero dell'infanzia a partire dalle emozioni del qui ed ora.
Qui ed ora siamo depressi, o tristi, o impotenti, o impauriti o tutte quelle emozioni che non vorremmo mai provare o che gli altri non vorrebbero mai provare.
Qui ed ora quelle emozioni proibite di cui sopra potrebbero essere di chi ci sta vicino a causa nostra.
Da questo qui ed ora possiamo tornare indietro alla nostra infanzia chiedendoci cosa di tutto ciò era già nostro a quell'età, e da chi l'abbiamo imparato, e chi ci ha trasmesso queste emozioni con le sue azioni od omissioni.
In questa ricerca infinita possiamo progressivamente riguadagnare la libertà, la vitalità e l'amore in un mondo che ha oramai dimenticato completamente i bambini - nelle memorie e nelle azioni.
Anche il nostro bambino, o la nostra bambina.
Da parte nostra...
Da ora, da qui possiamo finalmente rimediare, per noi, per il mondo, per i bambini.
E anche se il punto di partenza è una depressione, o un dolore che non ci dà tregua, che importa, quando la strada è diretta verso spazi così meravigliosi?
domenica 10 aprile 2011
Le gare e chi non le fa
Alcuni dicono: "io non ho mai vissuto, meglio vivere e sbagliare che stare fermi come ho fatto io" - o una cosa del genere.
Forse dovremmo avere più rispetto per le nostre ferite. Forse ci siamo rotti la schiena che non avevamo nemmeno iniziato la gara. E' stato un incidente, un evento fortuito, ma non siamo potuti arrivare ai blocchi di partenza.
O forse le botte sono state cosi' forti fin dall'inizio che ne avevamo abbastanza per tutta la vita.
Che cosa importa se quei dolori arrivano a 5, a 20, a 50 anni.
Arrivano e dobbiamo solo lavorarci su, in un modo o nell'altro.
Perciò mi verrebbe da dire, guardiamo a quel bambino, a quella bambina che siamo stati e diciamo a lei, a lui: ti abbraccio anche nella tua volontà di non vivere altro dolore, perchè anche lì c'è saggezza - perchè, anche se ancora tu che sei così piccolo, o piccola da non saperlo chiaramente in fondo lo sai che devi avere il tempo di guarire quel dolore negli anni che verranno, senza che se aggiunga altro.
Alla fin fine, così come non sappiamo dove finirà la nostra vita, non possiamo sapere dove abbiamo iniziato a soffrire.
Anche in questo dobbiamo essere umili e aprirci alle cose per come sono. Anche se assurde.
Forse dovremmo avere più rispetto per le nostre ferite. Forse ci siamo rotti la schiena che non avevamo nemmeno iniziato la gara. E' stato un incidente, un evento fortuito, ma non siamo potuti arrivare ai blocchi di partenza.
O forse le botte sono state cosi' forti fin dall'inizio che ne avevamo abbastanza per tutta la vita.
Che cosa importa se quei dolori arrivano a 5, a 20, a 50 anni.
Arrivano e dobbiamo solo lavorarci su, in un modo o nell'altro.
Perciò mi verrebbe da dire, guardiamo a quel bambino, a quella bambina che siamo stati e diciamo a lei, a lui: ti abbraccio anche nella tua volontà di non vivere altro dolore, perchè anche lì c'è saggezza - perchè, anche se ancora tu che sei così piccolo, o piccola da non saperlo chiaramente in fondo lo sai che devi avere il tempo di guarire quel dolore negli anni che verranno, senza che se aggiunga altro.
Alla fin fine, così come non sappiamo dove finirà la nostra vita, non possiamo sapere dove abbiamo iniziato a soffrire.
Anche in questo dobbiamo essere umili e aprirci alle cose per come sono. Anche se assurde.
lunedì 30 novembre 2009
LE AMBIGUE RELAZIONI DEGLI ADULTI
Con il tempo le relazioni tra le persone diventano sempre più ambigue:
tradimenti affettivi o sessuali, terze persone che gravitano attorno ad un rapporto di coppia, volontà di qualcuno di andarsene, amore-odio per la stessa persona, magari quella più amata, dedsiderio di stare con qualcuno ma anche di lasciarlo, bisogno di avere accanto una persona ma anche averla lontana...
Sono solo alcune comuni ambiguità in cui ci si trova sempre più stretti da adulti.
Per questo il rapporto di coppia perde la sua attrazione: lo si vede per quello che è.
Un gran casino.
L'unico modo forse per mettersi in gioco, e mantenere la capacità di amare qualcuno, è ricordarsi sempre di cosa stava vivendo quel bambino o quella bambina che eravamo nella sua famiglia di origine mentre stava con le emozioni e con i pensieri così come ci sentiamo ora e qui in questa relazione con quella persona.
Allora la relazione con l'altro lascia emergere qualcosa di più profondo dei problemi che ha l'altro: tira fuori i nostri problemi.
Da quelli si può ripartire nel rapporto.
Alessandro D'Orlando
tradimenti affettivi o sessuali, terze persone che gravitano attorno ad un rapporto di coppia, volontà di qualcuno di andarsene, amore-odio per la stessa persona, magari quella più amata, dedsiderio di stare con qualcuno ma anche di lasciarlo, bisogno di avere accanto una persona ma anche averla lontana...
Sono solo alcune comuni ambiguità in cui ci si trova sempre più stretti da adulti.
Per questo il rapporto di coppia perde la sua attrazione: lo si vede per quello che è.
Un gran casino.
L'unico modo forse per mettersi in gioco, e mantenere la capacità di amare qualcuno, è ricordarsi sempre di cosa stava vivendo quel bambino o quella bambina che eravamo nella sua famiglia di origine mentre stava con le emozioni e con i pensieri così come ci sentiamo ora e qui in questa relazione con quella persona.
Allora la relazione con l'altro lascia emergere qualcosa di più profondo dei problemi che ha l'altro: tira fuori i nostri problemi.
Da quelli si può ripartire nel rapporto.
Alessandro D'Orlando
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