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lunedì 7 maggio 2012

La dissociazione è una sfida

Dimenticarsi le cose, non sapere dove sono, dove siamo, cosa stiamo facendo, cosa abbiamo fatto ieri...

Per lavorare sulla dissociazione ci vuole tempo: Emdr, Costellazioni, e tra le tante discipline mi vengono in mente yoga, tai chi, meditazione, respirazione.

Da una parte è infatti buono far uscire e far pace con le emozioni per cui preferiamo dissociarci.
Aiuta la terapia ma anche l'atteggiamento che ci viene dalle discipline sopra.

E poi serve imparare a rallentare e essere attenti.
Quello che insegnano le discipline sopra, ancora.

Quindi ogni volta che ti dissoci, prendila come una sfida.
Ad andare più piano e a volerti più bene.


sabato 25 febbraio 2012

Un pianeta di dissociazione

L'origine dell'alienazione sta nei ritmi di vita alienanti: ci si separa da sè stessi a causa di stili di vita disumani.

E ci si separa da sè stessi a causa dei traumi vissuti che rendono più desiderabile non esserci che esserci.

Traumi, violenze e abusi producono dissociazione.
Ma anche miserie quotidiane, disattenzioni, noncuranze, indifferenza.

La dissociazione è semplicemente esserci ma senza attenzione...

La storia del mondo fatta di guerre e violenza ha prodotto generazioni di esseri umani dissociati, in grado di passare la propria dissociazione ai propri figli anche nelle migliori condizioni di vita.

Così la miseria ha una straordinaria capacità di moltiplicarsi, attraverso una azione diretta e attraverso la trasmissione da genitori a figli.

E questa miseria ha permesso nel tempo l'accettazione di cose inacettabili: la perdita di valori, la ricerca di cose inutili, la dipendenza dal divertimento e tutto ciò che fa parte del nostro presente in via di deterioramento.

Solo il recupero dell'associazione può permetterci di far fronte a questa situazione globale.
Serviva arrivare a questo punto per riscoprire noi stessi?
Forse si.
E forse ancora non basta.








mercoledì 1 settembre 2010

L'ipocrisia che non c'è

Alle volte sdoppiarsi è necessario.

Non è sempre ipocrisia: sorridere quando si vorrebbe attaccare qualcuno, abbracciarlo quando lo si vorrebbe colpire, dire frasi carine quando si vorrebbe pronunciare una parola dura.

Alle volte è solo una questione di strategia: ci sono persone troppo criminali per essere trasparente con loro.

Altre volte la situazione per essere gestita bene richiede uno sdoppiamento per non cadere dentro le emozioni paralizzandosi: dirsi frasi in seconda persona come "Sorridi", oppure "muoviti", oppure "ce la puoi fare" ecc. alle volte salva la vita - lo sanno i sopravissuti di incidenti che devono lottare contro il tempo e il panico e il dolore per salvare sè stessi e gli altri.

Aquisire nuove abitudine richiede spesso uno sdoppiamento, perchè aiuta l'immagine di sè stessi adulti che abbracciamo la nostra parte bambina e la portiamo verso una esperienza che ha sempre temuto ma di cui come adulti ne vediamo l'importanza.

Sono sdoppiamenti, parziali dissociazioni funzionali a proteggersi, a acquisire una disciplina, a fare qualcosa di buono.

Probabilmente esistono meccanismi più evoluti di crescita, basati sulla sensibilità e non sulla dissociazione: quando devo togliere la mano dal fuoco non devo dirmi delle cose o dissociarmi... La tolgo e basta.

Ma per acquisire quella capacità devo imparare a meditare, a respirare, a percepire...

A quel punto faccio qualcosa perchè la sento, ma per sentirla mi sono preparato adeguatamente, e magari anche della preparazione ho sentito un bisogno spontaneo...

Quindi... a quale livello vuoi funzionare?

Il solito, quello della dissociazione, quello della meditazione?

Buona giornata con buone abitudini

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...