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giovedì 21 agosto 2014

Nessun animale può vivere in cattività - nemmeno l'uomo

Author w:en:User:Grant985,
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Orche che mangiano addestratori,
delfini che attaccano l'uomo,
cani che impazziscono,
leoni che cadono in depressione
e panda che smettono di riprodursi.

L'effetto del controllo e della razionalità senza amore e attenzione sono la depressione e la morte di ogni essere vivente.

Anche dell'essere umano.

Il primo atto di liberazione nell'uomo è la meditazione.

Lì non siamo più schiavi di nulla - siamo faccia a faccia con la paura e l'Ego suo figlio.

Siamo faccia a faccia con le radici del male che vediamo nel mondo.

Siamo a un passo solo dalla liberazione.

Un giorno salteremo liberi - quando l'Ego saprà che siamo pronti per la libertà
Quando sentirà che non abbiamo più paura.

Finirà la cattività per noi e per chi ci sta vicino e per chi dipende da noi.








mercoledì 27 giugno 2012

L'ego è una malattia mortale

Per un certo periodo di vita pensi che stai decidendo tu le tue scelte.

Poi capisci che non sei esattamente tu. Pensai che siano gli altri, o il tuo passato - la tua famiglia, la tua educazione, il tuo partner.

Poi capisci che si tratta di una voce dentro di te.

Poi capisci - dopo molto tempo - che quella voce non vuole esattamente il tuo bene.

Dopo altri anni ancora capisci che non vuole quasi mai il tuo bene -  come un disco rotto non suona mai la musica giusta.

Poi capisci che - dopo altri anni ancora? - che dovresti trovare un'alternativa ma non sai dove.

Dopo ancora capisci - quanti anni dopo? - che puoi costruire una alternativa ma ti costerà - e non ancora sai quanto.
Sai solo che devi farlo e che l'impresa, anche se diperata, è l'unica che ha senso.

Poi costruisci una alternativa e all'inizio è debole e fragile.

Poi diventa forte ma comunque si ricade nell'errore.

Poi alla fine......

... se una vita basta...

si trova finalmente la libertà vera di vivere.

Farlo senza una guida, questo percorso, è solo incoscienza.

A.

mercoledì 25 aprile 2012

Vivere da biancaneve

La nevrosi ha una caratteristica fondamentale:
il tempo per lei non passa mai.

Le persone non muoiono e non invecchiano.
Non soffrono abbastanza.
Non amano abbastanza.
Non sono abbastanza.

A partire dai genitori per arrivare al mondo e agli altri.

Così passiamo da relazione in relazione nell'illusione di un eterno presente.

Triste è il momento in cui ti accorgi che il tempo è passato perchè qualcosa è cambiato.

Il tuo corpo.
Le tue amicizie.
O perchè i tuoi genitori, i tuoi amici o i tuoi nemici non ci sono più.

L'unico antidoto è sentire il tic tac dell'orologio e ascoltare con attenzione quello che dice tra le righe.

E ad ognuno il suo insegnamento.




mercoledì 29 febbraio 2012

Un mondo all'incontrario

Lavorando sull'Ego è impressionante vedere come ragioni all'incontrario rispetto a forze come l'amore, la compassione, la coscienza, la sensibilità.

Dal punto di vista dell'Ego l'amore è debolezza, l'odio è forza, la sensibilità una forma di incoscienza...

E' tutto rovesciato rispetto alle forze che portano alla salute e alla felicità.

E naturalmente noi, nella misura in cui l'Ego agisce, non facciamo che produrre e perpetuare un mondo di cattiveria, egoismo, freddezza - un mondo in cui le parole e le azioni significano l'incontrario di quello che appare.

Ripeto: impressionante.

giovedì 22 ottobre 2009

LA PERIFERICA DELLA VITA

Capitano giorni in cui guardi alle persone che hai amato e che ami ancora oggi, che fanno parte ancora della tua vita o che se sono già andate altrove anche se non l'avresti voluto,

capitano giorni in cui vedi queste persone dentro scene dentro giorni lontano anni, lontano una vita, o anche poche ore, ma sai che non torneranno più

non solo le situazioni ma anche le persone,

capitano giorni in cui sai che tutto ciò che ti separa da queste persone non è il fatto che loro non sono te,

non è legato al fatto che il tempo o la distanza hanno portato separazione,

non è legato a situazioni o a determinati eventi

in questi momenti sai benissimo che si tratta alla fin fine di essere tu in un carattere e l'altro nel suo.

Ci si può incontrare ma solo uscendo ognuno dal suo,

ma fuori fa freddo, e se non ci si tiene e ci si scalda a vicenda è facile tornare ognuno nel suo posto caldo e conosciuto,

dentro quel carattere che ama la vendetta e il senso di potere che dà (8), il ritiro e il freddo e il senso di pace che infondono(5), la paura e la sua ricerca di sicurezza(6) il correre dietro alle fantasie più golose e il senso di libertà relativo (7), al piacere di piacere e al senso dell'abbondanza (2), al piacere di essere utile e al senso di efficenza (3), alla dolorosa profondità dell'essere e al senso di essere speciali (4), alla ricerca spietata della perfezione e al senso di degnità e onore (1), al lavoro e solo lavoro e alla piacevole anestesia che l'accompagna (9).

Bisogna tenersi stretti, e continuare a farlo e lottare per farlo.

Altrimenti si rischia di trovarsi un istante, ben sapendo che le rispettive strade non potranno mai incontrarsi: come quando incontri estranei al finestrino in una qualsiasi teleferica.

Appena riesci a vederli, già sai che se ne andranno.

Se puoi, trova una persona che vuole uscire dalla teleferica, che riesce a scendere la montagna a piedi e sopportando il freddo e che soprattutto voglia farlo con te.

Il resto è solo inutile sofferenza, inutile ricordo.

Alessandro D'Orlando

martedì 14 aprile 2009

La tua Vision è sana?
















Avere una Vison del proprio futuro, per esempio tra 15 anni, vedere la propria vita in retrospettiva a partire da quell’ipotetico punto nel futuro, ritornare al presente e controllare lo stato di avanzamento verso il proprio obiettivo nella vita,,,, sono tutte operazioni vitali per puntare sul positivo, sulle proprie risorse e accrescere la propria qualità di vita….

C’è solo un problema: da dove nasce la Vision? Dal carattere o dall’essenza? O meglio: in che percentuale il carattere influisce sulla propria progettualità – visto che è impossibile vivere senza carattere!

Mi spiego meglio: per carattere intendo quell’insieme di automatismi mentali, emotivi e di comportamento così come sono descritti da C. Naranjo nel libro “Carattere e Nevrosi”. Essendo meccanismi formatisi entro i primi sei anni di vita, difficilmente una persona pensa che quel suo modo di vedere e di vivere la vita sia non qualcosa di personale e originale ma in gran parte descrivibile in un modello tramandato da generazioni di ricercatori nel campo dell’anima e della crescita umana.
Così avremo ad esempio Vision di un carattere tipo Uno condizionate dalla sua ricerca della perfezione – ossessione a livello mentale - e della repressione degli errori -attraverso impulsi di rabbia “congelata”, che si esprime ad esempio con il disprezzo per le imperfezioni altrui ed un senso di superiorità legata alla propria diligenza, precisione, rispetto delle regole….
Avremo Vision di un Due, in cui l’orgoglio - fissazione emotiva - e la ricerca della dimostrazione dei propri talenti e della propria “abbondanza” - fissazione a livello mentale - portano alla possibile rappresentazione di un mondo dove gli altri non potranno che apprezzare i propri talenti e capacità speciali.
La Vision di un Tre invece sarà forse quella di chi vuole agire in maniera da essere sempre più efficiente, efficace, prestante, così come impongono la fissazione emotiva - la vanità- e la fissazione mentale – l’arte del trasformismo finalizzato al compiacere ed al successo-.
La Vision di un Quattro invece sarà forse inficiata dalle tendenze masochistiche che portano a livello mentale a vedere solo le cose che non vanno e a livello emotivo a sentire soprattutto il proprio dolore per un passato che spesso è oggettivamente di sofferenza.
La Vision di un Cinque potrà invece essere legata alla ricerca di isolamento - a livello mentale - e alla voglia di risparmiare le proprie energie - l’”avarizia” sul piano affettivo è la fissazione di questo enneatipo.
La Vision del Sei sarà invece frutto della sua paura – fissazione emotiva – e della sua ricerca di sicurezza – fissazione a livello mentale?
La Vision di un Sette sarà condizionata dalla sua ricerca di piaceri costante – la gola sul piano emotivo – e la sua tendenza a non prendersi responsabilità e a mentire a sé stesso e agli altri – la fraudolenza sul piano mentale?
La Vision di un Otto sarà influenzata dalla sua ricerca di potere – sul piano mentale – e dalla sua passione per gli eccessi – sul piano emozionale?
La Vision di un Nove sarà invece frutto di della sua indolenza psichica o “il non farsi troppe domande” – a livello emotivo è la sua fissazione – e dalla sua capacità di mantenere lo status quo – a livello mentale?
Quanto Carattere c’è in chi persegue obiettivi di denaro, potere, bellezza, successo, carriera….? Quanto tempo ed energie si possono sprecare per fare questo? Anni? Per poi scoprire che non era lì che si voleva veramente?
Infatti il problema del carattere è che è l’essenza della nevrosi, che Hellinger definisce anche come un “movimento a cerchio” che una persona compie quando sta per avvicinarsi ad un’altra persona: invece di proseguire e completare il contatto ritorna indietro e ricomincia da capo, come nel primo movimento verso la persona amata(spesso la madre): così nessun contatto umano è mai completamente appagante, nessuna strada è mai completamente buona per sé stessi, niente di ciò che si vive a livello di lavoro e affetti scalda il cuore e arriva nell’essenza.
Così il carattere impone una soluzione che Watzlawick definirebbe “come prima più di prima”: più perfezione, più dimostrazione di sé, più successo, più potere e così via, nell’illusione che sarà questo ad avvicinarci al senso della vita, e non quell’ultimo, sacro passo verso il cuore di chi abbiamo davanti.
Quell’ultimo passo, come farlo, è troppo doloroso: risveglia l’antica ferita – “la ferita dei non amati” direbbe Scehllenbaum nel suo omonimo e famoso libro.
Toccare qualcosa di cui si aveva nostalgia profonda, qualcosa che non è stato vissuto abbastanza nel proprio passato, la vita che si è persa senza questo regalo, comporta la capacità di affrontare la disperazione, il senso di vuoto, di impotenza, di terrore, di inutilità… E da soli non si può fare questo.
Non lo si può fare nemmeno lavorando solo per obiettivi: l’amore non è un qualcosa che c’è nel futuro e basta. Non è qualcosa che si può ottenere, né qualcosa per cui lottare: l’amore è nel presente, è ciò che dà senso alle nostre scelte di vita, è ciò che ci circonda: si tratta solo di capire come aprirci ad esso, nutrendocene abbastanza così da poterne dare anche agli altri ed ai nostri progetti – che allora avranno quel cuore che Don Juan raccomanda a Castaneda.
Allora lavorare su una Vision sana significa lavorare anche sul Carattere, affinché il proprio sogno non sia qualcosa che porti lontano dal proprio cuore, in una terra dove non c’è aria né qualcuno da incontrare, in un binario morto alla fine del niente.
Potrebbe essere tardi accorgersene solo alla fine…
Potrebbe essere un vero peccato…

Alessandro D’Orlando

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...