sabato 28 marzo 2009

EROISMO E MISERIE PERSONALI

é vero che un autentico cammino spirituale porta sempre a vedere più chiaramente le proprie miserie: passiamo così dalla puerile idea che è il mondo ad essere sbagliato e non certamente noi, alla consapevolezza di sè....

Spesso però questa consapevolezza porta a un dolore profondo: il dolore di scoprire che abbiamo un carattere che ci ha limitato e continuerà a farlo tutta la vita.

Ma poi penso anche che se davvero il mondo fosse fatto tutto di persone che si chiedono le cose, si interrogano, hanno un approccio morbido alla vita, non credono di essere sempre nel giusto, non si sottomettono a regole inumane e a stili di vita basati sull'ingiustizia e sulla violenza perchè "si fa così" o perchè porta ad un immenso vantaggio personale ... allora credo che ci sarebbe già oggi un Paradiso in Terra.

Forse l'eroismo vero è proprio questo. Procedere da soli, nel buio, non visti e senza poter vedere, un passo alla volta, alle volte con la sensazione di non farcela ma con il senso della necessità di liberarsi dalle proprie pesantezze, con cadute continue e risalite faticose e anche lunghe stagnazioni, con piccole azioni spesso indecise e le grandi perdite che tutto ciò ci comporta.

Forse è questa l'energia che tiene insieme il mondo: la meno visibile, la meno percepita, la meno valorizzata, ma la più fondamentale.

E anche il vedere le proprie miserie appartiene a quella forza fondamentale.

RESPIRO ESTASI E REALTA'

Quando si utilizzano le tecniche di respirazione è facile vivere, specie con il respiro veloce e profondo, esperienze insolite e spesso affascinanti: stati di coscienza di amore incondizionato, di pace profonda, esperienze extracorporee, sensazione di essere finalmente "a casa"... ma poi c'è il ritorno alla realtà.

Certo, si torna trasformati, più leggeri, meno negativi, meno ancorati al proprio carattere (nel senso del modello dell'enneagramma di Naranjo), ma sicuramente mai come nelle esperienze di "vetta" - come direbbe Abram Maslow, uno dei padri del 3° polo della psicologia degli anni '60 -.

Tali esperienze che potremmo chiamare spirituali rimangono come faro, indicano una direzione che poi va percorsa con tutte le fatiche, gli errori e gli sbagli che la nostra condizione umana comporta.

é con questo spirito che riporto quindi questa frase di Aivanov....

Pensiero del giorno 23/05/2008.

"L'Intelligenza cosmica non ci ha mandati sulla terra perché, una
volta arrivati, pensassimo unicamente a lasciarla con il
pretesto che è il Cielo la nostra vera patria. Per la salute
fisica e psichica, è altrettanto nocivo sia voler abbandonare la
terra per il Cielo, che abbandonare il Cielo per la terra. Avendo
deciso di pregare e di meditare, alcuni corrono il pericolo di
lasciarsi andare alla pigrizia o anche alla confusione mentale,
poiché non riescono più a distinguere il reale dall'immaginario.
Questo va evitato ad ogni costo. Perfino le estasi, che per un
mistico sono gli stati più auspicabili, rovinano la salute se
non sono vissute con misura, prudenza e saggezza. È detto che
Dio è un fuoco divoratore, e il corpo fisico non è costruito in
modo tale da sopportare a lungo quel fuoco."

Omraam Mikhaël Aïvanhov


http://www.prosveta.it/novita.htm

RESPIRO ESTASI E REALTA'

Quando si utilizzano le tecniche di respirazione è facile vivere, specie con il respiro veloce e profondo, esperienze insolite e spesso affascinanti: stati di coscienza di amore incondizionato, di pace profonda, esperienze extracorporee, sensazione di essere finalmente "a casa"... ma poi c'è il ritorno alla realtà.

Certo, si torna trasformati, più leggeri, meno negativi, meno ancorati al proprio carattere (nel senso del modello dell'enneagramma di Naranjo), ma sicuramente mai come nelle esperienze di "vetta" - come direbbe Abram Maslow, uno dei padri del 3° polo della psicologia degli anni '60 -.

Tali esperienze che potremmo chiamare spirituali rimangono come faro, indicano una direzione che poi va percorsa con tutte le fatiche, gli errori e gli sbagli che la nostra condizione umana comporta.

é con questo spirito che riporto quindi questa frase di Aivanov....


http://www.prosveta.it/novita.htm

sabato 21 marzo 2009

ESSERE IN CONTATTO CON SE' STESSI

Mi sono chiesto per lungo tempo se aveva ragione un esponente mondiale della PNL se era vero che guardarsi negli occhi a lungo non era poi così importante per stare in contatto con gli altri: faceva capire che tutto è una costruzione della mente…- almeno questo mi sembrava il tono delle sue dichiarazioni.
Mi chiedevo cosa significa stare in contatto con qualcuno, quando di mezzo ci sono l'EGO, le manipolazioni, i giochi di potere, le paure, le cose che ci raccontiamo ed in cui crediamo e che però con la vita c'entrano poco.

Adesso, dopo anni, mi rendo conto che stare in contatto con qualcuno significa permettermi di provare le emozioni che lo stare in relazione con lui/lei mi suscita, il permettermi di condividerle, con attenzione, e lo stare in ascolto dell’effetto che fa all’altro questa condivisione.

Essere in contatto con l’altra persona significa oggi per me l’accettare il mio bisogno dell’altro, la mia vulnerabilità davanti al fatto che posso sempre essere abbandonato, ferito, tradito, offeso.

Soprattutto che posso io fare questo con lui per automatismi miei che potrei non riconoscere per tempo e che potrebbero fare del male a chi è in relazione con me in quel momento.

Ritiri inspiegabili, parole e gesti grossolani, mancanza di tatto: sono infiniti i modi per non stare in contatto con sé stessi e con l’altro.

Oggi per me l’unica medicina è stringere un patto nella relazione, con il quale io non esco da essa semplicemente per paura, come se il sottofondo di base fosse dato dalle parole: ti tengo, come vorrei che tu tenessi me, nonostante tutta la mia e tua negatività.

Ci sono, anche se tu vai e poi torni, o se io posso fuggire e tornare, senza nessuna spiegazione che possa attenuare il dolore dell’abbandono o della ferita.

Ci sono, puoi contare su di me ed io su di te: perché anche darti la possibilità di darmi qualcosa, o di toccarmi il cuore può essere buono non solo per me ma anche per te.

Oggi per me stare in relazione significa non dare peso a tutto ciò che ha fatto e fa male, perché la bellezza di stare a cuore aperto davanti a qualcuno, aperto alla possibilità di ricevere e di chiedere, di dare qualcosa o di condividerlo, è molto più importante.

Come se nei ricordi i momenti belli fossero infinitamente più veri di quelli brutti.

Come se nel presente i momenti di “intimità” tra noi fossero più significativi di quelli dove non c’è intimità.

Forse, da questo punto di vista, ci sono infiniti modi per non essere nella relazione con l’altro, e forse questi momenti nella vita prevalgono: ma credo che alla fine della giornata, e forse anche della vita, se in noi troviamo degli spazi di pieno, e di nutrimento, questi spazi sono fatti di relazioni e di persone in cui e con cui noi abbiamo stabilito un contatto con l’altro.

E cosa sia questo contatto io l’ho provato a dire qui.

Domani questa idea di intimità sarà ancora più ricca per me: e questo è forse crescere come esseri umani, o meglio, divenire veramente esseri umani, e cessare di essere semplici automi schiavi delle abitudini e dell’educazione.

Sempre questo percorso è contrassegnato dal dolore di scoprire in quanti modi ci neghiamo alla vita e alle persone: ma per me non c’è dolore più fertile.

E anche ora che sto per concludere, termino con un senso di gratitudine per avere la possibilità di poter esprimere queste parole e di dare e condividere quanto ricevo ogni giorno…. Anche con te…

Alessandro D'Orlando

mercoledì 18 marzo 2009

SCEGLIERE GLI STATI DELL'IO

Gli stati dell'io sono semplicemente degli stati mentali ed emozionali diversi tra loro e che attraversiamo tutti diverse volte ogni giorno. La differenza fondamentale tra di essi è data dal fatto che alcuni stati portano a perdere energia, altri invece la danno in eccesso, sembra quasi una forzatura - ad esempio l'esaltazione che possono porvare alcuni frequentatori di certi tipi di corsi sulla vendita.
Altri stati sono invece di equilibrio, inteso come capacità di ascolto delle emozioni proprie e altrui, di ascolto dei propri pensieri e di ciò che accade intorno, con la capacità di elaborare le informazioni ricevute e di utilizzarle efficacemente in funzione del contesto attuale e di un progetto: è un pò lo stato di colui che lotta nelle arti marziali contro più avversari.
Sa come agire, non oppone resistenze, non dà giudizi morali, non si dispera nè si esalta, ha una strategia che cambia costantemente in funzione dei cambiamenti di scena e della vittoria...
Scegliere gli stati dell'io, oltre che ascoltarli, è possibile. Lo insegna anche la PNL - Programmazione Neurolinguistica: é possibile amplificare uno stato interiore o rafforzarlo di intensità o prolugarlo...
Un'altro discorso è invece capire in base a cosa si opera la scelta: potrei utilizzare uno stato dell'io che mi permette di vendere una certa visione del mondo, o un prodotto... ma che conseguenze ha questo sull'altro?
La scelta dello stato dell'io è frutto quindi di una dimensione che non è tanto mentale quanto spirituale.
Invece la capacità di capire se uno stato dell'io toglie energia, nè dà troppa o è uno stato di risorsa, è una questione di sensibilità e capacità di ascolto.
Ma in fondo attenzione, capacità di ascolto, sensibilità, spiritualità, amore hanno lo stesso significato.
E la respirazione può cambiare gli stati dell'io senza le scelte arbitrarie dell'Ego, veicolando forze che lo trascendono e lo ammorbidiscono - senza teorie, parole, ....

domenica 15 marzo 2009

Antidepressivi

Ancora due parole sugli antidepressivi...

Vedi questo sito

E questo

A questo punto non mi resta che indirizzarvi al sito di Giù le mani dai bambini!

E ognuno poi si faccia il suo giudizio...

Da rilevare che in molti psicofarmaci si trova il fluoro....

sabato 14 marzo 2009

EFFETTO PLACEBO

"La vita è uno stato mentale", è la frase di chiusura di un grande film "Oltre il giardino". La mente può molto a tal punto che lo stesso Richard Bandler, esperto mondiale in Programmazione NeuroLinguistica, voleva brevettare un farmaco chiamato "Placebo", con le avvertenze che si trattava di un prodotto senza principio attivo, convinto che avrebbe funzionato bene ... la FDA lo vietò. Peccato. Questo articolo dimostra che forse ci sarebbe ancora molto da dire a riguardo...
Sicuramente un articolo che non fa che confermare quanto espresso da Ivan Illich oramai oltre trent'anni fa, nel leggendario libro "Nemesi Medica".
Mi chiedo se sia sufficiente dare a una categoria di persone la tutela della salute pubblica e non introdurre maggiore trasparenza nella gestione della salute. A ognuno il suo giudizio.
Tra l'altro prima di parlare dei ciarlatani della salute forse dovremmo leggere per par condicio anche l'articolo sulla medicina in questo libro.
Forse parlare dell'importanza della mente, dell'inconscio, della guarigione operata attraverso rituali che prima che al corpo si rivolgono al potere della mente, a cui l'uomo può accedere attraverso gli stessi rituali, parlare quindi dell'importanza delle immagini e dei pensieri di ogni giorno rispetto alla salute e alla malattia, questa forse è la vera rivoluazione che ci attende...
Per questo auguro a tutti noi di avere ogni giorno sempre più immagini e pensieri di gratitudine, di cura verso se stessi il mondo, di accettazione e costruttività verso le aree d'ombra dell'essere dentro e fuori di noi... per una vita più luminosa...

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...