Capitano giorni in cui guardi alle persone che hai amato e che ami ancora oggi, che fanno parte ancora della tua vita o che se sono già andate altrove anche se non l'avresti voluto,
capitano giorni in cui vedi queste persone dentro scene dentro giorni lontano anni, lontano una vita, o anche poche ore, ma sai che non torneranno più
non solo le situazioni ma anche le persone,
capitano giorni in cui sai che tutto ciò che ti separa da queste persone non è il fatto che loro non sono te,
non è legato al fatto che il tempo o la distanza hanno portato separazione,
non è legato a situazioni o a determinati eventi
in questi momenti sai benissimo che si tratta alla fin fine di essere tu in un carattere e l'altro nel suo.
Ci si può incontrare ma solo uscendo ognuno dal suo,
ma fuori fa freddo, e se non ci si tiene e ci si scalda a vicenda è facile tornare ognuno nel suo posto caldo e conosciuto,
dentro quel carattere che ama la vendetta e il senso di potere che dà (8), il ritiro e il freddo e il senso di pace che infondono(5), la paura e la sua ricerca di sicurezza(6) il correre dietro alle fantasie più golose e il senso di libertà relativo (7), al piacere di piacere e al senso dell'abbondanza (2), al piacere di essere utile e al senso di efficenza (3), alla dolorosa profondità dell'essere e al senso di essere speciali (4), alla ricerca spietata della perfezione e al senso di degnità e onore (1), al lavoro e solo lavoro e alla piacevole anestesia che l'accompagna (9).
Bisogna tenersi stretti, e continuare a farlo e lottare per farlo.
Altrimenti si rischia di trovarsi un istante, ben sapendo che le rispettive strade non potranno mai incontrarsi: come quando incontri estranei al finestrino in una qualsiasi teleferica.
Appena riesci a vederli, già sai che se ne andranno.
Se puoi, trova una persona che vuole uscire dalla teleferica, che riesce a scendere la montagna a piedi e sopportando il freddo e che soprattutto voglia farlo con te.
Il resto è solo inutile sofferenza, inutile ricordo.
Alessandro D'Orlando
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
giovedì 22 ottobre 2009
martedì 20 ottobre 2009
IL CUORE IMPOSSIBILE
é facile dire: "stai nel cuore", oppure "parla con il cuore".
Reggere a ciò che sente il cuore non è per tutti. E' per pochi.
Il cuore sente a livelli inimmaginabili: sente la solitudine, la paura, il terrore, il senso della morte e della caducità, il bisogno di essere amati e di amare, il lutto per le relazioni perse e, peggio ancora, per quelle buttate via con noncuranza e incosapevolezza.
Il cuore sente la chiusura dell'altro, il suo buttarsi via e il buttare via gli altri.
Il cuore sente l'impotenza, la fame, il freddo, l'angoscia e l'oppressione dell'alienazione e della follia dell'umanità.
E' molto più facile stare nella mente, con il suo ordinato e logico senso delle cose.
Con la sua esistenza lineare e sensata.
I progetti per il futuro... la spiegazione di ciò che è stato e di ciò che è...
Stare nel cuore richiede una forza enorme: la forza di chi scende negli abissi alla ricerca delle perle e dei tesori che custodisce, per gioirne poi alla luce del sole.
Se riesci a superare il vederti allo specchio nel bene e soprattuto nel male, se riesci a reggere a tutto il dolore che attraversi, se riesci a reggere al dolore che ti arriva senza reagire, senza andare in mania, senza abbatterti ancora di più.
Se riesci a fare tutto questo....
allora sì, sei nel cuore.
Il resto è inutile zucchero new age.
Alessandro D'Orlando
Reggere a ciò che sente il cuore non è per tutti. E' per pochi.
Il cuore sente a livelli inimmaginabili: sente la solitudine, la paura, il terrore, il senso della morte e della caducità, il bisogno di essere amati e di amare, il lutto per le relazioni perse e, peggio ancora, per quelle buttate via con noncuranza e incosapevolezza.
Il cuore sente la chiusura dell'altro, il suo buttarsi via e il buttare via gli altri.
Il cuore sente l'impotenza, la fame, il freddo, l'angoscia e l'oppressione dell'alienazione e della follia dell'umanità.
E' molto più facile stare nella mente, con il suo ordinato e logico senso delle cose.
Con la sua esistenza lineare e sensata.
I progetti per il futuro... la spiegazione di ciò che è stato e di ciò che è...
Stare nel cuore richiede una forza enorme: la forza di chi scende negli abissi alla ricerca delle perle e dei tesori che custodisce, per gioirne poi alla luce del sole.
Se riesci a superare il vederti allo specchio nel bene e soprattuto nel male, se riesci a reggere a tutto il dolore che attraversi, se riesci a reggere al dolore che ti arriva senza reagire, senza andare in mania, senza abbatterti ancora di più.
Se riesci a fare tutto questo....
allora sì, sei nel cuore.
Il resto è inutile zucchero new age.
Alessandro D'Orlando
sabato 10 ottobre 2009
Non succede a te... succede per te...
Questo l'ha detto una paziente in seduta.
Disse che la sua guida interiore le ricordò che quei ricordi dolorosi della sua vita erano legati a avvenimenti che non erano accaduti a lei: erano accaduti per lei.
Paramhansa Yogananda scrisse una volta che davanti al mondo devastato piangeva e chiedeva "perchè?": la risposta che venne dal Dio in lui fu: "lo faccio perchè l'uomo ritrovi tutto ciò nel suo cuore".
Gli avvenimenti che fanno più male... quelli che sembrano far impazzire...
quelli sono i momenti in cui può accadere qualcosa, qualcosa di grande nel cuore.
Aivanov, credo che dica che un saggio sa distillare luce da ogni situazione: per quello emana luce.
Credo che ciò sia profondamente vero.
A.
Disse che la sua guida interiore le ricordò che quei ricordi dolorosi della sua vita erano legati a avvenimenti che non erano accaduti a lei: erano accaduti per lei.
Paramhansa Yogananda scrisse una volta che davanti al mondo devastato piangeva e chiedeva "perchè?": la risposta che venne dal Dio in lui fu: "lo faccio perchè l'uomo ritrovi tutto ciò nel suo cuore".
Gli avvenimenti che fanno più male... quelli che sembrano far impazzire...
quelli sono i momenti in cui può accadere qualcosa, qualcosa di grande nel cuore.
Aivanov, credo che dica che un saggio sa distillare luce da ogni situazione: per quello emana luce.
Credo che ciò sia profondamente vero.
A.
La perla che nessuno vuole
Reggere l'intimità nel senso di Erich Berne, ossia quello spazio in cui ci si sente vicini a qualcuno, soprattutto in una relazione di coppia, non è da tutti.
La base è sempre fatta di paura e sofferenza: paura di aver bisogno di qualcuno, paura di ferire qualcuno o di essere feriti, dolore per il rifiuto di un'attenzione o della propria persona.
Per non stare lì ci arrabbiamo, iniziamo guerre preventive, troviamo mille motivi per allontanarci da qualcuno a cui teniamo.
Ma quella è inutile sofferenza e tempo perso.
La sofferenza che serve e il tempo ben speso, è quello in cui si è accettato di stare in quella zona che fa tanto paura.
Non è facile farlo, nè soprattutto prolungare quel soggiorno. Sembra alle volte di stare senza aria nell'acqua...
ma poi... come dire... crescono le branchie...
Un nuovo mondo può aprirsi...
Ed ha un sapore tutto nuovo...
AD
La base è sempre fatta di paura e sofferenza: paura di aver bisogno di qualcuno, paura di ferire qualcuno o di essere feriti, dolore per il rifiuto di un'attenzione o della propria persona.
Per non stare lì ci arrabbiamo, iniziamo guerre preventive, troviamo mille motivi per allontanarci da qualcuno a cui teniamo.
Ma quella è inutile sofferenza e tempo perso.
La sofferenza che serve e il tempo ben speso, è quello in cui si è accettato di stare in quella zona che fa tanto paura.
Non è facile farlo, nè soprattutto prolungare quel soggiorno. Sembra alle volte di stare senza aria nell'acqua...
ma poi... come dire... crescono le branchie...
Un nuovo mondo può aprirsi...
Ed ha un sapore tutto nuovo...
AD
sabato 3 ottobre 2009
L'illusione della scelta
"Fai della Tua Vita un Capolavoro!" (Make your Life a Masterpiece!)
Antony Robbins
Alle volte si ha l'impressione di poter scegliere: scegliere tra la notte e aggrapparsi a una scivolosa stallattite in una caverna buia.
O tra la solitudine e il dolore.
O tra un inferno di ghiaccio o uno di fuoco.
E alle volte si ha l'impressione che sia meglio la solitudine con qualcuno che da soli.
La paura, il terrore del nulla fissano lo sguardo orribilmente su un bivio in cui destra e sinistra non sono meglio dello schiantarsi al muro che si ha davanti.
In questi casi, solo la fede che sia possibile qualcosa di diverso può fare la differenza.
Una luce in fondo: che scalda poco, che è lontana, che non illumina.
Che guida solamente.
La vaga sensazione che possa esserci qualcosa di meglio.
Qualcosa di meglio tra morire per un sasso in testa o per una caduta da un ponte.
Serve aspettare.
Respirare.
Fermarsi.
Ansimare con l'asma se occorre.
Ma non è la luce che viene da te: sei tu che deve camminare in quel tunnel.
E potrebbe volerci molto tempo.
E devi tenere lo sguardo su quella luce.
Può non essere nulla.
Ma è tutto quello che hai. E potrebbe essere che è tutto quello che abbiamo sempre avuto per creare qualcosa che non c'è mai stato nella nostra vita, nè in quella della nostra famiglia.
Quella fede, quella piccola fede è ciò che ti porta verso l'eccellenza.
AD
Antony Robbins
Alle volte si ha l'impressione di poter scegliere: scegliere tra la notte e aggrapparsi a una scivolosa stallattite in una caverna buia.
O tra la solitudine e il dolore.
O tra un inferno di ghiaccio o uno di fuoco.
E alle volte si ha l'impressione che sia meglio la solitudine con qualcuno che da soli.
La paura, il terrore del nulla fissano lo sguardo orribilmente su un bivio in cui destra e sinistra non sono meglio dello schiantarsi al muro che si ha davanti.
In questi casi, solo la fede che sia possibile qualcosa di diverso può fare la differenza.
Una luce in fondo: che scalda poco, che è lontana, che non illumina.
Che guida solamente.
La vaga sensazione che possa esserci qualcosa di meglio.
Qualcosa di meglio tra morire per un sasso in testa o per una caduta da un ponte.
Serve aspettare.
Respirare.
Fermarsi.
Ansimare con l'asma se occorre.
Ma non è la luce che viene da te: sei tu che deve camminare in quel tunnel.
E potrebbe volerci molto tempo.
E devi tenere lo sguardo su quella luce.
Può non essere nulla.
Ma è tutto quello che hai. E potrebbe essere che è tutto quello che abbiamo sempre avuto per creare qualcosa che non c'è mai stato nella nostra vita, nè in quella della nostra famiglia.
Quella fede, quella piccola fede è ciò che ti porta verso l'eccellenza.
AD
QUELLI CHE.... UNA VOLTA CHE IL VASO E' ROTTO E' ROTTO
QUELLI CHE.... UNA VOLTA CHE IL VASO E' ROTTO E' ROTTO
Ci sono persone che una volta che la fiducia è stata tradita, non perdonano.
Accusano, si vendicano, poi se ne vanno.
In queste situazioni viene negata all'altro la possibilità di sbagliare con la sua umanità,
viene negata alla crisi il suo valore di cambiamento,
viene data alla relazione tra adulti un significato che non può avere:
chi chiede all'altro "dimmi che starai per sempre con me, dimmi che non mi tradirai mai, dimmi che non mi lascerai mai"… ?
- Solo un bambino, o una bambina, al genitore.
Come dice Hellinger, ognuno ha diritto ad un paio di peccati: chi nega questo, ha un amore piccolo.
E con questo piccolo amore non può crescere, nè dare spazio di crescita alla relazione.
Se quindi decide di andarsene è perchè alla fin fine, cercava una scusa per andarsene: restare, con il doloroso processo di cambiamento che comporta, farebbe troppo male.
Ma male faceva anche prima, male di restare in un rapporto che non doveva crescere: è difficile chiedere ad un rapporto di non crescere e non cambiare.
Il tempo, con il dolore del cambiamento e l’incubo della fine, entra sempre dalla finestra:
solo una creatività costante e una costante ricerca di equilibri può placare questa angoscia.
Fare cose nuove, mettersi in discussione, ammettere i propri errori, seguire l’altro fin nei suoi ragionamenti più estremi per capire come si muove nel mondo, ma senza perdere il proprio: questo permette ad un rapporto di crescere.
Se alla fine l’altro se ne va, per chi resta, resta solo con la sua colpa e la sua solitudine.
Chi se ne va, va con la sensazione di essere nel giusto, completamente anestetizzato nella sua umanità.
Di solito il tempo poi lascia depositare l’illusorio senso della giustizia e resta solo il dolore per la persona che si è lasciata.
Chi è stato lasciato di solito resta con la ferita del non essere stato preso.
Sono ferite che restano e lavorano nell’anima.
E a quel che sento dire e che ho visto nelle costellazioni familiari e che ho vissuto, per sempre.
AD
LA CRISI - DI ALBERT EINSTEIN - da una mail di Sebastiano Zanolli
”Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa. La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura. È dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. La convenienza delle persone e delle nazioni è di trovare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza. Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo. Invece di ciò dobbiamo lavorare duro. Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla”.
Albert Einstein
Albert Einstein
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