mercoledì 9 dicembre 2009

La scala della nevrosi

Nella relazione con gli altri possiamo conseiderare che esistono divers livelli di salute.

Al primo livello esistono persone che esistono solo nel carattere: sono pericolose e ci si deve proteggere. Hanno una completa cecità rispetto al mondo interno, hanno un completo desiderio di benessere, cambiano faccia non appena tocchi il loro dolore.
L'unica azione giusta è scappare.

Al secondo livello stanno i nevrotici: essi hanno bisogno di essere contenuti. Non sono pericolosi e vanno contenuti con l'autorità, le regole, il mettere dei limiti.
Se non rispettano i limiti allora anche qui è meglio scappare più che contenere.

Al terzo livello esistono le persone normali di ogni giorno: con esse ci si può relazionare senza grossi sforzi.

Infine ci sono persone di solo cuore: da esse ci si può far guidare.

Un errore comune per chi procede nella via dello sviluppo personale, è farsi impegolare in situazioni dove si riesce a vedere il cuore dell'altro - data la profondità della visione -, ma si sopravvaluta la propria capacità di relazionarsi con quel cuore, si sopravvalutano i propri strumenti e le proprie capacità.

é un peccato di arroganza che si sconta con grandi sofferenze personali.

Dopo queste sofferenze si può imparare a rispettare la chiusura dell'altro, si può avere la giusta distanza e lasciare l'altro nel suo inferno.

E procedere nella via della guarigione dal carattere.

Alessandro D'Orlando

lunedì 7 dicembre 2009

Il vuoto dentro

Stare soli espone a un vuoto,

Un vuoto che contiene tutti i ricordi,

E peggio dei ricordi le situazioni che non si sono chiuse e che forse non si chiuderanno mai,

e oltre ai ricordi e alle situazioni c'è l'infinito spazio del non senso delle cose

e quel vuoto è amplificato dalle persone che mancano,

e dal non sapere come fare a stargli vicino,

è quel vuoto che tiene svegli di notte,

e che spinge a correre e a vivere esperienze: per non caderci dentro.

Ma sai che prima o poi ti raggiungerà.

Poi girarti e aspettarlo a braccia aperte?

Puoi farlo un pò ogni giorno,

puoi farlo un pò ogni notte?

Puoi dargli un pò di spazio nella tua vita?

Cosa succede se lo fai?

Può essere che alla fine, sia solo un bambino che piange?

Piccolo, molto piccolo, piccolo di poche settimane?
Infinitamente debole ma già infinitamente sensibile?

Riesci a reggere questa debolezza, e questa sensibilità contemporaneamente così come ha fatto lui prima di diventare l'essere duro che sei ora?

Alessandro D'Orlando

Il limite della vita

Ci deve essere un limite a tutto:
ai sensi di colpa;
alla vergogna;
alla felicità;
all'entusiasmo;
al dolore;
alla gioia;
al piacere;
alla nostalgia;
al pianto e al rimpianto;
all'odio e alla rabbia;

E anche all'amore.

L'eccesso distrugge la salute e fermarsi quando l'energia è troppa può essere una necessità vitale.

Come nello Yoga, in cui si dice che per canalizzare l'energia in misura sempre più consistente serve pratica e pazienza;

come nel Cristianesimo, dove la visione del divino va dosata perchè ha in sè tanto amore che può essere difficile da reggere;

come accade quando si respira, in cui la visione dell'amore fa crollare il cuore e le sue chiusure dal pianto: e fa tanto, tanto male.

Un giorno forse riusciremo a sentire completamente la vita per come è: fino a quel momento dobbiamo accettare le nostre chiusure, le nostre rigidità, le nostre dissociazioni, i nostri no, le nostre debolezze e le nostre bassezze.

Sono solo un modo per controllare il dolore e la paura di esistere.

Per dare un limite a ciò che percepiamo vivendo.

Per avere la percezione di un senso e di un confine davanti allo spaventoso infinito della vita.

Alessandro D'Orlando

sabato 5 dicembre 2009

L'arte di mangiare sterco

Non è facile mangiare sterco in una relazione.

Alle volte è necessario, se sai di avere sbagliato, o se sai che l'altro ha bisogno di sfogarsi.

Alle volte è terapeutico mangiare sterco perchè insegna a mettere da parte l'ego.

Non è facile tuttavia.

Richiede un'arte sottile e difficile: quella di vedere nella stupidità dell'altro la propria stupidità.

E' difficile, molto difficile: i più crollano in questo compito. Cadono in depressione, o abbandonano il campo prima della fine della partita, verso situazione più leggere e inutili.

Solo se mangi sterco con tranquillità, come se fosse buono - perchè così è: è buono per la crescita - puoi continuare...

Solo se aspetti di aver digerito bene prima di parlare...

La vittoria è sempre la stessa: la conoscenza di sè, la sconfitta dell'ego.

Riguardo alla relazione ... bè, .... può essere perfettamente inutile.

Alessandro D'Orlando

martedì 1 dicembre 2009

Tutto accade per imparare a sorridere

Credo che fosse Madre teresa di Calcutta quella che diceva che la giornata più sprecata è quella in cui non abbiamo mai sorriso.

Credo che avesse ragione.

Inizio a credere che tutto ci accada per imparare a sorridere di nuovo.

Hamingway nei 49 racconti, nella novella "Un posto pulito, illuminato bene", descriveva la preghiera di un cameriere che alla chisura del locale a tarda ora, nella solitudine lasciata dagli ultimi avventori, recitava la sua preghiera del Padre Nostro, sostituendo alla parola Padre la parola Nulla.

Il suo Nichilismo, per quanto attravente da certi punti di vista per il coraggio che richiede alla persona per conviverci, lo portò al suicidio alcuni anni più tardi.

Pathos, nichilismo, tragedia, dolore, fatica devono sciogliersi ad un certo punto in un sorriso di serenità e accettazione: o non sono serviti a nulla.

Il dolore e la sofferenza puliscono. Ma poi devono andarsene: o non sono serviti a nulla.

Per questo credo che a ogni nostro dolore, ogni giorno, dobbiamo dare la libertà di fiorire in un sorriso, di andarsene - e anche di ritornare se serve.

Un sorriso di saluto

Alessandro D'Orlando

lunedì 30 novembre 2009

LE AMBIGUE RELAZIONI DEGLI ADULTI

Con il tempo le relazioni tra le persone diventano sempre più ambigue:

tradimenti affettivi o sessuali, terze persone che gravitano attorno ad un rapporto di coppia, volontà di qualcuno di andarsene, amore-odio per la stessa persona, magari quella più amata, dedsiderio di stare con qualcuno ma anche di lasciarlo, bisogno di avere accanto una persona ma anche averla lontana...

Sono solo alcune comuni ambiguità in cui ci si trova sempre più stretti da adulti.

Per questo il rapporto di coppia perde la sua attrazione: lo si vede per quello che è.

Un gran casino.

L'unico modo forse per mettersi in gioco, e mantenere la capacità di amare qualcuno, è ricordarsi sempre di cosa stava vivendo quel bambino o quella bambina che eravamo nella sua famiglia di origine mentre stava con le emozioni e con i pensieri così come ci sentiamo ora e qui in questa relazione con quella persona.

Allora la relazione con l'altro lascia emergere qualcosa di più profondo dei problemi che ha l'altro: tira fuori i nostri problemi.

Da quelli si può ripartire nel rapporto.

Alessandro D'Orlando

domenica 29 novembre 2009

Sii ora la persona che avresti voluto essere

Quando senti il peso dei tuoi errori, c'è solo un modo per reggerli senza crollare sotto la colpa, per non sprofondare in una depressione o per non sfuggire in un mondo di leggerezza e inconsapevolezza dove non ci sono problemi ma nemmeno consistenze: è il dare frutti a partire dal proprio dolore.

Ogni giorno si può digerirne un pezzo e trasformarlo in quella qualità della presenza, della mente, del cuore, dei comportamenti che avrebbero dovuto esserci e che non ci sono stati.

Che accuse ti venivano fatte? Che cosa ti veniva rimproverato? Di che cosa hanno sofferto le persone vicino a te?
Guarda a tutto questo e non farlo più. Impegnati al massimo.

Il passato non tornerà per questo (è così forse che la vita ci prepara alle perdite che verranno e per le quali non potremo fare nulla), ma almeno tu potrai andare avanti.

Non sarà forse molto quello ti rimane, ma è meglio che il niente che avresti rimandendo in un passato che non esiste più se non nella tua mente.

Alessandro D'Orlando

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...