Oggi sto ringraziando,
le persone che mi hanno tradito per avermi insegnato la fedeltà,
le persone che mi hanno mentito per avermi insegnato a dire la verità,
le persone confuse perchè mi hanno insegnato il valore della chiarezza,
le persone che mi hanno abbandonato perchè mi hanno insegnato il valore della presenza,
le persone sconnesse dal cuore perchè mi hanno insegnato l'immenso valore della consapevolezza,
le persone che mi hanno tolto qualcosa di prezioso perchè mi hanno insegnato
l'impermanenza di tutto e il valore del non attaccamento,
le ringrazio perchè mi hanno fatto capire che cosa si prova davanti alla durezza di chi si ama,
le ringrazio perchè mi hanno insegnato che condannare significa legarsi e ripetere gli stessi errori che si condannano, o ritravarli ancora e ancora nelle persone che si incontrano,
le ringrazio perchè mi hanno fatto da specchio,
e perchè mi hanno insegnato a ringraziare.
Forse quello che si perde non torna più,
Ma quello che resta è la fragranza, la bellezza della gratitudine.
Buona serata
AD
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
venerdì 18 dicembre 2009
domenica 13 dicembre 2009
Quello che non passa mai
Se sei in un rapporto dove ogni giorno hai la sensazione che se non fai qualcosa per tenere vicino la persona che ami questa se ne va,
se questa persona ti attacca continuamente e non sai come fare per fare una cosa che sia giusta ai suoi occhi,
se questa persona ti minaccia continuamente di andarsene ma poi torna, ma non sa fino a quando,
se temi di perderla e ti pieghi davanti a lei perchè non succeda,
chiediti chi era qual bambino o quella bambina che facevano la stessa cosa tanti, tanti anni fa: chi era che andava e veniva, chi attaccava e poi amava e poi tornava ad attaccare? Chi cambiava faccia ogni pochi secondi? Chi dava dolore e amore nello stesso tempo? Davanti a chi facevi finta di stare bene o ti annullavi per non sconvolgere delicati equilibri?
Allora togli lo sguardo dalla persona del presente che ti uccide di nostalgia, dolore, gelosia, pausa di essere abbandonata,
lascia che la sua immagine vada sullo sfondo,
guarda a quel fratello, a quella sorella, a quella madre o quel padre che facevano lo stesso,
e lascia andare loro e la loro durezza,
e lascia andare la persona che ami e la sua durezza.
Chi era nel passato rimarrà per sempre nel tuo passato, a illuminarlo se lo vuoi, o per essere dimenticato se lo vuoi,
chi è nel presente, ecco, quello puoi sceglierlo.
Se ci credi
Alessandro D'Orlando
se questa persona ti attacca continuamente e non sai come fare per fare una cosa che sia giusta ai suoi occhi,
se questa persona ti minaccia continuamente di andarsene ma poi torna, ma non sa fino a quando,
se temi di perderla e ti pieghi davanti a lei perchè non succeda,
chiediti chi era qual bambino o quella bambina che facevano la stessa cosa tanti, tanti anni fa: chi era che andava e veniva, chi attaccava e poi amava e poi tornava ad attaccare? Chi cambiava faccia ogni pochi secondi? Chi dava dolore e amore nello stesso tempo? Davanti a chi facevi finta di stare bene o ti annullavi per non sconvolgere delicati equilibri?
Allora togli lo sguardo dalla persona del presente che ti uccide di nostalgia, dolore, gelosia, pausa di essere abbandonata,
lascia che la sua immagine vada sullo sfondo,
guarda a quel fratello, a quella sorella, a quella madre o quel padre che facevano lo stesso,
e lascia andare loro e la loro durezza,
e lascia andare la persona che ami e la sua durezza.
Chi era nel passato rimarrà per sempre nel tuo passato, a illuminarlo se lo vuoi, o per essere dimenticato se lo vuoi,
chi è nel presente, ecco, quello puoi sceglierlo.
Se ci credi
Alessandro D'Orlando
mercoledì 9 dicembre 2009
La scala della nevrosi
Nella relazione con gli altri possiamo conseiderare che esistono divers livelli di salute.
Al primo livello esistono persone che esistono solo nel carattere: sono pericolose e ci si deve proteggere. Hanno una completa cecità rispetto al mondo interno, hanno un completo desiderio di benessere, cambiano faccia non appena tocchi il loro dolore.
L'unica azione giusta è scappare.
Al secondo livello stanno i nevrotici: essi hanno bisogno di essere contenuti. Non sono pericolosi e vanno contenuti con l'autorità, le regole, il mettere dei limiti.
Se non rispettano i limiti allora anche qui è meglio scappare più che contenere.
Al terzo livello esistono le persone normali di ogni giorno: con esse ci si può relazionare senza grossi sforzi.
Infine ci sono persone di solo cuore: da esse ci si può far guidare.
Un errore comune per chi procede nella via dello sviluppo personale, è farsi impegolare in situazioni dove si riesce a vedere il cuore dell'altro - data la profondità della visione -, ma si sopravvaluta la propria capacità di relazionarsi con quel cuore, si sopravvalutano i propri strumenti e le proprie capacità.
é un peccato di arroganza che si sconta con grandi sofferenze personali.
Dopo queste sofferenze si può imparare a rispettare la chiusura dell'altro, si può avere la giusta distanza e lasciare l'altro nel suo inferno.
E procedere nella via della guarigione dal carattere.
Alessandro D'Orlando
Al primo livello esistono persone che esistono solo nel carattere: sono pericolose e ci si deve proteggere. Hanno una completa cecità rispetto al mondo interno, hanno un completo desiderio di benessere, cambiano faccia non appena tocchi il loro dolore.
L'unica azione giusta è scappare.
Al secondo livello stanno i nevrotici: essi hanno bisogno di essere contenuti. Non sono pericolosi e vanno contenuti con l'autorità, le regole, il mettere dei limiti.
Se non rispettano i limiti allora anche qui è meglio scappare più che contenere.
Al terzo livello esistono le persone normali di ogni giorno: con esse ci si può relazionare senza grossi sforzi.
Infine ci sono persone di solo cuore: da esse ci si può far guidare.
Un errore comune per chi procede nella via dello sviluppo personale, è farsi impegolare in situazioni dove si riesce a vedere il cuore dell'altro - data la profondità della visione -, ma si sopravvaluta la propria capacità di relazionarsi con quel cuore, si sopravvalutano i propri strumenti e le proprie capacità.
é un peccato di arroganza che si sconta con grandi sofferenze personali.
Dopo queste sofferenze si può imparare a rispettare la chiusura dell'altro, si può avere la giusta distanza e lasciare l'altro nel suo inferno.
E procedere nella via della guarigione dal carattere.
Alessandro D'Orlando
lunedì 7 dicembre 2009
Il vuoto dentro
Stare soli espone a un vuoto,
Un vuoto che contiene tutti i ricordi,
E peggio dei ricordi le situazioni che non si sono chiuse e che forse non si chiuderanno mai,
e oltre ai ricordi e alle situazioni c'è l'infinito spazio del non senso delle cose
e quel vuoto è amplificato dalle persone che mancano,
e dal non sapere come fare a stargli vicino,
è quel vuoto che tiene svegli di notte,
e che spinge a correre e a vivere esperienze: per non caderci dentro.
Ma sai che prima o poi ti raggiungerà.
Poi girarti e aspettarlo a braccia aperte?
Puoi farlo un pò ogni giorno,
puoi farlo un pò ogni notte?
Puoi dargli un pò di spazio nella tua vita?
Cosa succede se lo fai?
Può essere che alla fine, sia solo un bambino che piange?
Piccolo, molto piccolo, piccolo di poche settimane?
Infinitamente debole ma già infinitamente sensibile?
Riesci a reggere questa debolezza, e questa sensibilità contemporaneamente così come ha fatto lui prima di diventare l'essere duro che sei ora?
Alessandro D'Orlando
Un vuoto che contiene tutti i ricordi,
E peggio dei ricordi le situazioni che non si sono chiuse e che forse non si chiuderanno mai,
e oltre ai ricordi e alle situazioni c'è l'infinito spazio del non senso delle cose
e quel vuoto è amplificato dalle persone che mancano,
e dal non sapere come fare a stargli vicino,
è quel vuoto che tiene svegli di notte,
e che spinge a correre e a vivere esperienze: per non caderci dentro.
Ma sai che prima o poi ti raggiungerà.
Poi girarti e aspettarlo a braccia aperte?
Puoi farlo un pò ogni giorno,
puoi farlo un pò ogni notte?
Puoi dargli un pò di spazio nella tua vita?
Cosa succede se lo fai?
Può essere che alla fine, sia solo un bambino che piange?
Piccolo, molto piccolo, piccolo di poche settimane?
Infinitamente debole ma già infinitamente sensibile?
Riesci a reggere questa debolezza, e questa sensibilità contemporaneamente così come ha fatto lui prima di diventare l'essere duro che sei ora?
Alessandro D'Orlando
Il limite della vita
Ci deve essere un limite a tutto:
ai sensi di colpa;
alla vergogna;
alla felicità;
all'entusiasmo;
al dolore;
alla gioia;
al piacere;
alla nostalgia;
al pianto e al rimpianto;
all'odio e alla rabbia;
E anche all'amore.
L'eccesso distrugge la salute e fermarsi quando l'energia è troppa può essere una necessità vitale.
Come nello Yoga, in cui si dice che per canalizzare l'energia in misura sempre più consistente serve pratica e pazienza;
come nel Cristianesimo, dove la visione del divino va dosata perchè ha in sè tanto amore che può essere difficile da reggere;
come accade quando si respira, in cui la visione dell'amore fa crollare il cuore e le sue chiusure dal pianto: e fa tanto, tanto male.
Un giorno forse riusciremo a sentire completamente la vita per come è: fino a quel momento dobbiamo accettare le nostre chiusure, le nostre rigidità, le nostre dissociazioni, i nostri no, le nostre debolezze e le nostre bassezze.
Sono solo un modo per controllare il dolore e la paura di esistere.
Per dare un limite a ciò che percepiamo vivendo.
Per avere la percezione di un senso e di un confine davanti allo spaventoso infinito della vita.
Alessandro D'Orlando
ai sensi di colpa;
alla vergogna;
alla felicità;
all'entusiasmo;
al dolore;
alla gioia;
al piacere;
alla nostalgia;
al pianto e al rimpianto;
all'odio e alla rabbia;
E anche all'amore.
L'eccesso distrugge la salute e fermarsi quando l'energia è troppa può essere una necessità vitale.
Come nello Yoga, in cui si dice che per canalizzare l'energia in misura sempre più consistente serve pratica e pazienza;
come nel Cristianesimo, dove la visione del divino va dosata perchè ha in sè tanto amore che può essere difficile da reggere;
come accade quando si respira, in cui la visione dell'amore fa crollare il cuore e le sue chiusure dal pianto: e fa tanto, tanto male.
Un giorno forse riusciremo a sentire completamente la vita per come è: fino a quel momento dobbiamo accettare le nostre chiusure, le nostre rigidità, le nostre dissociazioni, i nostri no, le nostre debolezze e le nostre bassezze.
Sono solo un modo per controllare il dolore e la paura di esistere.
Per dare un limite a ciò che percepiamo vivendo.
Per avere la percezione di un senso e di un confine davanti allo spaventoso infinito della vita.
Alessandro D'Orlando
sabato 5 dicembre 2009
L'arte di mangiare sterco
Non è facile mangiare sterco in una relazione.
Alle volte è necessario, se sai di avere sbagliato, o se sai che l'altro ha bisogno di sfogarsi.
Alle volte è terapeutico mangiare sterco perchè insegna a mettere da parte l'ego.
Non è facile tuttavia.
Richiede un'arte sottile e difficile: quella di vedere nella stupidità dell'altro la propria stupidità.
E' difficile, molto difficile: i più crollano in questo compito. Cadono in depressione, o abbandonano il campo prima della fine della partita, verso situazione più leggere e inutili.
Solo se mangi sterco con tranquillità, come se fosse buono - perchè così è: è buono per la crescita - puoi continuare...
Solo se aspetti di aver digerito bene prima di parlare...
La vittoria è sempre la stessa: la conoscenza di sè, la sconfitta dell'ego.
Riguardo alla relazione ... bè, .... può essere perfettamente inutile.
Alessandro D'Orlando
Alle volte è necessario, se sai di avere sbagliato, o se sai che l'altro ha bisogno di sfogarsi.
Alle volte è terapeutico mangiare sterco perchè insegna a mettere da parte l'ego.
Non è facile tuttavia.
Richiede un'arte sottile e difficile: quella di vedere nella stupidità dell'altro la propria stupidità.
E' difficile, molto difficile: i più crollano in questo compito. Cadono in depressione, o abbandonano il campo prima della fine della partita, verso situazione più leggere e inutili.
Solo se mangi sterco con tranquillità, come se fosse buono - perchè così è: è buono per la crescita - puoi continuare...
Solo se aspetti di aver digerito bene prima di parlare...
La vittoria è sempre la stessa: la conoscenza di sè, la sconfitta dell'ego.
Riguardo alla relazione ... bè, .... può essere perfettamente inutile.
Alessandro D'Orlando
martedì 1 dicembre 2009
Tutto accade per imparare a sorridere
Credo che fosse Madre teresa di Calcutta quella che diceva che la giornata più sprecata è quella in cui non abbiamo mai sorriso.
Credo che avesse ragione.
Inizio a credere che tutto ci accada per imparare a sorridere di nuovo.
Hamingway nei 49 racconti, nella novella "Un posto pulito, illuminato bene", descriveva la preghiera di un cameriere che alla chisura del locale a tarda ora, nella solitudine lasciata dagli ultimi avventori, recitava la sua preghiera del Padre Nostro, sostituendo alla parola Padre la parola Nulla.
Il suo Nichilismo, per quanto attravente da certi punti di vista per il coraggio che richiede alla persona per conviverci, lo portò al suicidio alcuni anni più tardi.
Pathos, nichilismo, tragedia, dolore, fatica devono sciogliersi ad un certo punto in un sorriso di serenità e accettazione: o non sono serviti a nulla.
Il dolore e la sofferenza puliscono. Ma poi devono andarsene: o non sono serviti a nulla.
Per questo credo che a ogni nostro dolore, ogni giorno, dobbiamo dare la libertà di fiorire in un sorriso, di andarsene - e anche di ritornare se serve.
Un sorriso di saluto
Alessandro D'Orlando
Credo che avesse ragione.
Inizio a credere che tutto ci accada per imparare a sorridere di nuovo.
Hamingway nei 49 racconti, nella novella "Un posto pulito, illuminato bene", descriveva la preghiera di un cameriere che alla chisura del locale a tarda ora, nella solitudine lasciata dagli ultimi avventori, recitava la sua preghiera del Padre Nostro, sostituendo alla parola Padre la parola Nulla.
Il suo Nichilismo, per quanto attravente da certi punti di vista per il coraggio che richiede alla persona per conviverci, lo portò al suicidio alcuni anni più tardi.
Pathos, nichilismo, tragedia, dolore, fatica devono sciogliersi ad un certo punto in un sorriso di serenità e accettazione: o non sono serviti a nulla.
Il dolore e la sofferenza puliscono. Ma poi devono andarsene: o non sono serviti a nulla.
Per questo credo che a ogni nostro dolore, ogni giorno, dobbiamo dare la libertà di fiorire in un sorriso, di andarsene - e anche di ritornare se serve.
Un sorriso di saluto
Alessandro D'Orlando
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