Essere in una coppia e decidere di crescere assieme è un bel gesto di amore per l'altra persona.
Più è grande questo amore e più è grande la capacità di mettersi in discussione e la capacità di reggere il dolore che comporta il farlo.
Soprattutto perchè il primo lavoro da fare è capire che quello che vediamo nel partner è prima di tutto ciò che abbiamo dentro di noi.
Il leader nella coppia vede per primo questa dinamica e lavora sulle sue proiezioni e spera che l'altro faccia altrettanto.
Alle volte però nel fare questo si crea un disequilibrio nel dare e nel ricevere e chi resta indietro può decidere di andarsene.
Troppo amore fa saltare la coppia come il troppo poco.
Così chi resta e vuole mettersi in discussione deve farlo da solo: da solo capire gli errori, da solo trasformarli, ed è un lavoro tanto più difficile perchè deve vedere i propri lati oscuri per come hanno compromesso una relazione che non c'è più senza farsi colpe eccessive e inutili e paralizzanti, senza cedere alla depressione e senza cedere alla mania che compensa il senso di impotenza per non aver salvato quello che considerava importante, una mania che porta a pensare che dopo il cambiamento ci sarà una nuova possibilità con chi si è perso.
Chi se ne va di solito è più sereno, se ha deciso che la relazione doveva finire.
Guarda avanti e per questo dimentica prima.
Quale sia il senso in assoluto non lo so.
So solo che chi ci soffre è importante che lavori sulla gratitudine per la vita e per chi se ne è andato.
Alla fine si perde un compagno o una compagna di vita, ma si scopre un pezzo di sè stessi: un pezzo molto luminoso e puro.
Quello non se ne andrà mai.
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
domenica 10 gennaio 2010
UNA CANZONE DI GRATITUDINE
In questa canzone c'è invece il senso di gratitudine per aver capito un passato non proprio cristallino e leggero. C'è l'intenzione di andare a fondo alle cose e alle relazioni, con gratitudine... aldilà della colpa...
La sensazione che si prova quando ci si separa
Credo che questa canzone dei Depeche Mode descriva bene nel testo e nelle immagini quallo che si prova quando si scopre che l'amore finisce negli occhi dell'altra persona.
Immagini e testo sono molto azzeccate...
Immagini e testo sono molto azzeccate...
sabato 9 gennaio 2010
Il mondo dei replicanti
Essere umani in un mondo di replicanti è dura per Bruce Willis.
Camminare per strada senza farsi del male in mezzo a corpi mai abbastanza delicati, stare in mezzo a persone che sembrano vere.
Cercare di parlarci fino a quando i proprietari non decidono di disattivare il manichino e lasciarlo senza vita davanti all'interlocutore se le parole vanno troppo dentro.
Nascondere la propria umanità, la vecchiaia, la bruttezza, la debolezza e la tristezza dietro maschere di forza e bellezza.
Evitare tutto quanto è umano come qualcosa di antiestetico (troppo profondo? troppo umano? troppo reale?).
Diverstirsi tra altri corpi di plastica dietro a sorrisi finti e carezze finte, mentre i proprietari se ne stanno dentro corpi e facce non proprio felici.
L'umanità come stigma e colpa e pesantezza rispetto alla leggerezza della plastica e dei software eternamente migliorabili e aggiornabili.
Ieri sono uscito dal cinema ma mi sembra di essere ancora dentro al film.
Qualcuno sa come uscirne?
AD
Camminare per strada senza farsi del male in mezzo a corpi mai abbastanza delicati, stare in mezzo a persone che sembrano vere.
Cercare di parlarci fino a quando i proprietari non decidono di disattivare il manichino e lasciarlo senza vita davanti all'interlocutore se le parole vanno troppo dentro.
Nascondere la propria umanità, la vecchiaia, la bruttezza, la debolezza e la tristezza dietro maschere di forza e bellezza.
Evitare tutto quanto è umano come qualcosa di antiestetico (troppo profondo? troppo umano? troppo reale?).
Diverstirsi tra altri corpi di plastica dietro a sorrisi finti e carezze finte, mentre i proprietari se ne stanno dentro corpi e facce non proprio felici.
L'umanità come stigma e colpa e pesantezza rispetto alla leggerezza della plastica e dei software eternamente migliorabili e aggiornabili.
Ieri sono uscito dal cinema ma mi sembra di essere ancora dentro al film.
Qualcuno sa come uscirne?
AD
giovedì 7 gennaio 2010
Tutta la vita davanti
Se guardi davanti a te, tutta la vita che ti resta.
Se la guardi senza sapere cosa ti aspetta.
Senza aspettarti di essere diverso domani rispetto ad oggi.
Se la guardi sapendo solo che fisicamente sarai meno forte.
E psicologicamente come oggi.
E probabilmente con una qualità di vita molto peggiore rispetto ad oggi.
Se la guardi sapendo che come sei arrivato solo anche te ne andrai da solo.
E che nel mezzo anche dovrai muoverti per la maggior parte del tempo da solo.
Se guardi così alla tua vita,
credi ancora in chi vuole rassicurarti o consolarti?
Te ne importa ancora?
In quella profondità le lusinghe del divertimento ti arrivano o non sono piuttosto lontani echi?
Puoi reggere a quell'energia senza cedere alla paura o alla depressione?
Non è piuttosto un'energia intensa lì?
Come il ronzio di un cavo che conduce ad elevata corrente...
E senza bisogno di nessun ausilio per avere questa energia che ti percorre...
Se la guardi senza sapere cosa ti aspetta.
Senza aspettarti di essere diverso domani rispetto ad oggi.
Se la guardi sapendo solo che fisicamente sarai meno forte.
E psicologicamente come oggi.
E probabilmente con una qualità di vita molto peggiore rispetto ad oggi.
Se la guardi sapendo che come sei arrivato solo anche te ne andrai da solo.
E che nel mezzo anche dovrai muoverti per la maggior parte del tempo da solo.
Se guardi così alla tua vita,
credi ancora in chi vuole rassicurarti o consolarti?
Te ne importa ancora?
In quella profondità le lusinghe del divertimento ti arrivano o non sono piuttosto lontani echi?
Puoi reggere a quell'energia senza cedere alla paura o alla depressione?
Non è piuttosto un'energia intensa lì?
Come il ronzio di un cavo che conduce ad elevata corrente...
E senza bisogno di nessun ausilio per avere questa energia che ti percorre...
mercoledì 6 gennaio 2010
Urano e i cambiamenti
Secondo l'astrologia, Urano sta per finire l'opera di smascheramento nel mio segno zodiacale.
In effetti, dopo molti mesi, sento un canale sempre più lungo e libero dal passato al presente e piano piano questo canale si sta aprendo anche verso il futuro.
In questo canale passano ricordi che vengono dal passato, ricordi sempre più remoti e rimossi, e arrivando verso di me portano emozioni e pensieri dimenticati, e scorrendo verso il futuro diventano luce per creare altre realtà, ancora piuttosto indefinite.
L'energia che viene dal passato, mano a mano che gli permetto di emergere, e mano a mano che gli permetto di collegarsi a ciò che vivo oggi, se da un lato porta con sè molto dolore rimosso - "la ferita dei bambini non amati" di Schellenbaum e "Casa di Bambola" di Ibsen sono due libri che hanno per tema il dolore del non essere visti dell'infanzia... -, dall'altro libera di pesi e comportamenti inutili e inattuali.
Con questa leggerezza la mente può finalmente sintonizzarsi su altre frequenze e ricevere ispirazioni nuove.
Il passato riemergendo libera così le possibilità del futuro.
Il futuro luminoso riemergendo libera il passato dalle sue catene e crea una cornice sicura e protettiva in cui vivere ciò che allora è stato congelato.
E nel presente la paura del futuro e la colpa del passato possono finalmente guarire.
AD
In effetti, dopo molti mesi, sento un canale sempre più lungo e libero dal passato al presente e piano piano questo canale si sta aprendo anche verso il futuro.
In questo canale passano ricordi che vengono dal passato, ricordi sempre più remoti e rimossi, e arrivando verso di me portano emozioni e pensieri dimenticati, e scorrendo verso il futuro diventano luce per creare altre realtà, ancora piuttosto indefinite.
L'energia che viene dal passato, mano a mano che gli permetto di emergere, e mano a mano che gli permetto di collegarsi a ciò che vivo oggi, se da un lato porta con sè molto dolore rimosso - "la ferita dei bambini non amati" di Schellenbaum e "Casa di Bambola" di Ibsen sono due libri che hanno per tema il dolore del non essere visti dell'infanzia... -, dall'altro libera di pesi e comportamenti inutili e inattuali.
Con questa leggerezza la mente può finalmente sintonizzarsi su altre frequenze e ricevere ispirazioni nuove.
Il passato riemergendo libera così le possibilità del futuro.
Il futuro luminoso riemergendo libera il passato dalle sue catene e crea una cornice sicura e protettiva in cui vivere ciò che allora è stato congelato.
E nel presente la paura del futuro e la colpa del passato possono finalmente guarire.
AD
lunedì 4 gennaio 2010
L'importanza della preghiera
Credo che ci siano delle cose davanti a cui non si può che arrendersi.
Una delle più importanti è che non possiamo pensare ad una vita diversa, radicalmente diversa da quella che abbiamo sempre vissuta.
Possiamo procedere solo con verità parziali, che ci danno una direzione, giorno dopo giorno.
E anche quelle verità comportano piccoli passi nella direzione tracciata da quelli precedenti.
Anni, decine di anni, millenni ci possono volere per capire di avere sbagliato strada.
Mi chiedo se alla fin fine l'idea più saggia non sia quella di fermarsi e ascoltare come siamo.
Così come siamo, con i limiti che vediamo, e soprattutto con quelli che non vedremo mai nella nostra mente. Con quelli che non vedremo mai nella nostra vita. Con quelli che non vedremo mai delle persone che ci circondano.
Fermarsi e ascoltare solamente.
E pregare di poter avere una ispirazione.
Di qualsiasi tipo.
In qualsiasi direzione.
E accettare anche il silenzio.
Con fede.
Nel silenzio.
Forse si risparmia molto tempo, molta fatica, molto dolore.
Forse c'è un modo di vivere che non implica sempre questo continuo spostarsi avanti nel tempo, sempre in attesa, sempre sospesi.
AD
Una delle più importanti è che non possiamo pensare ad una vita diversa, radicalmente diversa da quella che abbiamo sempre vissuta.
Possiamo procedere solo con verità parziali, che ci danno una direzione, giorno dopo giorno.
E anche quelle verità comportano piccoli passi nella direzione tracciata da quelli precedenti.
Anni, decine di anni, millenni ci possono volere per capire di avere sbagliato strada.
Mi chiedo se alla fin fine l'idea più saggia non sia quella di fermarsi e ascoltare come siamo.
Così come siamo, con i limiti che vediamo, e soprattutto con quelli che non vedremo mai nella nostra mente. Con quelli che non vedremo mai nella nostra vita. Con quelli che non vedremo mai delle persone che ci circondano.
Fermarsi e ascoltare solamente.
E pregare di poter avere una ispirazione.
Di qualsiasi tipo.
In qualsiasi direzione.
E accettare anche il silenzio.
Con fede.
Nel silenzio.
Forse si risparmia molto tempo, molta fatica, molto dolore.
Forse c'è un modo di vivere che non implica sempre questo continuo spostarsi avanti nel tempo, sempre in attesa, sempre sospesi.
AD
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