Ci sono persone che hanno la sfortuna di essere figli o figlie speciali per il proprio genitore.
Oggetto di un amore che non lascia spazio all'amore di altre persone, che lascia nella solitudine.
Un figlio speciale non sente il legame con le donne perchè è legato alla propria madre, non sente nemmeno il bisogno di un'altra donna nè permette a questa donna di avvicinarsi alla sua vita.
Deve rimanere libero per sua madre che forse conta su di lui per sopravvivere emotivamente.
Se si innamora di una donna, sarà una donna inadeguata a un rapporto duraturo, se una donna adeguata si innamora di lui, lui se ne stancherà presto.
Il bisogno emotivo della donna si esaurisce in una serie di tradimenti e storie senza storia che coprono la solitudine che attanaglia un cuore inascoltato.
Il cuore porterebbe al tradimento della famiglia, della madre per legarsi ad una donna.
Forse la liberazione da questo amore che copre ogni altro amore è segnato da un senso di solitudine che attanaglia l'anima, toglie il sonno, la felicità.
Credo che passare da un livello d vita ad uno più elevato ci voglia disperazione.
Fino a quando uno è soddisfatto della vita che fa non ha l'energia nè la voglia di cambiare.
Non ha il fuoco sacro del cambiamento in sè.
E questo tipo di uomo parla con poco rispetto delle donne che ha avuto.
E dato che la storia tende a ripetersi salvo traumi o miracoli, la donna che verrà finirà nello stesso museo delle cere.
Naturalmente lo stesso vale per le figlie speciali.
Da un certo punto di vista quindi, non è tanto il carattere di un uomo il suo destino, quanto la famiglia dove nasce...
Per certi versi, pregare per essere liberi forse è l'unica soluzione.
Forse preghiamo poco perchè siamo poco disperati, e siamo poco disperati perchè non abbiamo bisogni profondi.
I nostri bisogni durano un secondo, un giorno, una settimana e possono essere facilmente appagati. E se qualcosa non può essere appagato viene soffocato.
Così diventare umani comporta conoscere e gestire il nostro senso di solitudine e di bisogno, a volte disperato, dell'altro.
Essere disperati, riconoscere di esserlo è un bel passo in avanti per gli eterni felici.
Soprattutto per i figli e le figlie speciali.
In certe cose c'è poco da ridere...
Alessandro D'Orlando
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
domenica 28 novembre 2010
mercoledì 10 novembre 2010
Il difficile della guarigione
La guarigione dell'anima non è legata a difficoltà tecniche particolari.
Non ci sono barriere oscure da superare.
E' di per sè semplice.
L'unica vera difficoltà è che guarendo ricominciamo ad andare indietro nel tempo, attraverso i nostri errori, e ancora più indietro, agli errori che altri fecero con noi, e ancora più indietro, a quei primi momenti della nostra vita in cui guardavamo il mondo con innocenza, spettatori di giochi troppo difficili da capire ancora...
... e in quel viaggio bisogna reggere a sofferenze sempre più grandi, sempre più profonde, sempre più nascoste nel tempo e in relazioni con persone con cui non è più possibile parlare...
... morte, o sparite, o scappate...
E' un viaggio nella solitudine, in un universo che è solo nostro, solo nel nostro cuore, al buio, nella terra, nascosto...
E' un viaggio iniziatico.
E' un viaggio per pochi.
AD
Non ci sono barriere oscure da superare.
E' di per sè semplice.
L'unica vera difficoltà è che guarendo ricominciamo ad andare indietro nel tempo, attraverso i nostri errori, e ancora più indietro, agli errori che altri fecero con noi, e ancora più indietro, a quei primi momenti della nostra vita in cui guardavamo il mondo con innocenza, spettatori di giochi troppo difficili da capire ancora...
... e in quel viaggio bisogna reggere a sofferenze sempre più grandi, sempre più profonde, sempre più nascoste nel tempo e in relazioni con persone con cui non è più possibile parlare...
... morte, o sparite, o scappate...
E' un viaggio nella solitudine, in un universo che è solo nostro, solo nel nostro cuore, al buio, nella terra, nascosto...
E' un viaggio iniziatico.
E' un viaggio per pochi.
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lunedì 8 novembre 2010
Cambiare le situazioni da dentro
L'automatismo che abbiamo è quello di modificare le situazioni da fuori.
Fare o non fare una certa azione, andare o non andare da qualche parte, ecc.
Il risultato spesso è che ci troviamo impigliati nella stessa situazione di prima: cambiano nomi e situazioni ma il copione resta lo stesso.
A quel punto l'unica soluzione è guardare dentro di sè e trovare in sè la felicità che si cerca fuori.
Esistono due tipi di felicità: quella incondizionata della meditazione, che guarisce progressivamente i lati oscuri in noi, ed esiste la felicità del sapere che ciò che desideriamo - salute, felicità, una famiglia, un lavoro - è già nostro.
Non importa se in questa vita o meno, ma è già nostro e ne possiamo anticipare un pò le buone sensazioni e il piacere nell'anima.
Ancorato questo stato, possiamo tornare nella vita di ogni giorno e fare ciò che riteniamo opportuno.
Le azioni che nascono dalla gioia portano alla gioia.
Quelle che nascono dalla disperazione portano alla disperazione.
Per questo credo che nel vangelo sia scritto: "A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".
La vita ci toglie le cose - lessi una volta su un libro di Paramhansa Yogananda - perchè noi le cerchiamo dove le abbiamo sempre avute: dentro di noi.
Meditando, respirando.
A.
Fare o non fare una certa azione, andare o non andare da qualche parte, ecc.
Il risultato spesso è che ci troviamo impigliati nella stessa situazione di prima: cambiano nomi e situazioni ma il copione resta lo stesso.
A quel punto l'unica soluzione è guardare dentro di sè e trovare in sè la felicità che si cerca fuori.
Esistono due tipi di felicità: quella incondizionata della meditazione, che guarisce progressivamente i lati oscuri in noi, ed esiste la felicità del sapere che ciò che desideriamo - salute, felicità, una famiglia, un lavoro - è già nostro.
Non importa se in questa vita o meno, ma è già nostro e ne possiamo anticipare un pò le buone sensazioni e il piacere nell'anima.
Ancorato questo stato, possiamo tornare nella vita di ogni giorno e fare ciò che riteniamo opportuno.
Le azioni che nascono dalla gioia portano alla gioia.
Quelle che nascono dalla disperazione portano alla disperazione.
Per questo credo che nel vangelo sia scritto: "A chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".
La vita ci toglie le cose - lessi una volta su un libro di Paramhansa Yogananda - perchè noi le cerchiamo dove le abbiamo sempre avute: dentro di noi.
Meditando, respirando.
A.
giovedì 4 novembre 2010
La vita, quando entra
Ci sono momenti nella vita in cui aumenta l'energia vitale senza poterci fare nulla per domarla.
Irrompe nel sonno, nelle relazioni, nell'ordine costituito.
Porta scompiglio nel presente e nei piani futuri e non c'è modo per rimettere le cose a posto: è come se tutto crollasse improvvisamente.
In quei momenti di solito si cerca qualcosa che riporti allo status quo... Alcol, passatempi, chiaccherate...
Credo invece che in quei momenti le porte dell'anima siano più aperte che mai: è da quella porta che soffia un vento foriero di caos e disordine. E' verso quella porta che bisogna volgersi, tenendosi una mano sugli occhi per continuare a vedere controcorrente.
In quei momenti la meditazione è più intensa e la vita stessa diventa meditazione (come sempre lo è, solo più in profondità di solito). Tutto, ogni istante, è vissuto con consapevolezza estrema: alzarsi, fare colazione, vivere la vita di ogni giorno... Tutto va rivisto, forse riprogettato, dentro e fuori... Tutto diventa oggetto di una rinnovata intenzionalità.
Fiducia nella vita, atteggiamento positivo, pazienza, ascolto, solitudine: per chi ce la fa, è come aumentare l'energia interiore... Quello che succede dopo di solito è inaspettato, è nuovo, è la vita stessa che torna tra le cose senza più vita del passato.
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Irrompe nel sonno, nelle relazioni, nell'ordine costituito.
Porta scompiglio nel presente e nei piani futuri e non c'è modo per rimettere le cose a posto: è come se tutto crollasse improvvisamente.
In quei momenti di solito si cerca qualcosa che riporti allo status quo... Alcol, passatempi, chiaccherate...
Credo invece che in quei momenti le porte dell'anima siano più aperte che mai: è da quella porta che soffia un vento foriero di caos e disordine. E' verso quella porta che bisogna volgersi, tenendosi una mano sugli occhi per continuare a vedere controcorrente.
In quei momenti la meditazione è più intensa e la vita stessa diventa meditazione (come sempre lo è, solo più in profondità di solito). Tutto, ogni istante, è vissuto con consapevolezza estrema: alzarsi, fare colazione, vivere la vita di ogni giorno... Tutto va rivisto, forse riprogettato, dentro e fuori... Tutto diventa oggetto di una rinnovata intenzionalità.
Fiducia nella vita, atteggiamento positivo, pazienza, ascolto, solitudine: per chi ce la fa, è come aumentare l'energia interiore... Quello che succede dopo di solito è inaspettato, è nuovo, è la vita stessa che torna tra le cose senza più vita del passato.
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lunedì 1 novembre 2010
L'importanza di meditare
La meditazione è tutto.
Senza meditazione, indipendentemente dalla tecnica usata, la mente è zoppa.
Imparare a meditare e trovare sempre più tempo da dedicarvi è di importanza fondamentale.
Meditare 2' al giorno è già qualcosa, e con il tempo porta a desiderare di meditare ancora di più, fino ai ritiri spirituali.
L'attenzione al respiro è uno strumento potente e raffinato di meditazione e dalla pratica poi si può decidere di passare a qualsiasi altra tecnica di meditazione, non ha controindicazioni e può essere usato da chiunque.
Praticare l'attenzione al respiro guidando (per riprendere un precedente articolo) è fattibile e porta a guidare con meno stress e con più resistenza.
Più precisamente: qualsiasi azione viene potenziata attraverso l'attenzione al respiro.
Tutto quello che accade dopo è affare personale e non vale la pena parlarne granchè...
L'obiettivo alla fin fine è risiedere nel naturale stato meditativo della mente, dargli spazio nella vita di tutti i giorni e farsi sorprendere da cosa accade nel frattempo.
- Forse questa crisi mondiale porterà ancora più persone a rinunciare a desiderare troppe cose materiali (che tanto si allontanano progressivamente dalle possibilità dei più) per cercare un senso nella vita guardandosi dentro - .
Credo che la meditazione sia una buona via.
Trasversale a tutte le culture, a tutte le religioni, a tutti i credo e a tutti i tempi.
Innestare poi la meditazione all'interno del proprio credo, soprattutto guardando alle esperienze dei mistici e di chi ha vissuto questo cammino, è altrettanto importante.
Buone meditazioni (e letture in merito) allora
AD
Senza meditazione, indipendentemente dalla tecnica usata, la mente è zoppa.
Imparare a meditare e trovare sempre più tempo da dedicarvi è di importanza fondamentale.
Meditare 2' al giorno è già qualcosa, e con il tempo porta a desiderare di meditare ancora di più, fino ai ritiri spirituali.
L'attenzione al respiro è uno strumento potente e raffinato di meditazione e dalla pratica poi si può decidere di passare a qualsiasi altra tecnica di meditazione, non ha controindicazioni e può essere usato da chiunque.
Praticare l'attenzione al respiro guidando (per riprendere un precedente articolo) è fattibile e porta a guidare con meno stress e con più resistenza.
Più precisamente: qualsiasi azione viene potenziata attraverso l'attenzione al respiro.
Tutto quello che accade dopo è affare personale e non vale la pena parlarne granchè...
L'obiettivo alla fin fine è risiedere nel naturale stato meditativo della mente, dargli spazio nella vita di tutti i giorni e farsi sorprendere da cosa accade nel frattempo.
- Forse questa crisi mondiale porterà ancora più persone a rinunciare a desiderare troppe cose materiali (che tanto si allontanano progressivamente dalle possibilità dei più) per cercare un senso nella vita guardandosi dentro - .
Credo che la meditazione sia una buona via.
Trasversale a tutte le culture, a tutte le religioni, a tutti i credo e a tutti i tempi.
Innestare poi la meditazione all'interno del proprio credo, soprattutto guardando alle esperienze dei mistici e di chi ha vissuto questo cammino, è altrettanto importante.
Buone meditazioni (e letture in merito) allora
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sabato 23 ottobre 2010
Quando le sciocchezze passano...
... resta solo il vuoto e la solitudine di aver creduto per anni a tali sciocchezze.
Magari anche il senso di colpa, il pentimento o semplicemente la sensazione di avere tra le mani un pugno di sabbia, per sempre.
Di solito le sciocchezze passano quando non ci sono più alternative, quando tornare sui propri passi è difficile, quando resta solo un Nulla da guardare.
Da questo punto di vista, le sciocchezze che ci frullano in testa sono come dei parassiti di vita, che mangiano fino a quando non c'è vita da mangiare, poi se ne vanno, cercando altre vite da consumare.
In alcuni casi, si mangiano tutto, anche la consapevolezza di essere stati il pasto di sciocche illusioni.
Credo che questo sia il motivo per cui con l'avanzare degli anni la tv sia il pasto principale, assieme ad ansiolitici, inutili relazioni, attività vuote, ecc ecc.
Sarebbe meglio forse anticipare i tempi e vedere dove ci portano i nostri pensieri prima di finire le alternative.
Si vivrebbe tutti più felici.
Sarebbe bello insegnarlo anche ai bambini, a immaginare il futuro prima di averlo terminato, guardando a dove ci portano certe idee.
Siamo tutti come il ricco avaro della favola di Dickens: per noi e per le persone a noi vicine, avari di amore.
AD
Magari anche il senso di colpa, il pentimento o semplicemente la sensazione di avere tra le mani un pugno di sabbia, per sempre.
Di solito le sciocchezze passano quando non ci sono più alternative, quando tornare sui propri passi è difficile, quando resta solo un Nulla da guardare.
Da questo punto di vista, le sciocchezze che ci frullano in testa sono come dei parassiti di vita, che mangiano fino a quando non c'è vita da mangiare, poi se ne vanno, cercando altre vite da consumare.
In alcuni casi, si mangiano tutto, anche la consapevolezza di essere stati il pasto di sciocche illusioni.
Credo che questo sia il motivo per cui con l'avanzare degli anni la tv sia il pasto principale, assieme ad ansiolitici, inutili relazioni, attività vuote, ecc ecc.
Sarebbe meglio forse anticipare i tempi e vedere dove ci portano i nostri pensieri prima di finire le alternative.
Si vivrebbe tutti più felici.
Sarebbe bello insegnarlo anche ai bambini, a immaginare il futuro prima di averlo terminato, guardando a dove ci portano certe idee.
Siamo tutti come il ricco avaro della favola di Dickens: per noi e per le persone a noi vicine, avari di amore.
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martedì 19 ottobre 2010
Tra milioni di anni cambieremo
Un mio insegnante diceva che le galassie evolvono in milioni di anni, quindi perchè non dovremmo lasciare almeno lo stesso tempo alle anime umane?
Non ci avevo mai pensato, ma in effetti non fa una grinza.
Spesso mi sono scoperto a fare progressi piccolissimi in tempi enormi: anni per ricordarmi di qualcosa che avevo letto in passato per poi scordarmene subito, anni dopo me lo sono ricordato di nuovo e ho sentito la verità di questo pensiero, per smarrirla ancora.
Anni dopo quel pensiero è diventato azione,debolmente. Poi è tornata la nebbia.
Secoli dopo ho capito che avevo fatto la cosa giusta e che tornare indietro era non solo impossibile, ma anche non buono per me.
Secoli dopo quel pensiero è diventato un abitudine di vita per me.
Ma quanta fatica!
Ogni tanto mi scopro a pensare che costa così tanta fatica cambiare che si può fare solo se se ne sente l'urgenza o la chiamata, solo se restare fermi costa dolore.
Viceversa, meglio stare dove si sta.
La strada del cambiamento è una strada a volte fredda, buia e incerta, e in certi tratti, scivolosa...
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Non ci avevo mai pensato, ma in effetti non fa una grinza.
Spesso mi sono scoperto a fare progressi piccolissimi in tempi enormi: anni per ricordarmi di qualcosa che avevo letto in passato per poi scordarmene subito, anni dopo me lo sono ricordato di nuovo e ho sentito la verità di questo pensiero, per smarrirla ancora.
Anni dopo quel pensiero è diventato azione,debolmente. Poi è tornata la nebbia.
Secoli dopo ho capito che avevo fatto la cosa giusta e che tornare indietro era non solo impossibile, ma anche non buono per me.
Secoli dopo quel pensiero è diventato un abitudine di vita per me.
Ma quanta fatica!
Ogni tanto mi scopro a pensare che costa così tanta fatica cambiare che si può fare solo se se ne sente l'urgenza o la chiamata, solo se restare fermi costa dolore.
Viceversa, meglio stare dove si sta.
La strada del cambiamento è una strada a volte fredda, buia e incerta, e in certi tratti, scivolosa...
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