sabato 30 gennaio 2016

Integrare l'Ombra: dal nemico alla compassione

Author Saffron Blaze
Permission (Reusing this file) David Cadle - The History Man
Il nemico,
l'avversario,
colui che parla male di te,
colui che ti detesta,
colui che non ha stima di te,
colui che ti vede come fumo negli occhi,
o che alla sola vista ti crea disagio,
o che intesse trame per farti gli sgambetti,
o che ti tradisce.

Colui al cui pensiero potresti non dormire,
o che preferiresti non trovare sulla tua strada domani,
e nei giorni a venire,
e magari ci sei costretto a lavorare accanto,

questa è l'incarnazione dell'Ombra: della tua.

E' ciò che ancora non sei riuscito ad integrare nemmeno nel tuo percorso spirituale,
o psicoterapeutico, o di crescita personale.

Fa parte delle energie avverse che hai dovuto affrontare nei primi anni di vita,
o ancora prima alle volte.

Fa parte delle persone e delle ingiustizie che hai dovuto subire e delle emozioni che hai provato e che ancora non hai accettato e forse nemmeno visto ancora.

Fa parte delle persone che ancora non ricordi e con cui hai avuto disgraziatamente a che fare, o di cui ti ricordi ma dopo aver rimosso le relative emozioni.

Così attraverso il tuo nemico ti puoi ricordare cosa hai dovuto subire e puoi recuperare ancora vissuti da integrare - ossia vedere, accettare e guarire con compassione.

O ancora, il nemico rappresenta ciò che hai fatto forse in un lontano passato: allora puoi dedicare con compassione la sofferenza a coloro che soffrono per le stesse situazioni, recuperando così l'esperienza di colui che forse hai fatto soffrire in questa esistenza in modi, se non uguali, simili (anche solo per una volta).

O forse il nemico rappresenta colui che ti mette di fronte alle tue incapacità: alla mancanza di coraggio rispetto alla necessità di cambiare direzione nella tua vita. Il nemico viene a dirti: devi cambiare strada. Questa non è più la tua. Così il nemico è fonte di risveglio, per ritrovare ciò che avevi smarrito.

O ancora il nemico è il limite, colui che viene a dirti che la tua strada è sbarrata e non puoi proseguire. Così diventa la manifestazione di quell'ultimo limite che è la morte con le sue anticamere.
Da sempre nei percorsi spirituali la sua contemplazione è fonte di risveglio è cambiamento: così potrebbe esserlo per te per quel suo inconsapevole tramite che è il nemico.

O ancora, il nemico è colui che ti mette davanti a ciò che non sai e che hai preferito non affrontare: la mancanza di strategie, risorse, energie, visioni. Il nemico stimola così la creatività per affrontare una situazione di sofferenza.

Se fosse facile, non sarebbe un nemico e, forse, non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricorrere a strumenti così faticosi e insoliti alle volte, come la meditazione, lo studio e la disciplina.

Alla fine, come scrive anche Hellinger, il nemico non è che l'incarnazione del tuo Destino e il modo in cui può compiersi
e la compassione, il coraggio e la forza rappresentano così quel frutto finale di un percorso tutt'altro che in discesa.










giovedì 24 dicembre 2015

Il regalo di Natale che vorrei per te

Happy Christmas 2008 (3106170117).jpg. 

Questa immagine è stata originariamente caricata su Flickr da geishaboy500 
all'indirizzo http://flickr.com/photos/49503154413@N01/3106170117. cc-by-2.0.

Vorrei regalarti il passato,

il tuo passato.

Quello che ti parla attraverso
i tuoi sintomi, le tue malattie
e i tuoi dolori.
Quello che, non ascoltato, ti cerca attraverso il Destino, ciò che non vuoi
e dici di non cercare e ti capita.

Vorrei che tu potessi accogliere
con compassione ciò che sentivi nell'utero materno,
ciò che hai vissuto nascendo in qualche dura e innaturale sala operatoria.

Vorrei che tu potessi ascoltare l'abisso di sconfitta e impotenza quando piangevi ma non c'era nessuno,

perché qualcuno forse (figlio del Trauma anch'esso)  diceva ai tuoi genitori che facevi i capricci e che i bambini non si viziano con il troppo amore.

Vorrei che tu potessi guardare con attenzione e cura all'ansia o il dolore che vivevi sentendo l'ansia o il dolore di chi ti doveva guardare di te.

Vorrei che tu sotto l'albero potessi trovare ogni singolo giorno della tua vita vissuta,
che tu potessi scartare la confezione di ogni singola emozione provata tra le pieghe delle giornate che passano indifferenti.

Il più bel regalo che ti auguro è di riuscire a regalare qualche lacrima per quel bambino: quella compassione potrebbe legarti alla lucidità e alla forza di fare quello che serve per togliere dai guai quella parte piccola di te per regalarle finalmente il Natale che merita.

Un Natale senza più ricatti, freddezza, o precarietà, o insicurezza, o rabbia, o angoscia.
Questo Natale, se accetti di ricordare, potrà essere il primo Natale indimenticabile della tua vita,
punto di appoggio per la tua Liberazione, la tua Illuminazione e quella di tutti gli esseri.











venerdì 23 ottobre 2015

Sai sempre tante cose

Solo che non le accetti. 

Sai dentro di te perché succedono certe cose
O perché quella relazione non va
O cosa potresti fare per essere una persona migliore.

Non sono le informazioni che ti mancano ma il coraggio di vedere e accettare ciò che sai .

La disillusione porta dolore ma regala libertà.

È quella che non vogliamo alla fine. L'abbiamo associata alla solitudine- forse perché in famiglia l'inganno era il presupposto per l'affetto.

Eppure considera che ci sono tante persone già libere e con cui entrare in relazione. 

Prima di tutto quella parte luminosa di te che ti guarda con fiducia e sorridendoti aspetta che tu la raggiunga. 

Buon viaggio verso di lei. 

mercoledì 9 settembre 2015

Perché ti senti cattivo, perché ti senti cattiva.

Autore: Kathryn Chan.
Licenza Creative Commons
Alla maggior parte delle persone capita di pensare di essere cattive.

Per alcune il pensiero è più radicato, in altre meno, ma tutte sono danneggiate da questa visione.

Se sono cattivo in fondo non mi merito il bello, le cose buone della vita. Mi saboterò.

Forse farò cose cattive per convincermi dell'idea che sono cattivo, o forse voglio convincere gli altri di questo: se faccio così solleverò i miei genitori o i miei carnefici dalle mie accuse.

Perché davanti al carnefice, nella nostra innocenza potremmo aver pensato di ferirlo, o farlo sparire, eliminare. I bambini lo possono pensare, e possono temere poi il loro stesso pensiero.

(Odiare qualcuno che ami è lacerante, e così le parti che amano e che odiano si separano, si ignorano pur vivendo assieme e ogni relazione viene vissuta nella dualità: odio e amore, un momento l'uno e un momento l'altro, ma questo è un altra storia...).

I bambini crescono pensando di essere cattivi a causa della violenza che sentono in loro, quella violenza che accorre in loro aiuto per sopravvivere a un genitore violento (con le parole o le azioni).

Quella "violenza fondamentale", direbbe Bergeret, corre in aiuto dei deboli e degli impotenti davanti a sfide cruente, estreme (come un papà che picchia una madre, o un fratello...): però poi viene espressa - o repressa. Ma in entrambi i casi poi il bambino non si capacita dei propri pensieri, o delle proprie azioni.

Ma non è colpa sua: è un peso che i genitori gli hanno scaricato addosso impropriamente.

Così immagina quel bambino davanti alle scene di violenza e ingiustizia e digli: "non è colpa tua; non potevi farci nulla, era inevitabile odiare; semplicemente ammettilo al tuo carnefice che lo odi - e poi lascia quell'odio a lui. Da lui è nato, a lui può tornare".

Così sei finalmente libero, libero di essere buono.

Credere nella propria bontà fondamentale, come ci ricorda anche Chogyam Trungpa, è basilare per una vita felice.



domenica 23 agosto 2015

La Luce e l'Ombra

Author: Boyd Amanda, U.S. Fish and Wildlife Service
L'Ombra è il tuo passato fatto di cose irrisolte, fardelli, angosce e incertezze.
E' l'inferno di Kafka, in cui hai vissuto nell'infanzia.
Sono le persone che ti hanno usato, tradito, mentito, venduto, manipolato, spezzato, umiliato dicendo di amarti nel peggiore dei casi - o dicendo di odiarti senza troppe incongruenze.

La Luce è ciò che ti sei costruito: le nuove credenze, i nuovi valori, la nuova identità, la Mission costruttiva e a cascata le abitudini sane e le persone felici che hai deciso di frequentare.

La Luce la scegli ogni giorno con consapevolezza e alle volte fatica.

L'Ombra è tutto ciò che ti capita e in cui ti ritrovi dentro senza accorgertene, con naturalezza, senza fatica.

La Luce è ciò che dimostri a te stesso e agli altri, è evidente e dichiarata a tutti: è bella, desiderabile, affascinante.

L'Ombra ti accompagna e tu puoi sentirne la presenza ma senza poterla cogliere direttamente se non negli incontri sfortunati, nelle persone che ti feriscono, nelle abitudini che non controlli, nei sogni della notte. E' angosciante, oscura, terrorizzante a tratti.

La Luce è la strada dritta che percorri, o che vorresti percorrere - l'Ombra è la strada tortuosa in cui perdi minuti, o ore, o mesi, o anni - o una vita senza accorgertene.

Se non porti Luce nell'Ombra, non risolverai mai questa dualità e la Luce ti aiuterà solo a sopravvivere.

Solo usando tutte le tue risorse per affrontarla, guardarla, esplorarla, conoscerla potrai forse salvarti.

Perché per quanto orrenda sia, dentro quella stanza c'è solo un bambino che piange dentro i suoi incubi.

Apri quella porta, lascia che la Luce lo illumini e possa alzare la testa per vedere chi lo sta aiutando e dagli la mano affinché ti segua fuori dalle sue ossessioni.

A questo serve la Luce.

















domenica 2 agosto 2015

Oltre lo specchio

Se ti senti senza radici, farai le cose che fanno spesso coloro che sono senza radici come te: cercherai di stordirti, di dimenticare il fatto che non hai una casa, non l'hai mai avuta e non sai nemmeno cosa significa trovare casa.
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Così, ti troverai in mezzo ad altri storditi di lavoro, soldi, successo, apparenza, alcol, competizione, droghe varie, sesso, carriera ecc.

Se la lucidità che hai dentro ti impedisce di mescolarti a un simile mercato, comunque resta il fatto che tutto ciò che si manifesta sulla tua retina: persone, situazioni, incontri, ecc sono solo manifestazioni di falsità insite nella tua mente e nell'ambiente in cui sei inserito.

Sarà anche cattivo karma ma bisogna in qualche modo trovare una soluzione, sapendo che tutto ciò che elabora il tuo cervello (persone, esperienze) sono il riflesso delle tue convinzioni: hai fatto delle scelte, hai avvicinato ambienti e situazioni, o le hai accettate e ora sei dove sei facendo le cose che stai facendo.

Forse non vuoi più tutto questo ma non puoi appoggiarti a nulla perchè non sai da dove vieni, ma non sai nemmeno dove potresti andare: qualsiasi cosa puoi pensare o desiderare è giù inquinata dalla fonte (il pensiero stesso).

Sembra di essere tra le immagini di due specchi uno di fronte all'altro: rimandi infiniti a falsità che si rispecchiano generando infinite altre falsità. 

Basterebbe prendere un sasso e rompere lo specchio per vedere quello che c'è oltre ma non c'è sasso efficace, e non c'è specchio ce possa essere preso.

Che fare allora? 

Mancano obiettivi, punti di partenza, strumenti e sentieri...

Credo che a quel punto ci sia solo un buco nero con la sua tremenda distruttività a poter fare qualcosa.

Sentire lo spaesamento lucidamente, e lasciare che questa energia di insoddisfazione penetri in ogni cellula e pensiero, lasciare che l'amara medicina insista senza scappare in comodi anestetici.

A un certo punto anche la luce con le sue immagini false verrà inghiottita.

Allora oltre la luce e i colori della vita di ogni giorno potremo scorgere qualcosa di vero.

Alle volte la distruzione è necessaria alla costruzione.

Abitare nel buco nero è forse il 1° stadio della meditazione?

Vivere con questo buco nero può rendere liberi da tutte le falsità? 

E quanta lucidità richiede? Che la meditazione serva a accumulare l'energia per reggere a una simile energia divoratrice?

Credo di sì.

mercoledì 8 luglio 2015

Come usare gli stati d'animo per meditare

Swiss Banker - English Wikipedia, original upload 17 September 2005 by Swiss Banker
L'odio, l'amore, l'angoscia sono stati d'animo, energia in movimento.

Come dice Osho, possiamo seguire la corrente che genera questi d'animo dalla periferia alla sorgente, dall'emozione che vuole esprimersi o vorremmo reprimere alla fonte da cui nasce l'energia che la alimenta.


Possiamo farlo rifiutando l'idea che stiamo provando qualcosa perché qualcuno ce lo sta facendo provare: sono arrabbiato perché quella persona mi ha ferito, sono triste perché quella persona mi ha tradito ecc.

Rifiutando questa idea l'attenzione si può quindi spostare su di noi stessi, per esempio sulla sensazione fisica dello stato d'animo e possiamo seguire i cambiamenti di dettaglio respirando con calma e profondamente ad esempio, con la schiena dritta.

Potremmo anche indagare con la mente dove abbiamo conosciuto quella emozione nella nostra vita per la prima volta... dove abbiamo pensato per la prima volta di noi stessi che "eravamo finiti", o "soli", ecc.

Potrebbe venirci in mente una foto di noi da bambini, o un ricordo che un parente raccontava della nostra famiglia e di noi quando eravamo appena nati (un periodo in incubatrice, o periodi forzati di separazione...). 

Lo stato d'animo che credevamo nemico diventa così modo per conoscere noi stessi nel profondo e sviluppare la compassione per noi - e la compassione è l'emozione più elevata e benefica per l'essere umano.

Ma anche se restiamo solamente nelle sensazioni, dopo un pò - nella mia esperienza almeno dopo 30' - alla coscienza si affacciano immagini, intuizioni, sensazioni che ci fanno inquadrare diversamente la situazione nel presente e guariscono o leniscono la nostra sofferenza.

Buona pratica e buone esperienze.

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...