Essere uomini di questi tempi non è facile.
Non cedere alle svastiche dentro di noi, e non cadere nell'indifferenza all'opposto.
Non cedere alle semplificazioni facili e agli inutili relativismi.
Non cadere nella felicità dell'ignoranza o nel pessimismo della conoscenza.
Resistere alla dilagante disumanizzazione e non cercare lo scontro perdente nello stesso tempo.
Perseguire i propri obiettivi senza però accanirsi se sfuggono.
Vedere le cose che non vanno, e poi andare oltre e guardare a come potrebbero essere e dare il proprio microscopico contributo.
La psicoterapia serve a questo...
AD
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
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Un tempo il fatto di essere considerati "uomini veri" veniva giudicato in base alla conformità ad un "modello standard" di uomo che era quella dell'"homo rudens": capofamiglia, autoritario ma a volte dolce, padre e a volte padrone, paternalista, lavoratore, autonomo, etc.
RispondiEliminaQuesto modello nella nostra società libera e pluralista è andato in frantumi, e per fortuna dato che oggi ognuno può decidere di "essere uomo" come gli pare e piace.
O meglio, oggi l'unico requisito richiesto per essere uomini è il rispetto della libertà, la quale può essere elevata a modello per il nuovo "homo liberalis".
Essere uomini (o meglio essere una persona degna) oggi vuol dire essere liberi, avere il coraggio di essere sé stessi e di consentire anche gli altri di esserlo.
Una uomo che si vergogna di essere quello che è non è un vero uomo.
Un uomo che nega ad un altro di essere quello che è non è un uomo.
Un uomo che potrebbe aiutare un'altra persona e non lo fa non è un uomo.
Queste considerazioni ovviamente valgono anche per il gentil sesso.