Ad un certo punto si può guardare indietro ad una persona che ci ha ferito con benevolenza.
Se lo facciamo fin dall'inizio della ferita si tratta probabilmente di una difesa.
Se ci riusciamo dopo aver attraversato le fasi dell'indifferenza, della rabbia, del dolore, della paura di quanto si è attraversato, allora probabilmente è una conquista dell'anima.
Dalla benevolenza in poi siamo liberi dalla ferita e dalle sue conseguenze (ma possiamo anche ricadere nella paura, e più indietro nel dolore, e più giù nella rabbia fino al duro pavimento dell'indifferenza.... - ci sta, è nell'ordine delle cose, ma camminare a gattoni dopo aver imparato a camminare non è che temporaneo).
Possiamo però essere benevolenti fin dall'inizio con tutte le persone che incontriamo, con tutte le situazioni che viviamo.
E' una sorta di vaccinazione dalla delusione, dalle aspettative...
é una carezza che portiamo al mondo e agli altri,
è una predispozione che porta luce nelle relazioni e dove andiamo...
Vivere nella benevolenza dà una bella, gran bella sensazione.
Come sempre è una questione di scelte e sapere cosa si vuole, e esercitare la propria volontà.
Alessandro D'Orlando
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
venerdì 19 marzo 2010
mercoledì 17 marzo 2010
Trasformare uno stato interno
Ci sono due modi per trasformare uno stato interno ed entrambi partono da una posizione comune: la posizione di chi osserva con calma ciò che succede.
Per osservare con calma ci vuole uno spazio interno in cui sentirsi al sicuro, la mente libera da pensieri urgenti, una certa positività (la sensazione che comunque qualcosa viene fuori), un certo tempo a propria disposizione (il tempo di una passeggiata, per stare sul letto senza urgenza di dormire, per riposare in auto tra un impegno e l'altro...).
Poi si può:
1) lasciare che qualcosa emerga;
2) creare uno stato interno di segno opposto attraverso la lettura di qualcosa di specifico, una creazione mentale di immagini e/o dialoghi interiori appropriati.
(ad esempio in uno stato di scoraggiamento creo immagini di ciò che voglio e di come sto mentre lo ottengo).
La seconda soluzione è più sempice della prima, più immediata e applicabile ma più limitata nella portata del cambiamento: di fatto vado dove scelgo di andare.
La prima soluzione è più complessa, richiede molta più presenza mentale, la capacità ad esempio di stare semplicemente in ascolto del proprio respiro, di stare nel vuoto e porta a fare il passo successivo sotto la guida di uno stato transpersonale.
Credo che vadano usate entrambe: la soluzione al punto 1) porta al cambiamento iù radicale.
Quella al punto 2) alla stabilità e alla sicurezza.
Buoni esperimenti
Alessandro D'Orlando
Per osservare con calma ci vuole uno spazio interno in cui sentirsi al sicuro, la mente libera da pensieri urgenti, una certa positività (la sensazione che comunque qualcosa viene fuori), un certo tempo a propria disposizione (il tempo di una passeggiata, per stare sul letto senza urgenza di dormire, per riposare in auto tra un impegno e l'altro...).
Poi si può:
1) lasciare che qualcosa emerga;
2) creare uno stato interno di segno opposto attraverso la lettura di qualcosa di specifico, una creazione mentale di immagini e/o dialoghi interiori appropriati.
(ad esempio in uno stato di scoraggiamento creo immagini di ciò che voglio e di come sto mentre lo ottengo).
La seconda soluzione è più sempice della prima, più immediata e applicabile ma più limitata nella portata del cambiamento: di fatto vado dove scelgo di andare.
La prima soluzione è più complessa, richiede molta più presenza mentale, la capacità ad esempio di stare semplicemente in ascolto del proprio respiro, di stare nel vuoto e porta a fare il passo successivo sotto la guida di uno stato transpersonale.
Credo che vadano usate entrambe: la soluzione al punto 1) porta al cambiamento iù radicale.
Quella al punto 2) alla stabilità e alla sicurezza.
Buoni esperimenti
Alessandro D'Orlando
martedì 9 marzo 2010
Invictus - ossia dipende dal punto di vista...
Dal profondo della notte che mi avvolge
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio qualunque dio esista
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
Questa poesia, che è descritta all'indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Invictus_%28poesia%29, descrive lo stato in cui in certi momento ci si può trovare mentre si guarda alla propria vita senza nessuno che possa raggiungerci nel pozzo in cuii ci possiamo sentire.
In quei momenti, in fondo al pozzo, si può avere la sensazione di essere davanti a qualcosa di grandioso, qualcosa di forte, potente e temibile... Potrebbe essere la disperazione, la solitudine, l'angoscia - o potrebbe essere la sensazione della propria forza, la sensazione meravigliosa della propria terribile forza...
Dipende dai punti di vista.
Alessandro D'Orlando
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio qualunque dio esista
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
Questa poesia, che è descritta all'indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Invictus_%28poesia%29, descrive lo stato in cui in certi momento ci si può trovare mentre si guarda alla propria vita senza nessuno che possa raggiungerci nel pozzo in cuii ci possiamo sentire.
In quei momenti, in fondo al pozzo, si può avere la sensazione di essere davanti a qualcosa di grandioso, qualcosa di forte, potente e temibile... Potrebbe essere la disperazione, la solitudine, l'angoscia - o potrebbe essere la sensazione della propria forza, la sensazione meravigliosa della propria terribile forza...
Dipende dai punti di vista.
Alessandro D'Orlando
mercoledì 3 marzo 2010
La donna, l’uomo che non puoi avere
Capita di innamorarsi di qualcuno che è impegnato.
Se si è sfortunati, si è corrisposti.
Allora inizia il calvario.
Da bella, la situazione si fa stressante.
Allora viene da pensare che con il tempo passerà e sarà migliore solo vivendo il tutto alla luce del sole.
Se poi la luce arriva, la guerra di chi ha perso tanto per la nuova storia inizia: il nuovo partner è il nemico, la causa della propria cattiva coscienza, il carnefice, o solo il bene da pagare per la colpa che si porta.
Oppure chi aveva due partner (nascosto e ufficiale), si ritrova di nuovo con uno solo e ricomincia a soffrire perchè il suo benessere dipende da due persone e mai da uno solo (troppo rischioso e impegnativo, nonchè impossibile, specie se uno deve fare il genitore e l'altro il partner - queste due figure mai coesisteranno nella stessa persona).
Così la storia parte zoppicando.
Anche l'altro partner vive con colpa la felicità a spese di chi è stato lasciato.
Tutto congiura per la fine della storia.
Alla fine chi ha lasciato può perdere il vecchio amore e quello nuovo.
Chi viene lasciato perde anch'egli, chi aveva ottenuto qualcosa lo torna a perdere.
Perdono tutti.
O è molto facile che finisca così.
Se sei pronto, pronta a perdere tutto fatti avanti.
E chiediti anche se ti affascina l'amore, o il perdere tutto.
Ma in fondo, anche nel perdere tutto ci può essere un grande insegnamento.
Come anche iniziare un amore nella sofferenza.
(Chi riesce a vivere nella colpa mescolata all'amore, può sopravvivere, forse).
Come sempre si impara sempre, ovunque.
AD
Se si è sfortunati, si è corrisposti.
Allora inizia il calvario.
Da bella, la situazione si fa stressante.
Allora viene da pensare che con il tempo passerà e sarà migliore solo vivendo il tutto alla luce del sole.
Se poi la luce arriva, la guerra di chi ha perso tanto per la nuova storia inizia: il nuovo partner è il nemico, la causa della propria cattiva coscienza, il carnefice, o solo il bene da pagare per la colpa che si porta.
Oppure chi aveva due partner (nascosto e ufficiale), si ritrova di nuovo con uno solo e ricomincia a soffrire perchè il suo benessere dipende da due persone e mai da uno solo (troppo rischioso e impegnativo, nonchè impossibile, specie se uno deve fare il genitore e l'altro il partner - queste due figure mai coesisteranno nella stessa persona).
Così la storia parte zoppicando.
Anche l'altro partner vive con colpa la felicità a spese di chi è stato lasciato.
Tutto congiura per la fine della storia.
Alla fine chi ha lasciato può perdere il vecchio amore e quello nuovo.
Chi viene lasciato perde anch'egli, chi aveva ottenuto qualcosa lo torna a perdere.
Perdono tutti.
O è molto facile che finisca così.
Se sei pronto, pronta a perdere tutto fatti avanti.
E chiediti anche se ti affascina l'amore, o il perdere tutto.
Ma in fondo, anche nel perdere tutto ci può essere un grande insegnamento.
Come anche iniziare un amore nella sofferenza.
(Chi riesce a vivere nella colpa mescolata all'amore, può sopravvivere, forse).
Come sempre si impara sempre, ovunque.
AD
venerdì 26 febbraio 2010
La guerra dei depressi
Per la persona depressa la vita non è una delle tante e utili metafore che dovrebbero fare da sfondo a una vita felice: non è una danza, non è un gioco, non è una gara amichevole... la vita è una guerra.
Ogni giorno cade, ogni giorno si rialza, ogni giorno deve parlarsi e imporsi di fare qualcosa, anche le cose più elementari: lavarsi, mangiare, fare la spesa, incontrare amici, conoscere persone nuove, andare al cinema, mettersi a letto, riprendere a dormire se si sveglia nel cuore della notte con l'angoscia, alzarsi dal letto la mattina...
Ogni giorno, ogni istante vuole un suo motivo per avere attenzione e energie, perchè i sensi della vita comune sono andati perduti.
Per questo la depressione è un inferno e nello stesso tempo una vulcanica possibilità di cambiamento: se tutto deve essere ricostruito, se il dialogo interno deve essere costruttivo, se le immagine coltivate internamente devono essere costruttive, se ogni abitudine deve essere rifondata da capo... allora si può ricominciare da capo.
All'inizio non si sente la necessità di ricominciare, si prende questo percorso come una utile medicina, come chi guida di notte usa il navigatore per andare in una bella località di vacanza. Vedi solo buio e magari fuori è freddo e piove o nevica. Ma il navigatore ti dice che ti stai avvaicinando ad un posto fantastico, e tu sai che lo è, anche se non vedi nè senti nulla, anche se sei nervoso e frustrato dal traffico.
E vai avanti.
Una bussola, una mappa, andare avanti: è tutto quello che serve.
Entusiasmo, contentezza, allegria, gioia, leggerezza.... non importa, arriveranno...
AD
Ogni giorno cade, ogni giorno si rialza, ogni giorno deve parlarsi e imporsi di fare qualcosa, anche le cose più elementari: lavarsi, mangiare, fare la spesa, incontrare amici, conoscere persone nuove, andare al cinema, mettersi a letto, riprendere a dormire se si sveglia nel cuore della notte con l'angoscia, alzarsi dal letto la mattina...
Ogni giorno, ogni istante vuole un suo motivo per avere attenzione e energie, perchè i sensi della vita comune sono andati perduti.
Per questo la depressione è un inferno e nello stesso tempo una vulcanica possibilità di cambiamento: se tutto deve essere ricostruito, se il dialogo interno deve essere costruttivo, se le immagine coltivate internamente devono essere costruttive, se ogni abitudine deve essere rifondata da capo... allora si può ricominciare da capo.
All'inizio non si sente la necessità di ricominciare, si prende questo percorso come una utile medicina, come chi guida di notte usa il navigatore per andare in una bella località di vacanza. Vedi solo buio e magari fuori è freddo e piove o nevica. Ma il navigatore ti dice che ti stai avvaicinando ad un posto fantastico, e tu sai che lo è, anche se non vedi nè senti nulla, anche se sei nervoso e frustrato dal traffico.
E vai avanti.
Una bussola, una mappa, andare avanti: è tutto quello che serve.
Entusiasmo, contentezza, allegria, gioia, leggerezza.... non importa, arriveranno...
AD
lunedì 22 febbraio 2010
Una vita di ricordi felici
Ogni passato ha persone che si sono comportate bene e male.
In ogni vita ci sono persone che hanno inferto dolori e profonde gioie.
Possono essere i genitori, i fratelli, amanti, amici...
A volte ci hanno dato motivo di gioia intensa.
A volte ci hanno aperto le porte dell'inferno, e ci siamo caduti rovinosamente per un istante o per mesi, o per anni...
Eppure la nostra vita è semplicemente la somma algebrica di questi istanti, nei nostri ricordi.
Ricordati dei momenti felici, di quando brillavano gli occhi della persona che ti guardava, di quando ti sorrideva, di quando ti mostrava il suo amore.
Ricordati di quando ti abbracciava e ti baciava, ti stringeva e ti accarezzava.
E lascia che cada la neve del tempo sulle immagini di dolore, in cui parole cattive, gesti cattivi, azioni cattive erano arrivate come stagioni di sordo e freddo dolore nel cuore.
Nessuno sa perchè sono arrivate, nessuno lo sa veramente, nessuno.
Hanno attraversato come tempesta gelida le case, le famiglie, le mani che si stringevano, i cuori e le espressioni di ogni giorno, hanno slavato i colori e sono scivolate via prima che qualcuno potesse accorgersi di cosa stava veramente accadendo.
A un certo punto i colori sono spariti assieme alle risate e al caldo.
Che cada la neve della dimenticanza, che l'occhio si fermi sulle immagini felici.
Perchè sarà quelle che richiameremo dal futuro. Sarà quelle che rivivremo.
Quelle che ricordiamo del passato con più tenacia.
AD
In ogni vita ci sono persone che hanno inferto dolori e profonde gioie.
Possono essere i genitori, i fratelli, amanti, amici...
A volte ci hanno dato motivo di gioia intensa.
A volte ci hanno aperto le porte dell'inferno, e ci siamo caduti rovinosamente per un istante o per mesi, o per anni...
Eppure la nostra vita è semplicemente la somma algebrica di questi istanti, nei nostri ricordi.
Ricordati dei momenti felici, di quando brillavano gli occhi della persona che ti guardava, di quando ti sorrideva, di quando ti mostrava il suo amore.
Ricordati di quando ti abbracciava e ti baciava, ti stringeva e ti accarezzava.
E lascia che cada la neve del tempo sulle immagini di dolore, in cui parole cattive, gesti cattivi, azioni cattive erano arrivate come stagioni di sordo e freddo dolore nel cuore.
Nessuno sa perchè sono arrivate, nessuno lo sa veramente, nessuno.
Hanno attraversato come tempesta gelida le case, le famiglie, le mani che si stringevano, i cuori e le espressioni di ogni giorno, hanno slavato i colori e sono scivolate via prima che qualcuno potesse accorgersi di cosa stava veramente accadendo.
A un certo punto i colori sono spariti assieme alle risate e al caldo.
Che cada la neve della dimenticanza, che l'occhio si fermi sulle immagini felici.
Perchè sarà quelle che richiameremo dal futuro. Sarà quelle che rivivremo.
Quelle che ricordiamo del passato con più tenacia.
AD
sabato 20 febbraio 2010
Guarire dall'odio
L'odio è una brutta bestia.
Ti lega alla persona che odi, lega lei a te - anche se non la rivedrai più... -, blocca la tua capacità di amare e ti rende sempre più simile a ciò che stai odiando...
Ne sanno qualcosa i figli di genitori odiati - non sarò mai come mio padre/mia madre..., per scoprire (alcuni forse mai) di essersi comportati nella stessa maniera solo in forme differenti -.
Ne sanno qualcosa coloro i quali si sentono feriti nel profondo da qualcuno, si sentono vittime di comportamenti cattivi e malsani.
Ne sanno qualcosa anche le generazioni a venire, che con la loro vita ripropongono il destino dei carnefici perchè venga rivisto e rispettato.
Credo che tutti odiamo qualcosa a qualche livello, ed a quel livello siamo a un millimetro dall'essere esattamente la cosa stiamo odiando - se già non lo siamo.
Per allontanarsi da quello spazio ci vengono in aiuto le diverse tradizioni spirituali con i loro principi: non giudicare, pensa al comune destino umano di sofferenza, immagina l'odio come nero fumo che puoi disperdere...
Tutto serve.
E se l'odio resta, semplicemente puoi prenderlo con te come uno dei tanti veleni dell'esistenza, sapendo che l'altro non c'entra più.
E solo tuo, uno dei tuoi tanti veleni, venuto ad insegnarti qualcosa.
Ancora duramente qualcosa, su di te.
AD
Ti lega alla persona che odi, lega lei a te - anche se non la rivedrai più... -, blocca la tua capacità di amare e ti rende sempre più simile a ciò che stai odiando...
Ne sanno qualcosa i figli di genitori odiati - non sarò mai come mio padre/mia madre..., per scoprire (alcuni forse mai) di essersi comportati nella stessa maniera solo in forme differenti -.
Ne sanno qualcosa coloro i quali si sentono feriti nel profondo da qualcuno, si sentono vittime di comportamenti cattivi e malsani.
Ne sanno qualcosa anche le generazioni a venire, che con la loro vita ripropongono il destino dei carnefici perchè venga rivisto e rispettato.
Credo che tutti odiamo qualcosa a qualche livello, ed a quel livello siamo a un millimetro dall'essere esattamente la cosa stiamo odiando - se già non lo siamo.
Per allontanarsi da quello spazio ci vengono in aiuto le diverse tradizioni spirituali con i loro principi: non giudicare, pensa al comune destino umano di sofferenza, immagina l'odio come nero fumo che puoi disperdere...
Tutto serve.
E se l'odio resta, semplicemente puoi prenderlo con te come uno dei tanti veleni dell'esistenza, sapendo che l'altro non c'entra più.
E solo tuo, uno dei tuoi tanti veleni, venuto ad insegnarti qualcosa.
Ancora duramente qualcosa, su di te.
AD
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Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti
Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...

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Alle volte capita di meditare ma la mente non vuole stare centrata. Ma se la forza di stare nel qui ed ora venisse semplicemente dall...
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Chi ti dice "Mi hai deluso" significa che non ti vedeva che dietro una sua aspettativa completamente idealistica e disumana e lega...
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Usare il respiro circolare lento e profondo mentre si guida, soprattutto quando il traffico impone un'andatura lenta e viaggiare dietro ...