Quando ami qualcuno hai bisogno di lei.
Molte persone davanti a questo bisogno prendono paura e scappano.
Così scelgono persone che non suscitano così tanto amore e così tanto bisogno.
Sentire questo bisogno, ed essere felici di questo bisogno, e guardare a questo bisogno con benevolenza...
Lasciare che cresca sempre di più nella relazione con l'altro...
Sentire con gioia il bisogno dell'altro crescere nei propri confronti e sentirsene non soffocare, ma liberare... liberare dai limiti della propria piccola vita...
Sentire il bisogno che arriva e quello che mandiamo all'altro come una liberazione.
E come un qualcosa di definitivo e infinitamente pesante, come qualcosa di molto, molto concreto e presente.
Come una nave,
o una montagna.
E come una gioia.
La gioia che dà una nave quando salpa il mare.
O la montagna quando la guardi.
Sapendo che quando la montagna crolla,
o la nave affonda
anche tu puoi crollare o affondare.
Ma la gioia di viaggiare, o camminare è più grande della morte.
Una gioia da tenere con amore.
Questo è amore tra due persone.
Vuoi meno di questo?
Sei all'altezza di reggere questo bisogno, la paura del bisogno, e la paura di soffocare?
O preferisci una piscina al mare?
Una collina alla montagna?
Brecht diceva:
quello che in te era altura
lo hanno spianato
e la tua valle
l'hanno interrata.
Sopra di te ora passa
una strada comoda...
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
giovedì 27 gennaio 2011
lunedì 24 gennaio 2011
Le guerre di chi non sa piangere
La violenza,
la rabbia,
l'odio,
la vendetta
nascono dal non saper piangere,
dal non sapere sentire il proprio dolore.
Sentire il proprio dolore fino in fondo,
prendersene carico,
e andare avanti per la propria strada,
questo permette di uscire dal mondo di chi vive di rabbia, odio, violenza.
Il Male chiede solo di essere replicato. Usa chi lo propaga, e poi lo mette da parte.
Il Bene fa lo stesso.
Solo che stare dalla parte del Bene è un regalo per cui essere grati alla vita.
Siamo usati e messi da parte.
Con amore dal Bene.
Con indifferenza e dolore dal Male.
AD
la rabbia,
l'odio,
la vendetta
nascono dal non saper piangere,
dal non sapere sentire il proprio dolore.
Sentire il proprio dolore fino in fondo,
prendersene carico,
e andare avanti per la propria strada,
questo permette di uscire dal mondo di chi vive di rabbia, odio, violenza.
Il Male chiede solo di essere replicato. Usa chi lo propaga, e poi lo mette da parte.
Il Bene fa lo stesso.
Solo che stare dalla parte del Bene è un regalo per cui essere grati alla vita.
Siamo usati e messi da parte.
Con amore dal Bene.
Con indifferenza e dolore dal Male.
AD
sabato 15 gennaio 2011
La vita fuori mercato
Oramai i servizi che ci scambiamo non sono più proporzionati al prezzo che costano.
Forse non lo sono nemmeno mai stati.
La vita che ci mettiamo per lavorare non rende più...
Forse questo disagio che ci porta a non fare figli, a non costruire una famiglia o a temere il prossimo mese di non riuscire a pagare il mutuo, ci porterà anche a riconsiderare le nostre scelte esistenziali.
"Un uomo che lavora solo per denaro è truffato e truffa sè stesso", diceva qualcuno.
Dal punto della psicologia umanistica è profondamente vero.
Psicologicamente non crolla solo la nostra identità come professionisti, dipendenti, esseri umani: crolla con essa anche l'idea che abbiamo di questo mondo disumano che abbiamo costruito tutti assieme.
Ci guarderemo più negli occhi la prossima volta che ci incontreremo per strada perchè non abbiamo più nessun posto preciso da raggiungere?
Ci sorrideremo di più perchè non abbiamo più nulla da perdere?
Smetteremo di guardare al denaro come importante perchè non troviamo tutta la ricchezza che cerchiamo?
Forse...
Credo che l'abbondanza sia possibile a ogni livello e anche che le forze che ostacolano lo sviluppo dell'essere umano sono estremamente potenti in questo momento...
Abbiamo tutti bisogno di protezione.
Nelle nostre meditazioni e nelle nostre preghiere dovremmo chiederla..
Alessandro D'Orlando
Forse non lo sono nemmeno mai stati.
La vita che ci mettiamo per lavorare non rende più...
Forse questo disagio che ci porta a non fare figli, a non costruire una famiglia o a temere il prossimo mese di non riuscire a pagare il mutuo, ci porterà anche a riconsiderare le nostre scelte esistenziali.
"Un uomo che lavora solo per denaro è truffato e truffa sè stesso", diceva qualcuno.
Dal punto della psicologia umanistica è profondamente vero.
Psicologicamente non crolla solo la nostra identità come professionisti, dipendenti, esseri umani: crolla con essa anche l'idea che abbiamo di questo mondo disumano che abbiamo costruito tutti assieme.
Ci guarderemo più negli occhi la prossima volta che ci incontreremo per strada perchè non abbiamo più nessun posto preciso da raggiungere?
Ci sorrideremo di più perchè non abbiamo più nulla da perdere?
Smetteremo di guardare al denaro come importante perchè non troviamo tutta la ricchezza che cerchiamo?
Forse...
Ma quanto dolore ci vorrà per arrivare laggiù?
E' possibile reggerlo restando umani?
O piuttosto non diventeremo più cattivi?Credo che l'abbondanza sia possibile a ogni livello e anche che le forze che ostacolano lo sviluppo dell'essere umano sono estremamente potenti in questo momento...
Abbiamo tutti bisogno di protezione.
Nelle nostre meditazioni e nelle nostre preghiere dovremmo chiederla..
Alessandro D'Orlando
giovedì 13 gennaio 2011
Quando papà se ne è andato
Ci sono persone che non hanno mai conosciuto l'amore di un padre.
Perchè è scappato, perchè si è ritirato dal suo ruolo, perchè non ce l'ha fatta...
Possono passare anni per capire quanto quell'assenza è stata assordante.
Le assenze sono insidiose: non le puoi avvertire, è un vuoto dentro ma non sai dove trovarlo - il vuoto non si può toccare.
Lo avverti quando gli altri parlano del padre che non hai, quando cerchi un sostegno che non trovi in famiglia, quando sei donna e incontri uomini che non ci sono e inizi a chiederti il perchè, quando vedi una bambina o un bambino con il padre e piangi e non sai perchè...
A quell'uomo, a quella donna vorrei dire che quel pianto è la porta verso la guarigione.
E guarisce anche il pensare che il dolore del bambino, della bambina abbandonata è il dolore dell'innocente; il dolore peggiore è quello del carnefice, di chi porta la colpa.
Davanti a quel dolore non ci sono parole che reggano, giustificazioni, spiegazioni... C'è solo un muro nel cuore che non sai come togliere e da dove viene.
Guardare a quel muro nel cuore del padre, al peso che porta e alle sue conseguenze aiuta a provare finalmente rispetto anche per il suo destino e per il suo dolore.
Anche questo guarisce.
Guardare a quel padre che forse non riesce più a guardarsi allo specchio.
Guardandolo con amore.
Alessandro D'Orlando
Perchè è scappato, perchè si è ritirato dal suo ruolo, perchè non ce l'ha fatta...
Possono passare anni per capire quanto quell'assenza è stata assordante.
Le assenze sono insidiose: non le puoi avvertire, è un vuoto dentro ma non sai dove trovarlo - il vuoto non si può toccare.
Lo avverti quando gli altri parlano del padre che non hai, quando cerchi un sostegno che non trovi in famiglia, quando sei donna e incontri uomini che non ci sono e inizi a chiederti il perchè, quando vedi una bambina o un bambino con il padre e piangi e non sai perchè...
A quell'uomo, a quella donna vorrei dire che quel pianto è la porta verso la guarigione.
E guarisce anche il pensare che il dolore del bambino, della bambina abbandonata è il dolore dell'innocente; il dolore peggiore è quello del carnefice, di chi porta la colpa.
Davanti a quel dolore non ci sono parole che reggano, giustificazioni, spiegazioni... C'è solo un muro nel cuore che non sai come togliere e da dove viene.
Guardare a quel muro nel cuore del padre, al peso che porta e alle sue conseguenze aiuta a provare finalmente rispetto anche per il suo destino e per il suo dolore.
Anche questo guarisce.
Guardare a quel padre che forse non riesce più a guardarsi allo specchio.
Guardandolo con amore.
Alessandro D'Orlando
domenica 26 dicembre 2010
Il romanticismo della Luce...
E’ molto importante continuare ad avere l’ispirazione nella vita di ogni giorno, ispirazione a cui riferirsi nei momenti piu’ disparati tra le negatività continue.
Meglio ancora se l’ispirazione viene da una immagine simbolica che aggancia il nostro stato interiore ad uno stato di coscienza elevata.
L’altro giorno stavo facendo formazione in un albergo a un gruppo aziendale, ed il posto era naturalmente molto piacevole: una giornata dentro una stanza di albergo con un bel giardino al sole, tende bianche che volavano nel vento ed un vento piuttosto caldo per il mese di ottobre.
Guardando le tende quelle che vedevo era molta Luce… la stessa Luce che si vede, dicono, quando si lascia il corpo, la stessa Luce che molti vedono respirando veloce e profondo, la stessa Luce che è alla base di antichissimi culti del Sole – i primi culti dell’umanità.
Guardando queste tende bianche di tanto in tanto provavo un senso di leggerezza insolita: era la comprensione che siamo questo, che torneremo questo, e che ogni confusione e difficoltà è solo una parentesi in un mare di Luce.
Sarà stata anche una disposizione romantica, ma essere toccato da ciò mi ha guarito da molte negatività che possono venire guardando alle cose per come sono.
Ringrazio allora la Luce, perché è grazie ad essa che possiamo uscire dall’ignoranza senza entrare nella disperazione.
Alessandro D’Orlando
venerdì 24 dicembre 2010
IL NATALE DI TUTTI
Il Natale è il giorno in cui chi ha famiglia forse sente di più le vicinanze alla famiglia che ha costruito.
Per chi l'ha persa o per chi non è mai riuscito a costruirsela è uno dei momenti invece più duri dell'anno.
Per questo, la gioia che proviamo nel cuore possiamo dedicarla anche a chi non potrà quest'anno festeggiare con chi ama o ha amato.
Abbiamo bisogno di condividere la nostra gioia affinchè cresca e si moltiplichi.
Nelle preghiere di stanotte, ricorda anche chi è solo, chi è disperato, chi ha perso la strada, chi ha perso la pace, chi ha perso il senso.
Cristo è nato anche per lui.
Tu lo puoi condividere con tutti coloro che soffrono.
Attraverso di te può capire tutto questo.
Anche solo se immagini di portare luce vicino al suo cuore, perchè lui ne possa disporre.
Con questo spirito Ti auguro un Buon Natale ed un Felice Anno.
Alessandro D'Orlando
Per chi l'ha persa o per chi non è mai riuscito a costruirsela è uno dei momenti invece più duri dell'anno.
Per questo, la gioia che proviamo nel cuore possiamo dedicarla anche a chi non potrà quest'anno festeggiare con chi ama o ha amato.
Abbiamo bisogno di condividere la nostra gioia affinchè cresca e si moltiplichi.
Nelle preghiere di stanotte, ricorda anche chi è solo, chi è disperato, chi ha perso la strada, chi ha perso la pace, chi ha perso il senso.
Cristo è nato anche per lui.
Tu lo puoi condividere con tutti coloro che soffrono.
Attraverso di te può capire tutto questo.
Anche solo se immagini di portare luce vicino al suo cuore, perchè lui ne possa disporre.
Con questo spirito Ti auguro un Buon Natale ed un Felice Anno.
Alessandro D'Orlando
martedì 21 dicembre 2010
La tendenza al successo
E’ vero, avere successo dipende da tanti fattori.
Alcuni sono in mano nostra, altri meno, altri assolutamente no – non in questa vita almeno.
Per alcuni possiamo fare tutto, per altri possiamo fare qualcosa per altri nulla.
Per le situazioni più semplici basta che cambiamo comportamenti, per altre più complesse dobbiamo guardare al più intricato mondo delle convinzioni, dell’identità, della volontà.
Per altre ancora più complesse dobbiamo salire sul piano dell’anima e con umiltà lavorare per cercare cosa ancora ci allontana dal nostro obiettivo, per esempio usando le costellazioni sistemiche.
Per altre situazioni ancora più complesse dobbiamo solo pregare e aver fede.
Possiamo fare anche tutto questo assieme ogni giorno.
E ricordando che aldilà di tutto, dato che non sappiamo quanto lungo sarà il nostro cammino per arrivare alla meta, dobbiamo curare il viaggio fin dal primo passo e fin nei dettagli: partendo da ciò che diciamo e ci diciamo, da ciò che pensiamo, da ciò che immaginiamo, da ciò che proviamo, da ciò in cui crediamo, dai contenuti e dal modo di tutti questi aspetti.
Forse non basterà.
Ma almeno saremo a posto davanti a noi stessi.
Saremo coerenti, forti ed in pace.
Anche nel fallimento.
Perché l’unico vero fallimento è rinunciare a ciò che per noi è importante, fino a quando è importante.
Alessandro D’Orlando
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Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti
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