Alcuni vivono scappando, altri inseguendo, altri stando fermi e presenti, altri stando fermi e assenti. E tutti sono mossi dallo stesso amore... scoprirlo redime dal giudizio di chi si sente migliore e dalla disperazione di chi si sente peggiore...
Che differenza fa?
Stare o andare?
Scappare o rimanere?
Costruire qualcosa o distruggerlo?
Che differenza fa portare avanti un progetto o abbandonarlo?
Vedere il futuro in certi momenti e subito dopo non vederlo più?
La vita si vive di istante in istante.
Secondo dopo secondo.
Battito dopo battito.
Si può stare mentre ci si allontana,
si può costruire mentre si distrugge,
E' solo il cuore che fa la differenza: la domanda di Don Juan è: questa strada ha un cuore o no?
Ogni istante è vero quanto quello precedente.
L'attimo dell'innamoramento più folle come il momento più tedioso del pomeriggio più vuoto.
Ogni istante è carico di qualcosa,
pieno di qualcosa,
che alle volte vogliamo,
che più spesso non vogliamo,
Ogni istante ci guida verso quello successivo.
Possiamo veramente accogliere questo?
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
martedì 15 marzo 2011
sabato 12 marzo 2011
Il primo vero matrimonio.
Andare avanti e indietro con il film,
con il film della tua storia,
magari dell'ultima tua relazione,
quella in cui magari ti senti anche vittima,
quella in cui ti senti senza risorse davanti a qualcosa che non volevi,
rivedere avanti e indietro le stesse scene, quelle più dure, quelle più tristi,
quelle dolorose e quelle faticose,
quelle dove in fondo non sei più così buono,
quelle dove hai messo in moto la fine di quello che stai piangendo,
per capire alla fine che non ci sono nè buoni nè cattivi,
ma solo scelte più giuste e altre meno giuste,
obiettivi più sani e altri meno sani,
e che forse è andata bene così.
O non è andata bene così ma c'è tanto da imparare per il prossimo giro di giostra.
Ed in fondo la donna più bella per un uomo,
o l'uomo più bello per una donna,
è la vita stessa da vivere.
Un matrimonio fino alla morte,
una fedeltà senza remissione,
nella buona come nella cattiva sorte,
nei momenti belli come in quelli orribili,
nella salute come nella malattia,
alla ricerca di una passione che il tempo può spegnere,
e di una felicità che è sempre più sottile ed impalpabile.
Un vero matrimonio quello con la vita,
in cui i figli siamo noi stessi.
Quelli per cui gioire, quelli per cui soffrire,
quelli che restano,
forse anche dopo che l'amore per la vita,
o la vita stessa,
se ne è andata.
AD
con il film della tua storia,
magari dell'ultima tua relazione,
quella in cui magari ti senti anche vittima,
quella in cui ti senti senza risorse davanti a qualcosa che non volevi,
rivedere avanti e indietro le stesse scene, quelle più dure, quelle più tristi,
quelle dolorose e quelle faticose,
quelle dove in fondo non sei più così buono,
quelle dove hai messo in moto la fine di quello che stai piangendo,
per capire alla fine che non ci sono nè buoni nè cattivi,
ma solo scelte più giuste e altre meno giuste,
obiettivi più sani e altri meno sani,
e che forse è andata bene così.
O non è andata bene così ma c'è tanto da imparare per il prossimo giro di giostra.
Ed in fondo la donna più bella per un uomo,
o l'uomo più bello per una donna,
è la vita stessa da vivere.
Un matrimonio fino alla morte,
una fedeltà senza remissione,
nella buona come nella cattiva sorte,
nei momenti belli come in quelli orribili,
nella salute come nella malattia,
alla ricerca di una passione che il tempo può spegnere,
e di una felicità che è sempre più sottile ed impalpabile.
Un vero matrimonio quello con la vita,
in cui i figli siamo noi stessi.
Quelli per cui gioire, quelli per cui soffrire,
quelli che restano,
forse anche dopo che l'amore per la vita,
o la vita stessa,
se ne è andata.
AD
giovedì 10 marzo 2011
Quando la psicologia porta dalla padella alla brace
Senza il transpersonale anche l'entrata nel mondo dell'inconscio è rischiosa...
La meditazione è
... trasformare la pesantezza in leggerezza,
il buio in luce,
il passato ed il futuro in presente,
l'insoddisfazione in appagamento,
l'angoscia in felicità,
il dolore in sollievo,
la disperazione in ispirazione,
la debolezza in forza,
il piombo in oro,
il denso e scuro petrolio della terra in calda e luminosa fiamma dell'etere,
come fa la candela mentre meditiamo...
e se poi quanto di meglio abbiamo dentro risuona con quanto di meglio c'è là fuori, e lo richiama, bè... tanto meglio.
La meditazione è trovare qualcosa dentro mentre fino a pochi istanti prima lo cercavamo fuori
il buio in luce,
il passato ed il futuro in presente,
l'insoddisfazione in appagamento,
l'angoscia in felicità,
il dolore in sollievo,
la disperazione in ispirazione,
la debolezza in forza,
il piombo in oro,
il denso e scuro petrolio della terra in calda e luminosa fiamma dell'etere,
come fa la candela mentre meditiamo...
e se poi quanto di meglio abbiamo dentro risuona con quanto di meglio c'è là fuori, e lo richiama, bè... tanto meglio.
La meditazione è trovare qualcosa dentro mentre fino a pochi istanti prima lo cercavamo fuori
domenica 27 febbraio 2011
Una piccola meditazione per i "lasciati"
Può aiutare pensare a queste parole durante il processo di meditazione.
Una volta ad un seminario abbiamo fatto una meditazione su come sciogliere i legami con una persona che amiamo. In questa meditazione si tagliavano le corde che ci legavano alla persona perduta e si affidava questa persona alla Luce, affinchè essa potesse trarre direttamente dalla Vita l’energia di cui aveva bisogno per vivere.
Solo quest’ultima parte mi era piaciuta... il resto un pò meno...
Trovo piuttosto più buono riconoscere dietro la persona che ci ha lasciati il nostro Destino.
Le parole da usare in questo senso potrebbero essere più o meno queste:
Ti ringrazio per il dolore che vivo.
In questo dolore ritrovo il mio Destino ed il mio passato.
L’infanzia che ho abbandonato ed i suoi dolori.
Le persone del passato con la loro umanità.
Le ferite delle persone che ho amato fin da bambino.
Tutte le delusioni della mia vita.
Anche le delusioni di me stesso.
Ti ringrazio perchè ora attraverso di te posso rivivere tutto questo dolore,
e finalmente,
coscientemente, abbracciarlo.
Ti benedico, perchè andandotene porti con te la colpa del carnefice.
Non serve.
Il dolore che vivo ora è solo mio, e tu non c’entri più nulla.
Ti lascio alla tua libertà,
e se mai ho voluto costringerla dentro le forme che io ho voluto dare alla mia vita,
per avere meno paura, e trovare un senso più profondo,
me ne scuso.
Ti benedico, affinchè la tua felicità con un’altra persona nel futuro sia più perfetta di quella che hai vissuto con me.
Ti benedico affinchè anche tu possa imparare dai tuoi errori come io sto facendo con i miei.
E se dopo di te non resta che solitudine: va bene.
E se dopo di te non mi resta che rabbia o rimpianto che non so come lasciar andare va bene.
E se dopo di te non restano che storie senza profondità o senza futuro, va bene.
E se dopo di te non resterà che un vuoto senza speranza, va bene anche questo.
E se dopo di te non resta che sofferenza senza Luce, va bene.
Prendo ciò che resta come il mio Destino, e la nostra storia e le sue illusioni come il mio Destino.
E se il mio Destino ha usato te per un tempo lungo fino ad oggi, di questo ti ringrazio.
Ora resto davanti al mio Destino, ad aspettare il prossimo insegnamento.
Giorno dopo giorno.
Istante dopo istante.
E tutti i momenti belli vissuti assieme, tutti i momenti belli vissuti con tutte le persone della mia vita, anche e soprattutto quelle che più mi hanno ferito,
anche quei momenti belli
lascio che portino a me la vita che in sè racchiudono,
perchè la sprigionino nel mio presente
ridandogli il colore e il suono,
la leggerezza e il senso,
che ho perso cercando di dare un senso a quello che poi sempre, prima o poi, finisce.
A prescindere da noi.
A prescindere da te.
venerdì 25 febbraio 2011
Gli ultimi centimetri della strada verso lo Spirito
Respirando, si scopre sempre che ci sono ancora alcuni centimetri prima di riempire completamente il torace.
Di solito sono gli ultimi centimetri verso il perineo e la schiena, verso il basso, per un maggior radicamento alla Terra.
In alto sono quei minuscoli spazi verso il collo che raddrizzano la testa e l'allineano finalmente alla colonna dorsale.
Con la pratica, ci si accorge di quanta aria possa stare sia laggiù, che lassù.
Andare in alto senza radicamento è pericoloso.
Andare in basso senza ispirazione dall'alto è distruttivo.
Allora buona pratica, buon radicamento e buon contatto con lo Spirito.
Ogni mattina
AD
Di solito sono gli ultimi centimetri verso il perineo e la schiena, verso il basso, per un maggior radicamento alla Terra.
In alto sono quei minuscoli spazi verso il collo che raddrizzano la testa e l'allineano finalmente alla colonna dorsale.
Con la pratica, ci si accorge di quanta aria possa stare sia laggiù, che lassù.
Andare in alto senza radicamento è pericoloso.
Andare in basso senza ispirazione dall'alto è distruttivo.
Allora buona pratica, buon radicamento e buon contatto con lo Spirito.
Ogni mattina
AD
martedì 22 febbraio 2011
Che cos'è l'Aikido nella vita di ogni giorno
Cos’è l’Aikido nella vita di ogni giorno
Aikido è piegarsi sulle ginocchia quando raccogli qualcosa,
vivendo la flessibilità del corpo e l’umiltà del piegarsi in ogni atto quotidiano.
Aikido è respirare con la pancia, con la schiena, con le reni, dal perineo fino al diaframma, e sentire il radicamento a terra anche mentre cammini tra i negozi il fine settimana.
Aikido è la precisione del gesto della mano, del braccio, della spalla, del tronco, della testa, del bacino, della gamba e del piede,
gesto che rispecchia fedele l’intenzione di ciò che vuoi fare, come prendere una fotocopia tra una pratica e l’altra.
Aikido è il passo contenuto mentre ti muovi nel mondo, mentre l’avampiede è seguito dal piegarsi del ginocchio per portarti con morbidezza, stabilità e prontezza sulla Terra.
Aikido è il respiro e il sorriso guardando negli occhi, mentre con rispetto e compassione pratichi il gesto più efficace, con tranquillità.
Aikido è essenzialità nella parola, nel pensiero, nell’azione, nell’emozione,
mentre ordini passo dopo passo, inesorabilmente, in semplicità e con facilità ciò che prima era complesso, come stare tra tante avversità contemporaneamente.
L’Aikido non inizia quando entri nel dojo e non termina quando ne esci con l’inchino.
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