lunedì 20 maggio 2013

L'inutilità delle informazioni

Ogni informazione è inutile.

Perchè è soggetta all'interpretazione inesorabile del livello di coscienza a cui vibriamo.

Perchè non sapremmo come usarla,
o ne avremmo troppa paura.

Perchè se minaccia l'ego potremmo odiarla,
e se aiuta l'essenza potrebbe essere oscurata dalla natura inferiore.

Perchè qualcuno si preoccupa sempre di non far sapere qualcosa che non sapremmo come usare,
perchè potremmo usarla sin troppo bene
o troppo male.

Così non ha molto senso cercare di aprire gli occhi.
Piuttosto ha senso chiuderli e restare nella semplice percezione.

Del proprio respiro ad esempio.

La verità è dispersa in minuscoli frammenti tra le pieghe dei minuti,
dei pensieri, delle parole e delle situazioni.

E' una ricerca solitaria senza testimoni e senza facili conferme.

E' un lavoro duro come arare un campo.

Un campo in cui bisogna tenere la schiena dritta,
avere una postura composta,
un tempo sufficiente per starci.

Poi qualcosa può sempre accorrere in nostro aiuto.





martedì 16 aprile 2013

Vivere alla frontiera

Ogni volta che attraversiamo indenni una tentazione dell'ego,
l'abbiamo fatto anche per chi non ci sarebbe mai riuscito.

Ogni volta che andiamo oltre alla tentazione della violenza,
l'abbiamo fatto anche per chi ci è caduto.

Ogni volta che siamo andati oltre alla paura,
abbiamo sconfitto il mostro anche per chi ne sarebbe rimasto terrorizzato.

Ogni volta che abbiamo liberato un dolore ostinato e nascosto,
abbiamo alleggerito anche chi sarebbe rimasto al suo cieco servizio.

Così la nostra vita è collegata a quella di tutti,

e anche se sappiamo che non andremo molto lontano senza aver alleggerito quella massa di coscienza quasi inerte che avvolge  la maggior parte dell'umanità,

possiamo ancora paradossalmente continuare sulla nostra strada,
mettendoci al servizio di ciò che ci ostacola.

venerdì 12 aprile 2013

Arti marziali e meditazione - una semplice testimonianza

Rialzarsi è riportare l'attenzione al presente dopo l'ennesima distrazione;

ripetere lo stesso movimento migliaia di volte è portare l'attenzione al miliardesimo atto respiratorio;

cedere davanti al nemico è fare posto alla dura realtà che preme urlante per entrare;

muoversi con l'energia del nemico è
stare nel flusso che emerge quando si fa posto alla realtà urlante;

il nemico è ciò che non vogliamo e che ci sfida per essere visto e abbracciato;

la vittoria è solo l'esito dell'angoscia che entra nello spazio interiore e si dissolve in essa istante dopo istante;

l'indifferenza all'esito è l'assenza di ricerca di risultati quando si sta seduti;

Il budo è il coraggio di guardare all'ombra;

vincere senza odio è la presenza amorevole che dissipa le ombre.

sabato 23 marzo 2013

Il tradimento di chi dimentica

Dimentica chi fa male di più.

Dimentica chi commette le crudeltà più orrende.
Dimentica chi violenta qualcun altro.
Chi fa piangere.
Chi picchia.
Chi umilia.

Dimentica e sorride.
Pensando che la vita è normale così.
Che i giorni sono uno uguale all'altro.
Anche se hanno spezzato l'anima di chi avevano vicino.

Chi è ferito non si riconosce negli occhi di chi quella ferita è stata la causa. Quegli occhi non ci sono.
Non hanno passato e nessun ricordo, nè presente - solo un insipido futuro ebete come il sorriso che nutrono.

C'è quindi la ferita, e poi la dimenticanza della ferita.

Dimentica il carnefice quello che è successo un minuto fa.

Dimentica la vittima, che crede irreale quanto è successo.

Non trova traccia dell'accaduto negli occhi delle persone intorno, nè ha la forza per ricordare cosa ha provato.

Cosa sia peggio, tra la dimenticanza della vittima e quella del carnefice, è arduo da capire.

Forse siamo su questo pianeta anche per ricordare. La giustizia forse è ricordare tutto l'effetto dei torti.

Per guarirli e lasciarli andare.
Per mostrare l'effetto delle sue azioni al carnefice entrato in noi, affinché veda i risultati di ciò che sta facendo e si renda conto e la smetta.

Per smettere di ricordare il passato inconsapevolmente ripetendo nei gesti e nei comportamenti ciò che accadde allora - divenendo ciechi carnefici di noi stessi (ci si comporta male con sè stessi come allora, pensando di essere normali);

e lasciare cadere alla fine i ruoli di vittime (siamo stati vittime), di salvatori (abbiamo cercato di salvare il carnefice dagli effetti delle sue azioni e gli abbiamo nascosto il nostro dolore, soprattutto se "ci voleva bene") e di carnefici (per il carnefice entrato in noi e lì rimasto con le sue offese, umiliazioni, attacchi) ed essere noi stessi oltre la nostra storia.








venerdì 8 marzo 2013

Video sulla danza interiore delle parti interne dopo un trauma

Il video illustra le due dinamiche di un trauma: da una parte il nostro essere ferito, dall'altra quello che disprezza la parte ferita. Ci sono anche altre parti: quella che si vergogna, quella che minimizza, quella che vuole vendicarsi, quella che fa finta di nulla... come diceva Pirandello: Uno, Nessuno, Centomila....


Vedi video di Marco Mengoni - in un giorno qualunque
http://www.youtube.com/watch?v=g7B-qpmBi90

Bruce Springsteen - The Wrestler (Video Lyrics)

Canzone dedicata ad un otto sessuale secondo l'enneagramma, al bambino-alla bambina impotente e non amato/a che abbiamo dentro e a tutti quelli che hanno deciso di recitare il ruolo di cattivi perchè si sono sentiti troppo rifiutati.

martedì 12 febbraio 2013

L'illusione di ogni dualismo

Di qua o di là.
Non si sente dire altro dalla mattina alla sera,
in tutti gli aspetti del vivere umano.

Soprattutto in quelli che contano.

E' come dire in geometria che sono veri solo due punti nello spazio.



Ciò che fa la differenza è il piano di coscienza di chi li guarda.

E' di amore o paura.

La paura restringe il campo visivo e dall'infinito porta al finito, a due punti, per molti a un punto.

L'amore allarga il campo visivo e da un punto fa vedere due punti, e poi tre, e poi piani e tre dimensioni, e altre dimensioni ancora.

Lasciamo stare i punti che ci mostrano i nostri pensieri e le altre persone.

Sentiamo piuttosto il livello di vibrazione dietro quelle parole.

C'è compassione, amore, apertura? O paura, egoismo, durezza, freddezza, calcolo?


Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...