Rialzarsi è riportare l'attenzione al presente dopo l'ennesima distrazione;
ripetere lo stesso movimento migliaia di volte è portare l'attenzione al miliardesimo atto respiratorio;
cedere davanti al nemico è fare posto alla dura realtà che preme urlante per entrare;
muoversi con l'energia del nemico è
stare nel flusso che emerge quando si fa posto alla realtà urlante;
il nemico è ciò che non vogliamo e che ci sfida per essere visto e abbracciato;
la vittoria è solo l'esito dell'angoscia che entra nello spazio interiore e si dissolve in essa istante dopo istante;
l'indifferenza all'esito è l'assenza di ricerca di risultati quando si sta seduti;
Il budo è il coraggio di guardare all'ombra;
vincere senza odio è la presenza amorevole che dissipa le ombre.
Pensieri di Psicologia, Psicoterapia, Meditazione, Crescita personale; PNL, costellazioni familiari, formazione, respirazione circolare (o rebirthing, o vivation, o simili), ipnosi ericksoniana e tutto quello che vi viene in mente in proposito..
venerdì 12 aprile 2013
sabato 23 marzo 2013
Il tradimento di chi dimentica
Dimentica chi fa male di più.
Dimentica chi commette le crudeltà più orrende.
Dimentica chi violenta qualcun altro.
Chi fa piangere.
Chi picchia.
Chi umilia.
Dimentica e sorride.
Pensando che la vita è normale così.
Che i giorni sono uno uguale all'altro.
Anche se hanno spezzato l'anima di chi avevano vicino.
Chi è ferito non si riconosce negli occhi di chi quella ferita è stata la causa. Quegli occhi non ci sono.
Non hanno passato e nessun ricordo, nè presente - solo un insipido futuro ebete come il sorriso che nutrono.
C'è quindi la ferita, e poi la dimenticanza della ferita.
Dimentica il carnefice quello che è successo un minuto fa.
Dimentica la vittima, che crede irreale quanto è successo.
Non trova traccia dell'accaduto negli occhi delle persone intorno, nè ha la forza per ricordare cosa ha provato.
Cosa sia peggio, tra la dimenticanza della vittima e quella del carnefice, è arduo da capire.
Forse siamo su questo pianeta anche per ricordare. La giustizia forse è ricordare tutto l'effetto dei torti.
Per guarirli e lasciarli andare.
Per mostrare l'effetto delle sue azioni al carnefice entrato in noi, affinché veda i risultati di ciò che sta facendo e si renda conto e la smetta.
Per smettere di ricordare il passato inconsapevolmente ripetendo nei gesti e nei comportamenti ciò che accadde allora - divenendo ciechi carnefici di noi stessi (ci si comporta male con sè stessi come allora, pensando di essere normali);
e lasciare cadere alla fine i ruoli di vittime (siamo stati vittime), di salvatori (abbiamo cercato di salvare il carnefice dagli effetti delle sue azioni e gli abbiamo nascosto il nostro dolore, soprattutto se "ci voleva bene") e di carnefici (per il carnefice entrato in noi e lì rimasto con le sue offese, umiliazioni, attacchi) ed essere noi stessi oltre la nostra storia.
Dimentica chi commette le crudeltà più orrende.
Dimentica chi violenta qualcun altro.
Chi fa piangere.
Chi picchia.
Chi umilia.
Dimentica e sorride.
Pensando che la vita è normale così.
Che i giorni sono uno uguale all'altro.
Anche se hanno spezzato l'anima di chi avevano vicino.
Chi è ferito non si riconosce negli occhi di chi quella ferita è stata la causa. Quegli occhi non ci sono.
Non hanno passato e nessun ricordo, nè presente - solo un insipido futuro ebete come il sorriso che nutrono.
C'è quindi la ferita, e poi la dimenticanza della ferita.
Dimentica il carnefice quello che è successo un minuto fa.
Dimentica la vittima, che crede irreale quanto è successo.
Non trova traccia dell'accaduto negli occhi delle persone intorno, nè ha la forza per ricordare cosa ha provato.
Cosa sia peggio, tra la dimenticanza della vittima e quella del carnefice, è arduo da capire.
Forse siamo su questo pianeta anche per ricordare. La giustizia forse è ricordare tutto l'effetto dei torti.
Per guarirli e lasciarli andare.
Per mostrare l'effetto delle sue azioni al carnefice entrato in noi, affinché veda i risultati di ciò che sta facendo e si renda conto e la smetta.
Per smettere di ricordare il passato inconsapevolmente ripetendo nei gesti e nei comportamenti ciò che accadde allora - divenendo ciechi carnefici di noi stessi (ci si comporta male con sè stessi come allora, pensando di essere normali);
e lasciare cadere alla fine i ruoli di vittime (siamo stati vittime), di salvatori (abbiamo cercato di salvare il carnefice dagli effetti delle sue azioni e gli abbiamo nascosto il nostro dolore, soprattutto se "ci voleva bene") e di carnefici (per il carnefice entrato in noi e lì rimasto con le sue offese, umiliazioni, attacchi) ed essere noi stessi oltre la nostra storia.
venerdì 8 marzo 2013
Video sulla danza interiore delle parti interne dopo un trauma
Il video illustra le due dinamiche di un trauma: da una parte il nostro essere ferito, dall'altra quello che disprezza la parte ferita. Ci sono anche altre parti: quella che si vergogna, quella che minimizza, quella che vuole vendicarsi, quella che fa finta di nulla... come diceva Pirandello: Uno, Nessuno, Centomila....
Vedi video di Marco Mengoni - in un giorno qualunque
http://www.youtube.com/watch?v=g7B-qpmBi90
Vedi video di Marco Mengoni - in un giorno qualunque
http://www.youtube.com/watch?v=g7B-qpmBi90
Bruce Springsteen - The Wrestler (Video Lyrics)
Canzone dedicata ad un otto sessuale secondo l'enneagramma, al bambino-alla bambina impotente e non amato/a che abbiamo dentro e a tutti quelli che hanno deciso di recitare il ruolo di cattivi perchè si sono sentiti troppo rifiutati.
martedì 12 febbraio 2013
L'illusione di ogni dualismo
Di qua o di là.
Non si sente dire altro dalla mattina alla sera,
in tutti gli aspetti del vivere umano.
Soprattutto in quelli che contano.
E' come dire in geometria che sono veri solo due punti nello spazio.
Ciò che fa la differenza è il piano di coscienza di chi li guarda.
E' di amore o paura.
La paura restringe il campo visivo e dall'infinito porta al finito, a due punti, per molti a un punto.
L'amore allarga il campo visivo e da un punto fa vedere due punti, e poi tre, e poi piani e tre dimensioni, e altre dimensioni ancora.
Lasciamo stare i punti che ci mostrano i nostri pensieri e le altre persone.
Sentiamo piuttosto il livello di vibrazione dietro quelle parole.
C'è compassione, amore, apertura? O paura, egoismo, durezza, freddezza, calcolo?
Non si sente dire altro dalla mattina alla sera,
in tutti gli aspetti del vivere umano.
Soprattutto in quelli che contano.
E' come dire in geometria che sono veri solo due punti nello spazio.
Ciò che fa la differenza è il piano di coscienza di chi li guarda.
E' di amore o paura.
La paura restringe il campo visivo e dall'infinito porta al finito, a due punti, per molti a un punto.
L'amore allarga il campo visivo e da un punto fa vedere due punti, e poi tre, e poi piani e tre dimensioni, e altre dimensioni ancora.
Lasciamo stare i punti che ci mostrano i nostri pensieri e le altre persone.
Sentiamo piuttosto il livello di vibrazione dietro quelle parole.
C'è compassione, amore, apertura? O paura, egoismo, durezza, freddezza, calcolo?
mercoledì 23 gennaio 2013
Amici e nemici di ogni giorno
Oggettivamente il nemico esiste.
Soggettivamente, sono tutti amici - soprattutto quelli che ostacolandomi mi spingono a superarmi.
Oggettivamente ci sono persone che vogliono farci del male, o sfruttarci - per sadismo e altre conseguenze di traumi vissuti nelle loro disgraziate vite.
Soggettivamente ci sono solo persone che perseguono il bene per sè o per il mondo, ognuna nel modo che crede meglio.
Oggettivamente il nemico può nascondersi, fingere, mentire e essere subdolo.
Soggettivamente è solo un bambino impaurito che non si è reso conto che il tempo è passato e che i genitori, la famiglia, il sangue che porta e lui stesso sono destinati alla fine nel tempo.
Oggettivamente il nemico tradisce, mente, inganna.
Soggettivamente è fedele alla sua fonte di amore, a cui dà la propria totale abnegazione.
Oggettivamente il nemico va combattuto.
Soggettivamente non c'è lotta ma solo crescita.
Oggettivamente ci difendiamo dal nemico.
Soggettivamente lo scopo è difenderlo dalla sua stessa cattiveria e dalle brutte conseguenze per il suo karma.
Oggettivamente il nemico può vincere.
Soggettivamente abbiamo già vinto e non resta che dimostrare la nostra vittoria.
Oggettivamente il nemico è una minaccia.
Soggettivamente la paura si scioglie in una grande attenzione al presente ed a ciò che è:
e così il nemico ci regala ancora una volta ciò che ci regalano anche la paura della morte, delle malattie, della miseria, del declino: la Presenza a noi stessi.
Forse anche per questo il nemico è al servizio di una forza che sfugge anche a lui.
Oggettivamente il nemico è un problema per la nostra evoluzione.
Soggettivamente ci richiama alla nostra responsabilità esistenziale di prenderci cura noi stessi, in prima persona, della nostra vita - senza di lui lo faremmo ugualmente con la stessa energia?
Oggettivamente quindi il nemico sembra libero e cattivo.
Soggettivamente è costretto a giocare il ruolo di Giuda davanti al Bene.
Oggettivamente la lotta può essere cruenta.
Soggettivamente è solo un'altra manifestazione di Amore.
Forse l'essenza ultima della lotta è la compassione per l'avversario.
Ancora una volta, l'amore si maschera sotto un'altra forma?
Soggettivamente, sono tutti amici - soprattutto quelli che ostacolandomi mi spingono a superarmi.
Oggettivamente ci sono persone che vogliono farci del male, o sfruttarci - per sadismo e altre conseguenze di traumi vissuti nelle loro disgraziate vite.
Soggettivamente ci sono solo persone che perseguono il bene per sè o per il mondo, ognuna nel modo che crede meglio.
Oggettivamente il nemico può nascondersi, fingere, mentire e essere subdolo.
Soggettivamente è solo un bambino impaurito che non si è reso conto che il tempo è passato e che i genitori, la famiglia, il sangue che porta e lui stesso sono destinati alla fine nel tempo.
Oggettivamente il nemico tradisce, mente, inganna.
Soggettivamente è fedele alla sua fonte di amore, a cui dà la propria totale abnegazione.
Oggettivamente il nemico va combattuto.
Soggettivamente non c'è lotta ma solo crescita.
Oggettivamente ci difendiamo dal nemico.
Soggettivamente lo scopo è difenderlo dalla sua stessa cattiveria e dalle brutte conseguenze per il suo karma.
Oggettivamente il nemico può vincere.
Soggettivamente abbiamo già vinto e non resta che dimostrare la nostra vittoria.
Oggettivamente il nemico è una minaccia.
Soggettivamente la paura si scioglie in una grande attenzione al presente ed a ciò che è:
e così il nemico ci regala ancora una volta ciò che ci regalano anche la paura della morte, delle malattie, della miseria, del declino: la Presenza a noi stessi.
Forse anche per questo il nemico è al servizio di una forza che sfugge anche a lui.
Oggettivamente il nemico è un problema per la nostra evoluzione.
Soggettivamente ci richiama alla nostra responsabilità esistenziale di prenderci cura noi stessi, in prima persona, della nostra vita - senza di lui lo faremmo ugualmente con la stessa energia?
Oggettivamente quindi il nemico sembra libero e cattivo.
Soggettivamente è costretto a giocare il ruolo di Giuda davanti al Bene.
Oggettivamente la lotta può essere cruenta.
Soggettivamente è solo un'altra manifestazione di Amore.
Forse l'essenza ultima della lotta è la compassione per l'avversario.
domenica 20 gennaio 2013
Le parole non dette
e tantomeno al nostro futuro (anche noi saremo vecchi)
né diamo parola alle angosce dei bambini,
e tantomeno al nostro passato (anche noi siamo stati
bambini)
e così le persone che non possono parlare,
perché non hanno denaro,
o salute,
o nemmeno cultura per capire cosa sta succedendo
e perché
non hanno un portavoce.
Oppressi da oscuri sensi di colpa, o rabbia o paura
ci affidiamo alle parole che altri scrivono per noi,
dimenticando le parole non dette
da chi non poteva
(anche le nostre)
La psicoterapia è qualcosa di più di un fatto privato.
E’ trovare le parole per esprimere un muto dolore.
E’ liberarsi dalla melassa che invischia il pensiero in
inutili ossessioni,
è tornare al dolore primario di esistere,
subire, invecchiare.
Per trasfigurarlo in amore e saggezza e giustizia.
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