venerdì 7 ottobre 2011

Ciò che guarisce i genitori, e i figli

Vedere la propria vita davanti a sè con quello che resta da fare, con i suoi limiti e le sue ricchezze,
prenderla fino in fondo - nel bene e nel male,
accettando tutti i fallimenti e i successi come conseguenza delle proprie azioni,

lasciare finalmente i genitori liberi di essere ciò che sono,
o che non sono stati,

e nello stesso tempo dedicare ciò che si conquista a loro,
andando là dove non sono arrivati per onorare il punto in cui sono arrivati
prendendo ciò che da lì potevano darci di buono,
e rinunciando a ciò che non hanno visto, o fatto, o detto, o capito,
o al male che ci hanno fatto.

Dare a noi stessi e agli altri ciò che non abbiamo ricevuto allora,
e dedicare la felicità che ci arriva da questo ai nostri genitori,
come se quella felicità potesse tornare indietro e guarire la loro infelicità.

L'infelicità è sempre inutile.
Anche quella dei genitori,
come la nostra.

Così quando arriva la felicità la durezza si scioglie in un pianto di commozione.

E non solo noi possiamo piangere.
Ma possono farlo anche i nostri genitori.
Nella nostra immagine.

E forse l'hanno già fatto.
Solo che non abbiamo visto,
o ce ne siamo dimenticati.

Onorare questo pianto con la conquista di altra felicità ancora.

Questo è il regalo più grande per loro,
e attraverso di loro,

per noi, di nuovo.


mercoledì 5 ottobre 2011

Liberare il contatto

Quando andiamo nel mondo, in mezzo alle persone, portiamo con noi anche le parti più sofferenti.
Quelle sole, quelle angosciate, quelle tristi, quelle spaventate.

Per una strana alchimia, se ci avviciniamo a qualcuno parlando del più e del meno,
stando in ascolto di quelle parti,
succede che riusciamo a voler bene alle persone che prima ci apparivano come insignificanti.

Forse perchè capiamo di aver bisogno anche di loro,
forse perchè riusciamo a capirle meglio,
forse perchè si abbassano le nostre assurde aspettative,
forse perchè capiamo che il male principalmente non viene dagli altri, ma da dentro di noi,
forse perchè scopriamo che si può stare vicino a qualcuno senza chiedere nulla e ricevere nello stesso tempo.

Quindi, se la prossima volta saresti tentato o tentata di non uscire e non vedere nessuno, fai questo esperimento.

Può essere una meditazione interessante.

A.






lunedì 3 ottobre 2011

Oltre alla paura

La paura è l'antitesi della vita.
Distrugge i sensi e le forze, porta alla disperazione e alla miseria.

Allora è importante un pensiero, una immagine, un atteggiamento che ci sappiano portare aldilà della paura.

Come nelle arti marziali se io colpisco qualcuno nelle intenzioni lo colpisco andando oltre, e se affronto un avversario dovrei farlo pensando che ce ne siano anche tanti altri, così nella vita si può vivere pensando che niente e nessuno, nemmeno la nostra debolezza, potrà impedirci di avere successo.

Ogni nostro sforzo sarà alla fine coronato da successo.
Su questo pianeta o su un altro, in questa vita o in un'altra.

Alla fine noi saremo persone di successo in ogni aspetto importante della vita.
Non solo noi, ma anche le persone a cui vogliamo bene e a cui abbiamo voluto bene.

Tutti lo saremo, all'infinito.

Anche se la vita fosse solo un film che si ripete, e anche se potessimo fare poco per cambiare il film.
Anche se la storia dell'Universo stesso fosse una storia che si ripete all'infinito...

Non basta alla fine decidere di guardare all'esito felice?

Come cambia la nostra energia se lo facciamo?




venerdì 30 settembre 2011

Figli che proteggono i genitori

A livello superficiale può accadere che qualcuno che non riesce a piangere o lasciarsi andare dica che lo fa perche' ha imparato a proteggerisi dai genitori o da uno in particolare, dalla loro aggressività o dalla loro derisione.

A livello profondo succede che sono i figli a proteggere i genitori: dalle conseguenze delle loro nevrosi.

Se vedessero quanto soffrono i figli per quello che non possono dare loro, o per quello che di tremendo stanno passando a loro, crollerebbero.

Così, per amore, cresciamo facendo finta che il re non è nudo, che tutto va bene così com'è, che le cose non sono come sono ma come dovrebbero essere.

Fino a che vivere diventa una semplice ed insensata commedia: fino a quando qualcuno non si stanca e portando scompiglio nell'allestimento delle scene dice: "quello che provo è questo".

Da lì la vita riparte, con la benedizione dei genitori, che nella strada che i figli percorrono senza di loro si riappacificano con la loro stessa vita.

Ma questa è un'altra storia ancora...



lunedì 19 settembre 2011

Per quel che ho capito della meditazione

A chi può essere utile:

per una meditazione proficua occorre una base emotiva e mentale adeguatamente stabile: preoccupazioni al minimo possibile, alti e bassi emotivi smorzati il più possibile, stati d'animo di pesantezza o euforia sotto controllo.

Viceversa durante la meditazione - soprattutto nella pratica da soli -  si può finire in vicoli ciechi, tra pensieri o emozioni che rischiano di diventare ossessioni: la soluzione in questo caso è interrompere, fare altro, ripristinare uno stato adeguato (camminare, sèort, un film, una chiaccherata) e poi riprendere la pratica con più calma.

Superato questo stadio si può portare l'attenzione al respiro e... restare lì....

A quel punto potrebbero venire immagini o intuizioni importanti: ma la cosa importante è rimanere lì.

Ci si espone al vuoto e non si fissa l'attenzione su nulla tranne il respiro.

Se si porta l'attenzione volontariamente su un oggetto, questo oggetto occupa i nostri stati interiori e influenza la nostra realtà: in questo caso meglio scegliere bene (luce, leggerezza, calma sono buoni oggetti su cui fissare l'attenzione).

Altre riflessioni sulla meditazionepiù avanti...

venerdì 9 settembre 2011

Cose dell'altro mondo

Stare davanti all'ignoto senza più paura.
Anche quando il corpo ti dice che dovresti averla.

A quel punto, anche se il corpo perde, l'anima ha già vinto?

Forse, se esiste un altro mondo - o infiniti mondi oltre a questo?- ciò è necessario per il passaggio a dimensioni più evolute di umanità?

Cosa accade alla paura pensando a questo?

Perche' credi ai complotti, perche' non credi ai complotti

Non credi ai complotti perché ti piace vivere sereno, pensare che andrà tutto bene, che continuerai ad avere lo stesso stile di vita o forse...